Tu sei qui: AttualitàLe spiagge della discordia
Inserito da (redazionelda), lunedì 1 giugno 2020 15:35:40
di Miriam Bella
Che il Covid 19 avrebbe condizionato anche l'estate 2020 non è mai stato un mistero. In un territorio come quello in cui siamo, le norme di distanziamento relative al settore balneare, sono apparse sin da subito complicate da applicare, vista la naturale conformazione del nostro litorale.
Ma se qualcuno credeva che gli unici danni li avrebbe fatti il virus, non aveva considerato la gestione delle spiagge che qualche amministratore locale avrebbe tirato fuori. Al di là del fatto, che sarebbe stato auspicabile, oltre che sensato, che le spiagge libere della Costa Amalfitana tutta fossero gestite con un piano unitario, stilato con l'accordo di tutti i sindaci, così da rendere chiaro ai fruitori, residenti e non, dove e come fosse possibile accedere, ma come può venire in mente di dare la possibilità di andare al mare solo a chi ha modo di pagare?
Sì, perché almeno dove vivo io, in attesa di capire come sarà gestita la poca sabbia libera rimasta, l'unico modo per mettere le carni a mollo o godere del primo sole, è avere un posto in uno dei lidi già montati secondo le disposizioni vigenti. In parole povere: va al mare chi può permetterselo.
Ora, io mi sforzo di comprendere le responsabilità di chi amministra, le difficoltà che ogni scelta comporta, ma chi amministra dovrebbe partire dal presupposto che questi mesi abbiamo sentito fino alla nausea: "siamo tutti sulla stessa barca", navigando palesemente a vista. Ma il mare è di tutti, a differenza dei servizi accessori.
Ci sono limiti egualitari e democratici, oltrepassati i quali è difficile tornare indietro e questi, ahinoi, non hanno transenne.
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