Tu sei qui: PoliticaReferendum: Sindaci della Costiera Amalfitana per il 'Sì', ma c'è chi dice 'No'
Inserito da (redazionelda), venerdì 2 dicembre 2016 20:59:56
A pochi giorni dal voto del 4 dicembre sono ancora tanti gli indecisi che non riescono a orientarsi tra le modifiche previste dal progetto di riforma della Costituzione che sarà oggetto del prossimo referendum.
Tra i principali punti chiave del ddl Boschi troviamo una consistente revisione dell'assetto parlamentare e amministrativo, del processo legislativo e del rapporto tra lo Stato centrale e le Regioni.
Se vince il No, resta in vigore l'attuale Carta costituzionale. Qualora dovesse vincere il Sì, invece, la nuova legge costituzionale entrerebbe in vigore il giorno successivo alla ripubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le novità principali della riforma saranno introdotte a partire dalla prossima legislatura, una volta sciolte le Camere.
Tuttavia, alcuni provvedimenti (come l'eliminazione del Cnel), saranno adottati immediatamente. Il nuovo Titolo V, ad ogni modo, non sarà applicato nelle Regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano, finché non interverranno intese successive.
Ma come si voterà in Costiera Amalfitana? O meglio, come voteranno i rappresentanti delle Istituzioni? Come da tradizione la Costiera Amalfitana, che esprime sindaci di estrazione di centrosinistra, alle urne manifesta palese la sua identità orientata al centrodestra. Ma si sa, con gli schemi politici saltati da tempo (complice anche l'aumento dei consensi a Cinque Stelle) il principio non tiene fino in fondo.
Ad Agerola il sindaco PD Luca Mascolo, fedelissimo di Renzi e De Luca, con la sua maggioranza bulgara, sosterrà con gran forza le ragioni de "Sì". Con Minori, fortino di Andrea Reale, saranno di sicuro i comuni con maggiore percentuale di votanti e di "Sì".
Anche Praiano, col suo sindaco e presidente della Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi, Giovanni Di Martino, seguirà la linea filo-governativa (della Campania). La sua opposizione, a Cinque Stelle, capeggiata da Fiorella Fusco, sosterrà il "No". I sindaci di Conca dei Marini, Cetara, Vietri sul Mare, Tramonti e Maiori sono per il "Sì": Antonio Capone ha sciolto le sue riserve proprio pochi giorni fa, ufficializzando il suo pensiero attraverso facebook.
Anche il decano Raffaele Ferraioli, a Furore, sosterrà il "Sì" ma non in maniera convinta. Chi, invece, dice "No", inequivocabilmente, è Michele De Lucia, sindaco di Positano.
Nel limbo due primi cittadini hanno preferito non "impegnarsi" per la causa De Luca-Renzi (o viceversa): si tratta di Luciano De Rosa Laderchi (Atrani) e Daniele Milano (Amalfi).
A Scala Luigi Mansi, presidente della Comunità Montana è per il "Sì", non la sua giunta municipale.
A Ravello, dove gli interessi legati visceralmente alla politica sono sempre i più ghiotti, il sindaco Salvatore Di Martino (che da qualche settimana ha ritrovato il rapporto del tempo migliore col governatore De Luca sulla vicenda Fondazione) e la maggior parte della sua amministrazione, con in prima fila il capogruppo di maggioranza Dario Cantarella, renziano della prima ora, diranno "Sì". Di mezzo c'è la centralità del Comune di Ravello nella Fondazione.
Come l'ex sindaco Paolo Vuilleumier e tutto il sodalizio di Insieme per Ravello, Nicola Amato rappresentante dell'altra minoranza di Ravello nel Cuore. A dire "No" soltanto il gruppo di centrodestra legato a Secondo Amalfitano con l'appoggio dello sparuto gruppo dei Cinque Stelle.
Ora toccherà agli elettori decidere del proprio futuro (e se continuare a farlo).
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