Tu sei qui: ChiesaIl mondo cristiano piange la morte di Papa Benedetto XVI. Le riflessioni di Mafalda Bruno
Inserito da (Admin), sabato 31 dicembre 2022 18:11:03
di Mafalda Bruno per Cetara News
Premetto subito che questo mio scritto non è una lezione di catechismo, non mi compete e c'è già chi lo fa egregiamente. Vorrei solo mettere per iscritto le sensazioni personali che ho avuto il giorno che il Papa Emerito ha salutato i fedeli prima di lasciare San Pietro e le riflessioni che ho avuto in questi giorni dopo le notizie del suo stato di salute. E invito da subito, caldamente, chi è scettico su questi argomenti a leggere altrove cose più lievi e spensierate. Giuro che non mi offendo: "A' Maronn v'accumpagn."
Per interesse e per la mia antica passione per la lingua latina, ho letto, diciamo che ho sbirciato, varie cose nel corso della vita: da Sant'Agostino a San Tommaso D'Aquino , nonché alcuni Dottori della Chiesa. Ho letto e leggo di religione come di letteratura, politica, cronaca... cerco di non farmi mancare niente insomma, anche perché, tra l'altro, pare sia un ottimo antidoto per prevenire l'Alzheimer.
Ero in Piazza San Pietro il giorno della partenza del Papa. Ho ascoltato il suo discorso di commiato che poco si è fermato a spiegare i motivi delle sue dimissioni, e quindi cose personali come la sua malattia, mentre si è molto dilungato su una frase "la barca della Chiesa è Sua" e quindi non può succederle niente anche in mezzo alle peggiori tempeste. Almeno questo è il concetto che in me è rimasto impresso.
A parte la mestizia che si avvertiva chiara e forte in tutta la piazza, ho pensato che il Papa ci stesse mandando un messaggio preciso: non c'entra che il Capo pro tempore della chiesa, il facente funzioni divino, sia questo o quel Papa, se perdiamo di vista chi è il Capitano della barca, poco abbiamo capito della fede. La partenza poi dell'elicottero che lo portava via è stata una stretta allo stomaco per tutti noi. Mi sono seduta su un gradino del colonnato e come un fiume in piena è uscito l'articolo per L'Araldo Abruzzese. Persino il cielo era tristemente plumbeo.
Ero in Piazza anche il giorno della prima Messa domenicale di Papa Francesco ed essendo accreditata in Sala Stampa Vaticana, mi sono avvicinata alle persone appollaiate sulle transenne per fare qualche domanda e poi scriverci sopra. Una signora di Roma mi ha detto senza pensarci un attimo, che era la prima volta che tornava in Piazza a Messa di domenica. Come mai? Le ho chiesto. Perché il Papa che c'era prima non mi piaceva. E lei signora si regola sulla simpatia personale o su quello che il Papa rappresenta in terra? Nun ce posso fà niente... io la penso così, mi ha risposto. Fine dell'intervista. (Ho pensato tra me e me: "meno male che la barca è Sua").
Mi chiedo a quanti di noi sarebbe stato simpatico San Matteo che di mestiere aveva sempre fatto l'esattore delle tasse (sai le risate...) o San Tommaso, criticone e scettico... e mi immagino pure musone, o lo stesso nostro caro San Pietro (mi scusino i cetaresi) che ne ha combinate di tutti i colori pur avendo avuto il privilegio di essere stato scelto come Primo Papa. Eppure questi Santi sono Apostoli.
Allora il messaggio che forse Papa Benedetto XVI (almeno io l'ho percepito così) ci ha voluto lasciare è stato di alzare ogni tanto lo sguardo verso l'alto, di guardare oltre il nostro naso, e risalire al vero motivo della Fede. E chi la fede non ce l'ha... boh? Non lo so, ma massimo rispetto. Sempre.
Quindi avere in simpatia un Papa piuttosto che un altro è cosa riprovevole? Assolutamente No. Lo diventa, a mio parere, nel momento in cui questo o quel Papa condizionano il nostro rapporto con la fede.
Se a scuola abbiamo ricordi simpatici più verso un professore piuttosto che un altro, la scuola quella rimane, e non ci può condizionare al punto di rinunciare allo studio se il Preside di turno non rientra nelle nostre grazie.
Tutto qui il mio pensiero. "La barca è sua". L'equipaggio e il suo Rappresentante, simpatico o antipatico che sia, ha un contratto a termine, è solo al servizio temporaneo del Comandante.
Grazie per questa lectio magistralis e buon viaggio verso casa Santità.
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