Tu sei qui: AttualitàIl grande bisogno di Sinistra vera in Italia
Inserito da (redazionelda), mercoledì 31 gennaio 2018 12:24:14
di Raffaele Ferraioli
La lettura dell'ultimo "report" Istat, pubblicato il 6 dicembre scorso è a dir poco raccapricciante. I risultati dell'indagine documentano una situazione che dovrebbe preoccupare tutti, ma non interessa a nessuno. In particolare non fa né caldo né freddo ai nostri politici, tutti presi dalle candidature della prossima, nuova farsa elettorale. Chi se ne importa che la diseguaglianza economica è, quindi, sociale, cresce in maniera esponenziale? A chi interessa che il rischio di povertà e di esclusione sociale va assumendo una gravità assolutamente preoccupante? Chi si accorge che il cittadino medio è in stato di assoluta deprivazione materiale?
Udite, udite: Si stima che oltre il 30% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà. In parole povere un italiano su tre è indigente, gravemente deprivato. Altro che, libertè egalitè fraternitè.
Il mezzogiorno resta l'area maggiormente esposta a questo rischio e arriva alla percentuale del 46,4%, incredibile ma vero: quasi la metà della popolazione è da classificare "povera", condannata all'esclusione sociale! Tutto questo nell'assoluta indifferenza dei nostri rappresentati in Parlamento, inetti di fronte al "capitalismo selvaggio" senza cuore, incapace di amare e, per questo, responsabile della ripartizione della ricchezza più ingiusta che si possa immaginare.
Un potere incontrollato che viola impunemente ogni regola e non rispetta nessuno. Dov'è la sinistra? Alla ricerca dell'identità perduta, forse. Non è più possibile questo atteggiamento quasi civico di indifferenza rispetto alla politica, imposta dai potenti della finanza speculativa. Non può e non deve essere considerata ineluttabile la diseguaglianza sociale. E' ingiusto tollerale l'ingiustizia!
Questa è la realtà, rappresentata con dati e cifre inoppugnabili se è vero, come è vero, che la matematica non è un'opinione. Una realtà ben diversa da quella che ci viene raccontata, descritta e osannata quotidianamente dai giornali e televisioni in una rappresentazione quasi grottesca.
Questo è il risultato prodotto dall'economia globalizzata: una povertà senza precedenti. Questo è il benessere uguale per tutti promesso dal neoliberismo: la violazione continua dei diritti umani da parte di chi si è impadronito del potere economico, dell'informazione e della giustizia.
Quali sono le azioni di contrasto che il popolo riesce a produrre rispetto a tale violazione? Come frastornato, il cittadino continua a ballare sull'orlo dell'abisso. Istigato da un cassiere infedele (la banca). Irretito da un sistema subdolo, fatto da carte di credito, mutui, prestiti, cessioni di quinto stipendio e altri sistemi-trappole a scoppio ritardato che lo spingono verso il consumismo più sfrenato. Spende quello che non ha, continua a vivere (fino a quando!) al di sopra delle sue possibilità- ed è questo il fatto più grave- ma consente a poco ladri di rubargli il futuro e quello dei propri figli.
E qui mi viene la voglia di riproporre, sia pure in forma sterilizzata, un arguta poesia di Angelo Manna: " A gente votte ‘n' uocchie "nu mumento e nun s' ‘o ffa' passa' manco p''o...
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