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Qui è chiamato "Gennarino"

Jinnai, l'architetto giapponese rapito da Amalfi: un paesaggio "unico", perchè in evoluzione

Un'essenza che risiede nelle persone che lo abitano, lo vivono ogni giorno e che da secoli coniugano le esigenze della società che evolve con il rispetto di un paesaggio urbano e territoriale che va preservato ma parimenti valorizzato

Inserito da (redazionelda), domenica 1 settembre 2019 11:20:59

Nella pittoresca cornice di largo Duchi Piccolomini, nel cuore di Amalfi, si è svolto ieri pomeriggio l'incontro con il nuovo Magister di Civiltà Amalfitana, l'architetto giapponese Hidenobu Jinnai che per primo ha studiato in maniera sistematica la composizione e la storia urbanistica della città di Amalfi al di fuori dei suoi monumenti più importanti.

Una tavola rotonda a cura del Centro di Storia e Cultura Amalfitana dal titolo "Il Sol Levante racconta Amalfi. Venti anni di ricerca interculturale sulla storia urbana e del paesaggio", dal sapore dolce di una chiacchierata tra amici di vecchia data. Perché in realtà il nuovo Magister, che oltre un ventennio oramai si reca puntualmente ad Amalfi per studio, lavoro e piacere, è entrato di diritto a far parte attiva nel tessuto sociale.

 

Il suo lavoro scientifico di rilievo e analisi dell'evoluzione del paesaggio urbano colpisce per il continuo parallelismo con lo studio antropico del tessuto sociale amalfitano che negli anni gli ha permesso di visitare ben oltre 300 edifici al centro storico. Sono stati numerosissimi gli amalfitani che hanno aperto le loro case e le loro vite a questo studioso dagli occhi a mandorla e dalla straordinaria cortesia, che per suo stesso dire «ha bevuto più limoncelli nei suoi rilievi che molti amalfitani».

Il suo amore per questo territorio traspare negli aneddoti, nelle foto sbiadite, nella commozione nel raccontare di un'anziana che ogni anno aspettava il suo gruppo di studio per poter salutare "Gennaro" (Jinnai trasformato dalla fantasia e dal vernacolo amalfitano dell'arguta signora).

L'Amalfi aperta e pronta agli scambi è stata la scintilla che ha fatto divampare nel cuore di Jinnai l'amore per l'antica Repubblica marinara, scegliendola ad altre (tra cui la stessa Venezia da lui studiata per un anno ma poi abbandonata proprio per Amalfi).

Diversi gli interventi della tavola rotonda, tra cui quello del professore nipponico che ha spiegato all'uditorio, in maniera divulgativa, i risultati salienti dei suoi studi.

Dal professor Giuseppe Gargano, massimo studioso della storia amalfitana e presidente onorario del Centro di Cultura e Storia Amalfitana a molti altri tra cui l'ingegnere Pierluigi Califano, presidente dell'APCA (Associazione Professionisti Costiera Amalfitana) che ha avuto come correlatore per la tesi di laurea proprio il professor Jinnai.

«L'esperienza del professor Jinnai - ha spiegato Califano - dovrebbe essere studiata obbligatoriamente da chi vive questo territorio. Dai tecnici e dai vari responsabili che sovraintendono al controllo ed al suo sviluppo.

Ricordo che in ogni sopralluogo fatto, in ogni casa visitata, la preoccupazione maggiore per il professore era quella di intervistare chi la abitava. L'ascolto, l'empatia, l'entrare in sintonia con l'unicum dell' "edificato umano" come lo definirei.

È in questo aspetto l'unicità del professore: il suo aver visto oltre le cose, le misure, la vera essenza della bellezza di un paesaggio unico come Amalfi.

Essenza che risiede nelle persone che lo abitano, lo vivono ogni giorno e che da secoli coniugano le esigenze della società che evolve con il rispetto di un paesaggio urbano e territoriale che va preservato ma parimenti valorizzato.

Dai suoi studi emerge chiara la capacità della struttura sociale di evolversi e di trasformare il territorio a seconda delle mutevoli esigenze. Evoluzione che, permettetemi, cozza con l'attuale volontà vincolistica che vuole un paesaggio cartolina ben lontano dalla sua originaria bellezza che lo vuole invece sempre dinamico nel rispetto delle molteplici essenze del territorio».

 

Questa sera l'investitura ufficiale del Magister al culmine del sontuoso corteo storico con oltre cento figuranti, secondo il suggestivo rito d'incoronazione dei Duchi di Amalfi.

Una cerimonia che cementerà ancor di più i legami tra Amalfi e il Giappone - da anni interessati da intensi e proficui scambi interculturali - resa ancora più importante e solenne dalla presenza per l'occasione dell'Ambasciatore giapponese in Italia, Keiichi Katakami.

Il titolo di "Magister di Civiltà Amalfitana" è come da tradizione associato ad un personaggio storico che si è distinto nella società medioevale dell'Antica Repubblica Marinara. Per il 2019 ricorda il nome dell'arcivescovo Lorenzo di Amalfi che fu maestro di scienze a Ildebrando di Soana, futuro papa Gregorio VII.

Come si legge nel verbale della commissione del "Premio Magister Civitatis Amalfie: "vagliati i profili di eminenti personalità legate al territorio dell'antico Ducato da vincoli di appartenenza, frequentazione o studio della civiltà medievale amalfitana, ha designato all'unanimità Magister Civitatis Amalfie Hidenobu Jinnai, professore emerito di Architettura presso l'Università Hosei di Tokyo, con la seguente motivazione: con metodologie fortemente innovative di analisi interculturale degli aggregati urbani nelle loro marcate analogie con quelle delle "città d'acqua" bizantine, islamiche e nipponiche, ha indagato le dinamiche e le stratificazioni spaziali degli insediamenti amalfitani posti, per le connotazioni antropologiche e l'autenticità del vivere e dell'abitare, a modello di paesaggio mediterraneo e di integrazione ambientale da preservare e rivitalizzare quale Patrimonio intangibile dell'umanità"

Questa la pronuncia della commissione composta da il sindaco di Amalfi, Daniele Milano; il sindaco di Atrani, Luciano De Rosa Laderchi; l'assessore alla Cultura di Amalfi, Enza Cobalto; l'assessore alla cultura di Atrani, Michele Siravo; il presidente del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Ermelinda Di Lieto; i professori Giovanni Camelia e Giuseppe Gargano, storici e ideatori della manifestazione.

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