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Tu sei qui: RubrichePersonaggiMinistro Tria a Ravello incontra Premio Nobel Economia Edmund Phelps
Scritto da (Redazione), mercoledì 5 giugno 2019 15:24:36
Ultimo aggiornamento giovedì 6 giugno 2019 13:14:07
Il Ministro dell'Economia Giovanni Tria ha approfittato della presentazione della rivista 'Rassegna Economica" svoltasi ieri a Napoli e la partecipazione alla ICABR 2019 in corso di svolgimento all'auditorium di Ravello, per concedersi qualche giorno in Costiera Amalfitana. Non una pausa di solo piacere, ma l'occasione per incontrare il Premio Nobel per l'economia Edmund Phelps, in vacanza proprio a Ravello. Tra i due c'è una vecchia amicizia: Phelps ha insegnato alla Facoltà di Economia dell'Università di Tor Vergata negli anni Ottanta e Tria è stato suo studente.
E stamani il Ministro, dopo aver trascorso la notte in un noto albergo sulla costa, ha raggiunto, assistito dagli uomini della sua scorta, l'economista statunitense a Villa Cimbrone, dov'era di stanza.
Dopo una passeggiata al balcone dell'infinito, i due si sono intrattenuti in una sala dell'hotel a cinque stelle. Tria e Phelps hanno discusso a lungo, dov'è stata garantita massima riservatezza. Poi, intorno a mezzogiorno, insieme alle rispettive moglie hanno lasciato l'eremo per altra destinazione sulla Costiera Amalfitana dove trascorreranno le prossime ore.
"Sicuramente l'Europa non è un attore nell'arena dell'innovazione - ha spiegato lo scorso anno a Roma il Nobel per l'Economia -. Era una fonte di notevole innovazione negli anni 50 e 60, ma da quel periodo il tasso di innovazione è sceso gradualmente e dagli anni 70-80 l'innovazione è diventata sempre più debole. Molta dell'innovazione che adesso si vede è importata dagli Stati Uniti, ma anche da noi l'innovazione indigena è andata declinando a partire dagli anni ‘70. E' un fenomeno che riguarda l'intero occidente". Al di là di tante spiegazioni economiche, secondo Phelps ciò che più ha influito è stato soprattutto un cambiamento culturale che ha visto affievolirsi i valori di una società moderna e dinamica come l'individualismo e la competizione a favore di quelli di una società corporativa come il solidarismo e la protezione.
"Il desiderio di protezione sociale è dilagante in tutto l'occidente - sottolineava Phelps -, si vogliono chiudere i confini agli immigrati, ma anche le aziende e i quartieri. Le persone non vogliono che gli stranieri vengano assunti al posto dei nativi o che vengano ad abitare vicino casa. E poi le imprese chiedono protezione dalla concorrenza straniera.". E questa richiesta di protezione ha un impatto sulla crescita? "E' una delle forze che operano nel rallentamento dell'innovazione e della produttività totale dei fattori e di conseguenza sul rallentamento sui salari". Nel libro "Mass flourishing" lei propone un'idea di innovazione che nasce dal basso e dal mercato, ma la visione della maggioranza di governo italiana è opposta, ha un approccio top-down che si basa sulla figura dello "stato imprenditore". "Più che un'idea è un incubo", disse sorridendo l'economista americano. Perché, lo stato italiano non può fare innovazione? "Certo che no, è già difficile per il settore privato creare innovazione. Ma immaginare che le persone nel settore pubblico, che sono completamente tagliate fuori dall'economia, possano innovare è una grottesca assurdità".
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