Tu sei qui: AttualitàPrivacy a rischio: chiunque può comprare il numero di chiunque, anche dei vertici dello Stato
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), martedì 8 aprile 2025 18:45:08
Chiunque potrebbe avere il numero di chiunque. È bastata una semplice denuncia da parte di un informatico e l'inchiesta pubblicata oggi da Il Fatto Quotidiano per riaccendere i riflettori su una pratica tanto inquietante quanto diffusa: quella della compravendita dei numeri telefonici privati attraverso portali specializzati. Basta una mail aziendale e un abbonamento da circa 50 euro al mese - o 600 euro l'anno - per accedere a database contenenti i numeri personali di politici, forze dell'ordine e dipendenti pubblici.
Non si tratta dei recapiti istituzionali, ma di numeri privati, quelli usati per comunicare con familiari e amici, dunque particolarmente sensibili. Nell'archivio circolante online compaiono ad esempio 2.125 contatti della Presidenza del Consiglio, 13.822 del Ministero della Giustizia, 4.871 dell'Interno, 11.688 della Difesa, oltre a migliaia di numeri riconducibili a poliziotti, carabinieri e finanzieri. Tra i nomi più noti anche quelli della premier Giorgia Meloni e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il problema va ben oltre il fastidio delle telefonate indesiderate: l'accesso a numeri personali potrebbe aprire le porte a forme gravi di sorveglianza non autorizzata, come la geolocalizzazione dei dispositivi. È un rischio concreto per la sicurezza di chi, per ruolo istituzionale o funzioni operative, dovrebbe invece essere protetto da simili intrusioni.
Le piattaforme coinvolte, otto secondo quanto ricostruito, sono dei veri e propri portali di lead generation, ovvero siti web creati per raccogliere contatti utili alle aziende. Tuttavia, il loro utilizzo si è spinto ben oltre l'ambito commerciale, trasformandosi in uno strumento di violazione massiva della privacy. Le tre principali piattaforme coinvolte avrebbero sede in Russia, Stati Uniti e Israele.
A seguito dell'inchiesta, la Polizia Postale ha avviato le indagini attraverso il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche. Nelle prossime ore verrà trasmessa un'informativa alla Procura di Roma. Parallelamente, anche l'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha annunciato l'apertura di un'istruttoria per verificare la legalità nella raccolta e nella diffusione di questi dati.
Non è la prima volta che la questione emerge: Sky TG24 aveva già dedicato un'inchiesta al fenomeno nel 2019, ma a quanto pare da allora poco o nulla è cambiato. Resta da capire chi siano i soggetti che, dietro queste piattaforme, gestiscono e alimentano questo gigantesco commercio illecito di dati, in grado di minacciare la privacy - e la sicurezza - dell'intero Paese.
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