Tu sei qui: CronacaClan nel Salernitano, nella relazione dell'Antimafia si conferma attivo il gruppo Apicella di Vietri sul Mare
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 3 ottobre 2022 16:20:16
L'analisi sui fenomeni delittuosi condotta dalla DIA nel secondo semestre 2021 - sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione - conferma ancora una volta che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l'infiltrazione economico-finanziaria.
Lo scorso 29 ottobre 2021 la Direzione Investigativa Antimafia ha celebrato, nel palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, i 30 anni della sua attività.
Da 30 anni la DIA fotografa semestralmente l'assetto delle organizzazioni mafiose: un'azione "dinamica" che, oltre a descrivere l'operatività dei gruppi mafiosi, ne disegna le linee di tendenza e i profili evolutivi in tutti i contesti territoriali, restituendo un quadro attuale e soprattutto "predittivo" indispensabile per orientare tutte le strutture del sistema antimafia del Paese.
La lettura degli eventi che nel 2021 hanno riguardato il territorio della Campania restituisce il quadro di un fenomeno mafioso caratterizzato, come afferma il Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, dal chiaro assetto di una camorra organizzata in un vero e proprio "sistema" basato su stratificati e complessi livelli decisionali, nonché su una struttura criminale consolidata sul territorio e dotata di un direttorio per la gestione e il coordinamento dei gruppi subordinati. La capacità di generare ingenti profitti anche tramite attività criminali a "basso rischio giudiziario" che spaziano dalle tradizionali attività dei cosiddetti magliari del contrabbando e del gaming illegale alle truffe telematiche e al controllo degli appalti, dalle aste giudiziarie, ciclo dei rifiuti ed edilizia pubblica e privata fino alla nuova frontiera delle grandi frodi fiscali, ha infatti trasformato da tempo i principali cartelli camorristici in vere e proprie holding imprenditoriali, parti integranti dell'economia legale supportate da stratificati sistemi relazionali fondati su legami personali molto spesso parentali e connivenze in ampi settori dell'imprenditoria e nella pubblica amministrazione.
Tuttavia al margine dei grandi cartelli criminali e di quel mondo in cui gli interessi mafiosi si congiungono con quelli dell'impresa, nel napoletano persiste la "camorra dei vicoli e delle stese", dei conflitti tra bande che si disputano il controllo dei tradizionali mercati illeciti, del racket e della droga. La potenza economica delle organizzazioni criminali anche campane viene assicurata principalmente dal traffico di droga.
La situazione del salernitano è eterogenea. Nel capoluogo si conferma il ruolo egemone del clan D'Agostino che opera nel settore degli stupefacenti, mentre nella Costiera Amalfitana, in territorio vietrese, si conferma il gruppo Apicella, già destinatario di provvedimenti restrittivi per aver imposto servizi di soccorso, rimozione e custodia giudiziale dei veicoli con proprie ditte, nonché gestito abusivamente stabilimenti balneari.
Nella vicina Cava de' Tirreni esercita la propria influenza, invece, il clan Bisogno dedito prevalentemente alle estorsioni, all'usura e al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti in particolare attraverso la propria articolazione Zullo.
Nel Cilento, ad Agropoli, la famiglia di nomadi stanziali Marotta è dedita per lo più ai reati di tipo predatorio, all'usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio. A Battipaglia il clan Pecoraro-Renna vive un momento di particolare fervore operativo attraverso le "nuove leve" i cui compiti prioritari sono al momento quello di acquisire risorse per mantenere le famiglie degli associati in carcere e quello di proseguire negli affari illeciti in cui lo stesso clan è storicamente coinvolto cioè traffico di stupefacenti, estorsioni, riciclaggio al fine di riaffermare la propria leadership criminale nella zona.
Nell'agro nocerino-sarnese tradizionalmente influenzato dai clan della confinante area vesuviana il radicamento criminale si è rimodulato in più evolute forme d'infiltrazione del tessuto economico-commerciali specie ai fini del riciclaggio.
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