Tu sei qui: Economia e TurismoTurismo, Maurizio Ingenito (Federcomtur): «Senza una legge regionale, le Dmo restano strumenti vuoti»
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), mercoledì 21 maggio 2025 08:07:49
La Campania è ancora priva di una legge che disciplini in modo chiaro ed efficace le destinazioni turistiche. Una lacuna normativa che rischia di svuotare di significato l'intero sistema di governance territoriale, lasciando le Dmo (Destination Management Organization) prive di strumenti reali e con un ruolo limitato a semplici funzioni promozionali.
È questa la denuncia lanciata da Maurizio Ingenito, presidente di Federcomtur, che interviene con forza in merito al recente bando dell'Ente del Turismo della Regione Campania - pubblicato da Palazzo Santa Lucia - e volto alla promozione dei percorsi turistici, culturali e naturali attraverso il finanziamento delle Dmo.
Secondo Ingenito, l'intero impianto del bando regionale sarebbe «viziato da una grave assenza di norme», poiché non esiste ancora una legge regionale che regolamenti e riconosca formalmente le destinazioni turistiche. «Senza questo presupposto - sottolinea - è impossibile parlare di governance condivisa. Le Dmo restano strumenti vuoti, e le identità territoriali non trovano tutela».
Particolarmente critico il giudizio sulle forme di cooperazione richieste ai Comuni per ottenere i fondi: «Si tratta di un errore - spiega Ingenito - perché la legge prevede che siano proprio i Comuni a cooperare per il successivo riconoscimento delle Dmo, e non può essere un bando a sostituire questo percorso normativo».
Il presidente di Federcomtur punta anche il dito contro la mancanza di criteri trasparenti nella selezione dei soggetti beneficiari, in particolare il riferimento contenuto nel bando alle realtà "in grado di dimostrare esperienze pregresse nell'organizzazione del sistema turistico locale". Una formulazione, secondo Ingenito, troppo generica e potenzialmente escludente per i piccoli operatori, a vantaggio di enti già consolidati o soggetti privati. «Il rischio - conclude - è che i fondi vengano distribuiti sulla base di criteri discrezionali, senza una reale apertura al territorio».
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