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Tramonti, Costiera amalfitana, Madonna delle Galline

Tramonti e la Madonna delle Galline in una ricerca di Gennaro Pesacane

«Era l'ottava di Pasqua e giunse il primo segno divino. [...] Tutte le galline, non appena aperti gli usci, si diedero a correre come forsennate tutte in un'unica direzione. [...] Scava scava venne fuori l'immagine della Madonna che da quel giorno fu detta "delle galline"»

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), sabato 14 settembre 2024 09:00:51

Di Sigismondo Nastri

 

Leggo su "Il Vescovado" di un convegno a Tramonti, il 15 settembre, sulle origini del culto della Madonna delle Galline.

Giusto per dare a Cesare quello che è di Cesare, mi piace ricordare che se ne occupò già, anni fa, l'amico Gennaro Pesacane. Riproduco qui la sua ricerca da un mio post del 23 aprile 2017.

 

TRA STORIA, LEGGENDA E TRADIZIONE ORALE: LA STORIA "VERA" DELLA MADONNA DELLE GALLINE

La Madonna delle Galline è la terza delle Sette Sorelle, la più capricciosa e ribelle.

[Sono definite "Sette Sorelle", nella tradizione popolare campana: La Madonna dell'Arco di Sant'Anastasia (Napoli);

La Madonna Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana (Napoli);

La Madonna delle Galline di Pagani (Salerno);

La Madonna dei Bagni di Scafati (Salerno);

La Madonna dell'Avvocata di Maiori (Salerno);

La Madonna di Materdomini di Nocera Superiore (Salerno); La Madonna di Montevergine di Mercogliano (Avellino) Ndr].

Questa storia l'ho ricostruita partendo dal racconto che ancora si narra (non molto volentieri) a Tramonti. Premetto che alcuni termini dialettali tramandati oralmente non saranno comprensibili a tutti, qualcuno è proprio sparito dal nostro linguaggio, indicherò in parentesi la traduzione.

Siamo a Tramonti, ultimi anni del XVI secolo, a Sofilciano, sobborgo a nord di Corsano, per la precisione siamo a "Seperciano 'e vascio". Era un periodo triste, la popolazione di Tramonti era stata decimata dalla peste del 1575-77. I morti furono centinaia e come uso a quei tempi in caso di epidemia si dava sepoltura ai cadaveri "extra-muros" in prossimità di un luogo sacro. In prossimità di una chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo esistente in quel luogo fu scavata una grande fossa comune. Come uso la chiesa fu poi abbandonata per paura del contagio. Così in qualche decennio la chiesa andò in rovina, i vetri si ruppero, le tegole si spaccarono e la tavola di legno su cui era dipinta l'effige della Madonna cominciò a rovinarsi.

Il racconto orale è di Maria Russo, nata nel 1869, e tramandato da suoi nipoti. 'A Maronna d' 'o Carmene jette 'nsuonno ô sacrestano e dicette: "Si nun me arreparate me ne volo. M'avite abbandunata e stongo sola, me cerco n'ata casa e cumpagnia". Il sagrestano corse dal prete a raccontare tutto, ma la popolazione non si era ancora ripresa e i soldi scarseggiavano.

L'anno seguente la Madonna tornò in sogno al sagrestano e disse in tono più perentorio e minaccioso: "Si nun me arreparate me ne volo. 'E llastre so' rotte, 'e tevole semate. Accare (invece) 'e me venì a truvà ve ne fujte. Ll'acqua me scorre 'ncuollo. Si nun me arreparate me ne vaco, addó me vularranne pure ll'animale, cchiù 'e vuje me vularranno bene 'nzino (persino) 'e galline".

Anche stavolta non successe niente e fu così che in una notte di inizio 1600 la Madonna "se ne vulaje e se jette a pusà dinto a nu macchione 'e cardogne (agrifoglio) e scannasurice (pungitopo) 'e Pavane (Pagani)". Il mattino seguente era l'ottava di Pasqua e giunse il primo segno divino. A quei tempi di sera le galline venivano ricoverate in una stalla per poi essere lasciate libere di giorno. Ebbene quel mattino tutte le galline non appena aperti gli usci si diedero a correre come forsennate tutte in un'unica direzione, ai contadini attoniti altro non restò che correr loro dietro. Ed ecco la meraviglia di tutti loro nel vedere migliaia di galline tutte intente a razzolare in uno stesso punto al centro dei cespugli fittissimi e pungenti; scava scava venne fuori l'immagine della Madonna che da quel giorno fu detta "delle galline".

L'ultimo muro della chiesa crollò tra le due guerre e con le sue pietre fu costruita una grande cisterna.

È ancora visibile la parte basale di un muro perimetrale della chiesa con piccoli pezzi di stucchi e scavando nel terreno adiacente ancora vengono fuori resti di ossa umane in quella che ancora oggi è chiamata : 'a chiazza d'e muorte".

 

[Un grazie di cuore a Sigismondo Nastri che mi ha aiutato tantissimo per la trascrizione corretta delle frasi della Madonna e a don Carmelo Coppola che mi ha dato la possibilità di recuperare il materiale di partenza per ricostruire le immagini del post.] (GENNARO PESACANE)》.

 

Leggi anche:

Origini del culto per la Madonna delle Galline: 15 settembre a Tramonti un convegno

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