Tu sei qui: AttualitàMultato per aver dato da mangiare ai gabbiani ad Atrani, si scatena l’odio sui social: «Poi piangete che è sceso il fiume!»
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 12 settembre 2022 09:15:30
Il gestore di un bar, dopo essere stato ammonito verbalmente più volte, è stato multato, ad Atrani, per aver dato da mangiare a gabbiani e piccioni.
È avvenuto il 6 settembre scorso, in osservanza all'articolo 15 del Regolamento per il Decoro Urbano, che vieta la somministrazione di alimenti ad uccelli selvatici presenti allo stato libero sul territorio comunale.
In particolare, l'uomo, che stava dando da mangiare agli uccelli nell'area denominata "Scoglio a Pizzo", è stato segnalato da un residente alla Polizia locale, che ha visionato le telecamere per identificarlo.
Pare, infatti, che in una occasione i gabbiani, attratti dal cibo in luoghi frequentati da residenti e turisti, siano riusciti a rubare una brioche in mano ad un bimbo, fortunatamente senza causare danni alla mano del piccolo.
Provvedimenti analoghi sono stati adottati anche da altre città per il mantenimento dell'igiene, del decoro e della convivenza civile, ma ad Atrani il fatto ha destato scalpore.
Etologi, biologi e veterinari concordano sul fatto che non c'è bisogno di dare da mangiare agli animali selvatici, perché sanno come procurarsi cibo in autonomia. Molti parchi e riserve naturali hanno introdotto multe fino a 1000 euro per chi alimenta gli animali selvatici, perché considerata una cattiva pratica per tutta una serie di motivi.
Ma, nel caso in questione, il verbale - fotografato e postato su Facebook - ha innescato una serie di commenti cattivi contro i vigili e gli atranesi.
«Il comune di Atrani odia gli animali. Per lo stesso decoro urbano ha permesso che venissero uccisi degli anatroccoli e una papera presa a bastonate e morta con il collo spezzato e non ha fatto niente. Ogni anno vengono uccisi gatti nelle colonie e non fa niente», scrive un utente.
Mentre un altro, proprio il 9 settembre, giorno della ricorrenza dell'esondazione e della memoria di Francesca, scrive: «Atrani è un paese che non ha cuore: il cuore lo ha solo per i soldi e per chi viene con i soldi. Poi piangono che è sceso il fiume, Dio vi ripaga così! State attenti che vi arriva qualcosa di più per il modo in cui vi comportate».
Un messaggio violento e carico di odio sui social può influenzare anche altre persone che possono spingersi a loro volta ad incrementare la stessa scia di violenza verbale a supporto di chi l'ha innescata.
E, purtroppo, l'odio virtuale non rimane confinato nella realtà di Internet, ma ha conseguenze spesso devastanti nella vita quotidiana, quella reale.
Episodi come questi evidenziano sempre più la necessità di una regolamentazione dei social network, che dovrebbero essere in grado di rimuovere automaticamente video, foto e commenti pregni di odio.
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