Tu sei qui: AttualitàDe Masi su Repubblica plaude scelta Felicori: «Farà bene solo se si fanno da parte due o tre personaggi»
Inserito da (redazionelda), martedì 15 gennaio 2019 15:01:03
«A Ravello serve una personalità che coniughi doti manageriali e spessore culturale. E che abbia la forza di svincolarsi dalla prepotenza della politica». A dirlo è il sociologo Domenico De Masi, che per otto anni ha guidato la Fondazione, è fiducioso nell'operato di Mauro Felicori, designato commissario della Fondazione dal presidente della Regione Vincenzo De Luca. Dalle colonne di Repubblica oggi in edicola, proprio alla Regione De Masi fa risalire i guai del Festival.
«Abbiamo assistito, negli ultimi anni, a una deriva che io attribuisco al monopolio assunto dalla Regione nella Fondazione, Prima era partner di pari importanza con Comune e Provincia. Ci metteva solo 300 mila euro, il resto dei finanziamenti veniva dalla Provincia (150 mila euro) e dai privati che faticosamente coinvolgevo. Ora Santa Lucia ci mette più di 3 milioni, ma la qualità del Festival è andata scadendo via via».
Tutta colpa della Regione?
«La responsabilità è della Regione. La colpa è di chi gestisce. E chi gestisce è messo lì dalla Reggio che allunga le sue mani su tutto e su tutti. Il segretario lo sceglie la Regione, ogni incarico lo sceglie la Regione, che stabilisce tutto».
Sono spariti anche gli sponsor privati?
«Nessuno li cerca più».
Si dice: "Tanto paga Santa Lucia".
«E perché si fa fatica a trovare sponsor di qualità. Eppure adesso privati. Prima, quando il Festival non era ancora decollato, i privati erano più scettici».
Ma la politica anche tempo addietro aveva le sue mire su Ravello.
«Ovviamente. Ma quando c'ero io la Fondazione era completamente indipendente dalla politica. L'allora presidente della Regione Antonio Bassolino non mi ha mai chiesto neppure un biglietto omaggio. La Fondazione fu creata proprio per avere un ente super partes che superasse le beghe tra i tre proprietari. Una istituzione fosse capace di resistere alle pressioni e alle mire della politica locale. In nome della cultura».
Da anni il livello della litigiosità tra le istituzioni è alto. Il braccio di ferro col Comune non si è mai spento.
«Gli interessi in campo non sono facilmente componibili. E a Ravello non c'è pace. Per riportare l'equilibrio tra le parti occorrono personalità di alta capacità e di forte motivazione, che si impegnino a tempo pieno o quasi».
Chi ha guidato la Fondazione di recente non si è impegnato abbastanza
«So che nell'ultimo periodo alle riunioni del cda non partecipavano i componenti culturalmente "alti". Arbore, Minoli o Rigillo non si fanno vedere. Quando c'ero io Achille Bonito Oliva o Lina Wertmiuller, ad esempio, non mancavano mai. I cda sì facevano ogni mese ed erano tutti presenti».
Professore, che fa, si ricandida a tornare a Ravello?
«Ci sono già stato due volte. Ho dato a quel Festival 10 anni della mia vita. E gli incarichi erano a titolo gratuito. Ho già dato».
A titolo gratuito anche i direttori? Ora guadagnano 50mila o 60mila euro all'anno.
«lo avevo otto direttori, uno per ogni sezione del Festival. Ma prendevano 8 mila euro. E la qualità del Festival era decisamente migliore. Facciamo due conti: nel 2008 con 2 milioni di euro abbiamo fatto 14 manifestazioni di alto livello, Quest'anno col doppio della cifra ce ne sono state solo 27 e di media qualità».
Riuscirà Felicori a risollevare le sorti della Fondazione?
«Fui io il primo, in una trasmissione televisiva, a fare il nome di Felicori per quel ruolo. Ma perché riesca serve che si facciano da parte due o tre personaggi. Quando De Luca mi chiamò a fare il presidente, mi ritrovai ad assumere un ruolo di facciata, avevo attorno due badanti che prendevano le decisioni sulla base delle esigenze della politica. E mi dimisi. Se Felicori riuscirà a liberarsene, potrà fare bene. Ravello ha grandissime risorse e può ambire a un Festival degno, destagionalizzato».
A proposito, l'Auditorium è un'altra spina nel fianco.
«Niemeyer ce lo regalò e ci raccomandò di averne cura dopo la sua morte. Ora quella struttura - che vengono a visitare da tutto il mondo - deperisce senza manutenzione».
>Leggi anche:
Se sei arrivato fino a qui, significa che apprezzi il nostro impegno nel fornire notizie libere e accessibili a tutti.
Per garantire un ambiente sicuro per i nostri lettori, abbiamo rimosso tutta la pubblicità invasiva, i cookie e i tracciamenti di terze parti.
Tuttavia, per continuare a offrirti un'informazione di qualità, il tuo aiuto è fondamentale. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Sostieni Il Vescovado!
Scegli il tuo contributo con
Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!
Per dispositivi Apple |
Per dispositivi Android |
![]() |
![]() |
rank: 108130105
Lo scopo statutario dell'ANPI è la difesa e piena attuazione dei valori della Resistenza e della Costituzione Italiana che da essi trae origine. "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" è l'incipit della nostra costituzione, questo rende il Primo Maggio una festa fondante per la nostra...
"In un territorio segnato da vertenze aperte, precarietà diffusa e continue emergenze occupazionali, la riflessione sul significato del Primo Maggio non può prescindere da una denuncia forte: la sicurezza sul lavoro resta un tema colpevolmente sottovalutato". A lanciare l'allarme è Carmine Rubino, segretario...
Alberto Quintiliani: Ricordiamo questi giorni, con profonda tristezza e nostalgia, la figura di un "figlio della Chiesa" che ha purtroppo lasciato questo mondo, mondo che resterà per sempre impregnato in maniera indelebile del suo passaggio terreno, come lo è nei cuori e nella mente di tutti i tantissimi...
In occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, Federcepicostruzioni sottolinea l'importanza di un'azione sollecita ed efficace per affrontare con decisione l'emergenza sicurezza nel settore delle costruzioni, anche alla luce dei più recenti dati INAIL che evidenziano un...
Il nuovo studio che rileva concentrazioni anomale di sostanze tossiche nelle piante coltivate nella Terra dei Fuochi riaccende i riflettori su una ferita mai rimarginata. Lo studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment ha impiegato il muschio Scorpiurium circinatum come bioindicatore,...