Tu sei qui: AttualitàSvolta nel negoziato con l'Europa: concessioni balneari estese fino al 2027, poi obbligo di gare
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 2 settembre 2024 15:31:17
La riforma delle concessioni balneari, tema cruciale per molte località turistiche italiane, ha raggiunto un punto di svolta nel negoziato con l'Unione Europea. Il governo italiano ha infatti concordato con la Commissione Europea un piano che prevede l'obbligo per i Comuni di avviare le gare per le concessioni entro il giugno 2027, con la possibilità di anticipare i bandi in base alle esigenze locali. Questa riforma ha un impatto significativo anche sulla Costiera Amalfitana, meta di turismo balneare tra le più rinomate al mondo.
La bozza della riforma prevede che le concessioni balneari, attualmente in regime di proroga, saranno estese fino al 30 settembre 2027. In caso di difficoltà oggettive nell'esecuzione delle gare, questa data potrà essere ulteriormente prorogata fino al 31 marzo 2028. Tuttavia, il termine del 30 giugno 2027 è considerato il limite massimo entro cui i Comuni dovranno obbligatoriamente bandire le gare. Il compromesso raggiunto con l'UE consente ai Comuni di anticipare queste procedure, qualora ne trovino la giustificazione adeguata.
Questo approccio è frutto di un lungo e delicato negoziato, portato avanti dal ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, che ha cercato di mediare tra le richieste di Bruxelles e le esigenze delle realtà locali italiane. La sottigliezza giuridica della bozza rende più difficile contestare la proroga fino a settembre 2027, poiché non si tratterebbe di una proroga automatica e generalizzata, ma di una decisione basata su valutazioni specifiche e sull'interesse del territorio.
La riforma introduce anche la possibilità di indennizzi per i concessionari uscenti, che saranno a carico del nuovo concessionario subentrante e non dello Stato o degli enti concedenti. Gli indennizzi saranno calcolati sul valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati, nonché sull'equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, come stabilito da una perizia asseverata.
Le nuove concessioni, una volta assegnate, avranno una durata variabile tra i 5 e i 20 anni. La bozza prevede che i Comuni debbano comunicare se intendono suddividere le concessioni in lotti e specificare il numero massimo di lotti che un singolo offerente può aggiudicarsi. Questa clausola è pensata per tutelare le microimprese e le piccole e medie imprese locali, evitando la concentrazione delle concessioni in poche mani.
Inoltre, i criteri di gara daranno peso a elementi come la corrispondenza degli impianti alle tradizioni locali, l'offerta di servizi che valorizzano le specificità del territorio, l'esperienza tecnica e professionale in attività comparabili, e l'impegno ad assumere i lavoratori del concessionario uscente. Non saranno però previste prelazioni per i concessionari uscenti, un punto su cui l'UE è stata irremovibile.
La riforma delle concessioni balneari è stata inclusa nel decreto legge salva-infrazioni, che dovrebbe essere discusso nel prossimo Consiglio dei Ministri. La consapevolezza che un intervento fosse ormai improcrastinabile è stata resa evidente dalle numerose pronunce giuridiche e dalle pressioni della Commissione Europea, che richiede il rispetto delle normative comunitarie in materia di concorrenza.
Il prossimo passo sarà l'adozione della riforma, che mira a risolvere una questione annosa e a garantire una maggiore trasparenza e competitività nel settore balneare, senza penalizzare le realtà economiche locali che hanno contribuito allo sviluppo del turismo in Italia.
La riforma, con tutte le sue implicazioni, sarà particolarmente rilevante per aree come la Costiera Amalfitana, dove il turismo balneare rappresenta una delle principali risorse economiche. I prossimi anni saranno cruciali per vedere come questa riforma influenzerà il settore e quali saranno gli effetti concreti sulle imprese locali e sul turismo italiano in generale.
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