CronacaShireen Abu Akleh uccisa due volte: la polizia israeliana colpisce chi porta la bara

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Shireen Abu Akleh uccisa due volte: la polizia israeliana colpisce chi porta la bara

La polizia interviene durante il trasporto a spalla del feretro. Il giornalista Sigismondo Nastri in un post: «È inammissibile che l 'Onu, la UE, le grandi potenze mondiali, di fronte a un tale scenario, chiudano gli occhi, le orecchie, la bocca.»

Inserito da (LdA Journals), domenica 15 maggio 2022 07:59:22

Shireen Abu Akleh giornalista di al-Jazeera, da molti considerata "la Voce della Palestina", è stata uccisa durante un raid dei soldati israeliani a Jenin in Cisgiordania (leggi qui l'articolo di Positano Notizie).

Secondo al-Jazeera, l'inviata tra i massimi esperti del conflitto tra Israele e Palestina, sarebbe stata freddata dagli israeliani con il presidente palestinese Abu Mazen che l'ha definita: "Una vera e propria esecuzione".

E se da un lato il premier israeliano Bennet prova a restituire al mittente le accuse dichiarando che non ci siano prove solide a confutarle, quello che succede ai funerali non lascia spazio a interpretazioni. La polizia israeliana ha aggredito con calci e manganellate le persone con bandiere palestinesi che stavano trasportando a spalla il feretro della giornalista, incuranti di giornalisti e reporter che registravano tutto.

Dure le parole che arrivano dal profilo social di Sigismondo Nastri, professore e giornalista, decano dell'informazione in Costiera Amalfitana: «Ė vergognoso, inaccettabile, atroce che un popolo, quello ebraico, che ha sofferto l'olocausto, e per questo ha meritato la solidarietà di tutto il mondo, si renda responsabile di atti di violenza nei confronti di un altro popolo, che reclama il suo diritto ad avere una patria, un territorio non colonizzato, una propria sicurezza. Una propria dignità. Non si può rispondere con la forza militare a chi non ha altre armi che le pietre. Non si può, non si deve uccidere le donne e i bambini. È criminale ammazzare una giornalista mentre è impegnata a documentare quello che sta succedendo. E ancor più lo è il comportamento della polizia israeliana ai suoi funerali. È inammissibile che l 'Onu, la UE, le grandi potenze mondiali, di fronte a un tale scenario, chiudano gli occhi, le orecchie, la bocca. Per non vedere, non sentire. E non giudicare.»

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