Tu sei qui: CronacaIl recupero della Valle dei Mulini: occasione di rilancio per Amalfi
Inserito da (redazionelda), domenica 26 agosto 2018 16:23:01
"Un cruccio al giorno", è la nuova rubrica de Il Vescovado a cura di Raffaele Ferraioli, illuminato sindaco di Furore, già presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana, ma soprattutto un innamorato folle della Costiera Amalfitana, della sua bellezza, della sua storia. Il suo sguardo sempre proteso al futuro, immaginando sempre una risoluzione agli atavici problemi della Costa. Una miniera di conoscenza, un pozzo di idee per noi il Professore.
«Voglio raccontare il mio rammarico, metaforicamente, per i goal mancati e quelli annullati, i pali colpiti e i rigori non assegnati nel corso della mia lunga partita, giunta ormai ai tempi supplementari» ci confessa Ferraioli che si appresta a concludere il mandato dopo mezzo secolo di esperienza amministrativa, cominciata come consigliere comunale.
«Come non essere rammaricato della mancata soluzione di problemi vitali per la nostra terra: dal mancato restyling del fronte mare di Maiori escluso dal riconoscimento UNESCO, alla ingessatura del sistema di viabilità e dei trasporti; dall'abbandono del patrimonio protoindustriale del Vallone delle Ferriere di Amalfi, all'inadeguatezza del sistema portuale a quello delle aree balneabili; dalla ostinata tendenza a realizzare costosi e malfunzionanti impianti di depurazione anziché condotte sottomarine di collaudata efficacia; dal problematico avvio di gestione della Casa del Gusto di Tramonti, alla mancata stabilizzazione dei costoni rocciosi in tutta l'area della Divina».
Partiamo con
di Raffaele Ferraioli
Correva l'anno 2004 e l'Università di Salerno produceva uno studio molto interessante sul recupero e riuso, previa acquisizione al patrimonio pubblico, degli opifici protoindustriali dismessi e in stato di progressivo degrado presenti nel Vallone delle Ferriere in territorio dei comuni di Amalfi e di Scala.
La ricerca, patrocinata dalla Comunità Montana Amalfitana, fu condotta da Mariagiovanna Riitano, docente di Geografia e da Luigi Centola, architetto e si trasformò nel documento di base di un concorso di idee di livello internazionale al quale parteciparono prestigiosi architetti di tutto il mondo, fornendo contributi davvero importanti anche se, come spesso capita dalle nostre parti, giudicati negativamente dai fautori del mimetismo architettonico.
Il progetto riguardava circa cinquanta manufatti abbandonati da decenni, quali mulini, cartiere, centrali idroelettriche da rifunzionalizzare e trasformare in strutture turistico-ricettive: sale attrezzate per convegni, esposizioni e mostre d'arte, centri di formazione e aule didattiche, laboratori artigianali e locali museali interattivi.
Una proposta destinata a cogliere il duplice obiettivo di sottrarre, da un lato, queste preziose testimonianze all' evidente stato di disfacimento e, dall'altro, di utilizzarle per organizzarvi moderne attività di valore culturale, in sintonia con le esigenze e le aspettative della domanda turistica emergente.
Analoghi master plan furono redatti anche per la Valle del Dragone di Atrani e per quella del Reghinna di Maiori, dove pure esistono altri manufatti da restaurare e restituire alla pubblica fruibilità, alla stregua di quanto era avvenuto nel Comune di Furore il solo che era riuscito già in quegli anni a portare a compimento un'operazione del genere nel suo Fiordo.
Numerosi enti quali la Provincia, la Camera di Commercio, l'Unione Industriali e la stessa Soprintendenza ai BAPPS di Salerno espressero il loro assenso nel corso di numerosi incontri-dibattiti svoltisi in Costa d'Amalfi e in numerosi altri ambiti territoriali, nei quali lo studio venne presentato.
In un'area come la nostra, dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO e sottoposta a numerosi vincoli di inedificabilità assoluta, trascurare la possibilità di recuperare e riutilizzare volumetrie già esistenti di tale consistenza è a dir poco scellerato. Ma intanto sono passati oltre venti anni da allora e niente è accaduto. Ignavia e accidia hanno colpito ancora! Dico questo sapendo di urtare la suscettibilità dei colleghi interessati, ma con la consapevolezza che questo problema non è circoscrivibile ai soli Comuni di Scala, Amalfi, Atrani e Maioiri, bensì d'interesse di tutto il territorio.
Del resto la concreta attuazione delle previsioni dello studio in parola non è particolarmente complicata, Si può realizzare con finanziamento pubblico (penso ai fondi europei!) o anche con il ricorso a investimenti privati (vedi le procedure del project financing). Come amava dire Ezra Pound:"Quello che conta non è tanto l'idea, ma la capacità di crederci fino in fondo" . Il problema è crederci. Crediamoci! Comincino a crederci soprattutto voi che hanno la responsabilità di operare per diretta competenza istituzionale. Io non ho mai smesso di crederci e sono sicuro che ci crederanno anche gli altri.
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