Tu sei qui: Eventi e SpettacoliRavello, la settimana di musica da camera comincia con Mozart e Beethoven
Inserito da (redazionelda), lunedì 7 ottobre 2019 08:45:54
Stasera (lunedì 7 ottobre, alle 18,30) nel Complesso monumentale dell'Annunziata di scena l'Hadimova String Quartet con la pianista Lidia Ciocchetti presenta un nuovo appuntamento della serie "Mozart the Poche", ovvero la versione "tascabile" (con il quartetto d'archi a sostituire l'orchestra nell'accompagnamento del pianoforte) - dei concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart.
Il Concerto in do maggiore K. 467 fu pubblicato da Mozart nel 1785 ma era stato presentato al pubblico durante la quaresima dell'anno precedente. Mozart ha composto ben ventiquattro Concerti per pianoforte e orchestra, buon numero dei quali sono costantementee presenti nelle programmazioni musicali. Fra questi il Concerto K 467 è ben caratterizzato dalla parole dello stesso Mozart in una lettera di quegli anni: « ... è esattamente una via di mezzo tra il troppo difficile e il troppo facile; brillante, gradevole all'orecchio, naturale senza cadere nel vuoto. Qua e là potrà soddisfare gli intenditori ma sempre in modo tale che anche gli incompetenti ne provino piacere senza sapere perchè ». Il secondo tempo «Andante» del concerto è certo tra i più alti movimenti lenti composti da Mozart, per il quale i critici, mettendo in risalto l'atmosfera di «alta poesia», hanno fatto addirittura il paragone con i Notturni di Chopin.
Il concerto sarà preceduto dall'esecuzione di una composizioni per quartetto d'archi del genio saliburghese molto famosa, il Quartetto cosiddetto "Delle dissonanze" per le note (un La bemolle sullo sfondo di un La naturale) presenti nell'introduzione lenta con cui inizia il primo movimento, secondo un modo di comporre di Haydn. Il Quartetto in do maggiore K. 465 chiude il celebre gruppo di sei che Mozart dedicò proprio a Haydn. Della soddisfazione dimostratagli dal dedicatario è data testimonianza dalle parole di Haydn, che dopo aver ascoltato l'opera, dichiarò al padre di Mozart: "suo figlio è il più grande compositore ch'io conosca di persona e di fama - ha gusto e soprattutto la più grande scienza della composizione."
Mercoledì 9 ottobre, sempre alle 18,30, il cartellone della Ravello Concert Society propone il duo composto da Chiara Burattini al violoncello e Maddalena Giacopuzzi al pianoforte con un programma articolato e suggestivo. Si comincia con la Sonata n. 1 op. 102 di Ludwig van Beethoven. L'op. 102 (che comprende due sonate), contiene una serie di caratteristiche "sperimentali" - la nudità delle linee melodiche, l'interesse per il contrappunto, il recitativo strumentale, i trilli coloristici e non ornamentali - che sono ancora sostanzialmente assenti dalla precedente produzione di Beethoven, e si ripresenteranno invece con costanza negli ultimi anni; in definitiva si può dire che con tale opera si inauguri il cosiddetto «terzo periodo» beethoveniano.
A seguire l'Adagio e Allegro op. 70 di Robert Schumann. Scritto due giorni dopo i 3 Phantasiestücke, il 14 febbraio, e completato nella giornata del 17, questo brano era destinato originariamente al corno "moderno", come si legge sul manoscritto originale. Nell'edizione, uscita da Kistner di Lipsia il successivo agosto, al titolo ‘Adagio und Allegro für Klavier und Horn' fu aggiunto ‘oppure Oboe, violino e Violoncello" ovvero adattabile a diversi strumenti.
Si passa poi a Rossini di cui il duo eseguirà "Une larme Theme et variations". Da un motivo "lacrimoso" viene derivato un tema percorso di sospiri, che viene poi trattato nella forma del "Tema con Variazioni": tristezza compenetrata di gioia, malinconia che si trasforma in serenità. Fa parte di una raccolta dal titolo (Péchés de Vieillesse) Peccati di vecchiaia. Il brano ben mostra la conoscenza di Rossini della espressività "vocale" del violoncello, come è ulteriormente dimostrato dalla famosa apertura dell'ouverture del Guglielmo Tell.
Il concerto si conclude con la sonata in la maggiore di Cesar Franck. La Sonata (concepita nel 1886) è destinata espressamente all'indirizzo di grandi strumentisti: Franck infatti la dedica al violinista Eugène Ysaÿe e costituisce, anzi, proprio il suo regalo di nozze al virtuoso belga. Sulla prima esecuzione del capolavoro circola un aneddoto secondo il quale Ysaÿe, che si stava esibendo insieme alla pianista Bordes-Pène, concluderà l'esecuzione praticamente al buio, poiché nella sala dove si teneva il concerto, il Museo d'Arte Moderna di Bruxelles, era proibita qualsiasi tipo di illuminazione artificiale nelle sale destinate alla pittura ed il concerto si era protratto oltre il calare del sole.
Il calendario 2020 della Ravello Concert Society, curato dal direttore artistico Antonio Porpora Anastasio, è scaricabile da: https://www.ravelloarts.org/Ravello_2020.pdf
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