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Tu sei qui: SezioniAttualitàA livello europeo ben 2 milioni e 800 mila siti contaminati, nel PNRR si punta alla transizione ecologica
Scritto da (Redazione LdA), mercoledì 30 marzo 2022 15:55:40
Ultimo aggiornamento mercoledì 30 marzo 2022 15:55:40
La Società Italiana di Geologia Ambientale e il CNR hanno pubblicato un importante attività di ricerca: "Monografia di Geologia Ambientale - Le bonifiche ambientali nell'ambito della transizione Ecologica". Il 28 marzo, a Roma, la presentazione presso Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica. Si tratta di un grande lavoro di ricerca che vede come autori Daniele Baldi Referente Società Italiana di Geologia Ambientale - APS per i "Siti Contaminati" e Vito Felice Uricchio dell'Istituto di Ricerca sulle Acque, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR).
«A livello europeo ci sono ben 2 milioni e 800 mila siti contaminati, 700.000 siti sono siti registrati e dove è stata già identificata una contaminazione ed è stato avviato un processo di bonifica, 230.000 sono i siti dove la bonifica è stata completata».
Ad affermarlo Silvia Paparella, General Manager di RemTech, l'evento internazionale permanente specializzato sulla protezione e sviluppo sostenibile del territorio, bonifiche dei siti contaminati, coste e porti, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici, rischio sismico, rigenerazione urbana e industria chimica sostenibile.
«I settori che impattano maggiormente -spiega - sono i siti nei quali si trattano rifiuti e incidono nella percentuale del 38%. L'Europa ogni anno spende dai 2,4 ai 17 MLD di euro. In Italia sono presenti 42 siti di interesse nazionale e si tratta di mega siti industriali che occupano una superficie pari allo 0,6% del territorio nazionale ma ci sono anche altri 34.000 siti che sono invece di interesse regionale. Oggi celebriamo soprattutto un bilancio fondamentale per le bonifiche e il risanamento ambientale che è il pilastro della conoscenza e della condivisione delle esperienze e delle informazioni».
E siccome si stima che dovremmo arrivare a ben 9 miliardi di persone sul Pianeta Terra entro il 2050, la situazione potrebbe peggiorare.
«L'Italia e l'Europa si stanno avviando verso una transizione ecologica passando da un modello di sviluppo che ha dato benessere economico ad un altro modello di sviluppo che non potrà tenere conto solo dell'aspetto economico ma dovrà tenere conto anche del benessere ambientale e sociale. Le bonifiche occupano un posto strategico importante perché disinquinare, dare benessere ai cittadini anche in termini di vivibilità e di salubrità è un fattore essenziale, importante. Questo perché le bonifiche molte volte sono un inquinamento subdolo scoperto tardi o quando il danno è stato commesso. Lo sfruttamento del suolo stesso e la gestione dei rifiuti in senso lato non possono che essere centrali nelle politiche di transizione di un modello di vivere che non può più essere quello di 100 anni fa!», ha affermato il Generale, Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la Bonifica dei Siti Contaminati.
Ben 163 ricercatori, 400 pagine, 6 capitoli, 42 contributi, 46 tabelle, 263 immagini. Questi i dati del progetto editoriale per la pubblicazione di questa prima monografia "Le bonifiche ambientali nell'ambito della transizione ecologica", un lavoro iniziato circa due anni fa, poco prima dell'inizio della pandemia da Covid e si è concluso in una clima geopolitico drammatico, segnato dalla guerra in corso alle porte dell'Europa, in una nazione che un tempo è stata parte integrante del vecchio continente e che adesso lotta per farne parte di nuovo.
«In questi lunghi due anni - ha affermato Daniele Baldi - in cui abbiamo selezionato e revisionato 400 pagine di articoli scientifici, provenienti principalmente dal mondo della ricerca, della SNPA e dal contesto professionale, ci sono stati cambiamenti epocali che in parte ci hanno permesso, finalmente, di prendere coscienza di quanto sia importante vivere in un ambiente sano, salvaguardarlo per garantire la vita delle generazioni future e quanto sia necessario, fondamentale, cristallizzare il ruolo centrale della scienza per affrontare nel miglior modo possibile incertezze presenti e future».
Dunque la Transizione Ecologica deve partire dal ripristino ambientale dei territori.
«Riteniamo che la vera transizione ecologica, necessaria per compensare lo sviluppo urbano e industriale pensato indipendentemente dagli effetti che questi potessero arrecare agli equilibri sociali e ambientali, debba partire dalle analisi che emergono dalle posizioni contrapposte sulla sostenibilità dello sviluppo - ha affermato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale - sulla crescita e la decrescita, sulle aspettative e il principio di precauzione. Contrapposizioni queste che come spesso è accaduto in passato trovano nel confronto intergenerazionale fattori di amplificazione. Solo il dibattito culturale, leale e aperto alle diverse posizioni, può essere utile a individuare i reali limiti dell'agire in un'ottica conservativa per i caratteri ambientali di un territorio, nell'interesse intergenerazionale, volto a garantire benessere alle popolazioni che lo abitano».
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