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Tu sei qui: Storia e StorieLa saggezza di un Popolo (50)
Scritto da Antonio Schiavo (redazionelda), martedì 19 ottobre 2021 15:58:09
Ultimo aggiornamento martedì 19 ottobre 2021 15:58:22
di Antonio Schiavo
"Visto che non ci prendo più col latino, proviamo con il dialetto".
Così, un bel po' di tempo fa davo inizio a questa rubrica: avevo fatto un errore marchiano usando, in un precedente articolo, il genitivo al posto dell'ablativo.
Ma lo fecero notare in modo anche feroce. Non mi persi d'animo e, forse anche per farmi perdonare, ho continuato, anche sotto la sollecitazione assidua del Direttore, in questo meraviglioso viaggio nella cultura popolare ravellese e non solo.
Lungo l'itinerario ho incontrato tanto supporto (da solo non ce l'avrei mai fatta): amici, parenti, conoscenti, colleghi dalla Costiera ma anche da tante parti d'Italia che mi hanno riempito la bisaccia di modi di dire e proverbi o allocuzioni della nostra bella lingua.
Per ultimo, ma non per importanza, ho trovato un maestro, un ravellese autentico, Achille Camera che si è adoperato perché ci fosse in quanto riportavo una correttezza e dignità formale dal punto di vista anche filologico.
Grazie a tutti questi compagni di viaggio siamo arrivati addirittura alla cinquantesima puntata della rubrica e, a
Dio piacendo, contiamo di proseguire in questo cammino e, appena le risorse ce lo consentiranno, pubblicheremo un primo volume con la raccolta dei primi cinquanta tasselli di un mosaico perennemente in fieri.
Spero stavolta di non aver toppato con il latino!
Ecco le nuove perle di saggezza del cinquantenario:
E' cuotto dìacqua vulluta:
Ha grande esperienza; sa di che cosa si parla e non lo si può infinocchiare.
Quanno vene ‘o mese e austo, manco ‘a gallina vota l'ovo:
Il riposo è sacro, specialmente quando fa caldo. In particolari momenti non si può chiedere ad altri di impegnarsi per te.
Tene'na voce quequera:
Ha una voce stridula e fastidiosa
Vo' fa' sempre ‘o mastassuoccio( oppure ‘o masto e suoccio):
Vuole sembrare sempre il primo della classe o quello che sa tutto e sa far tutto per essere al centro dell'attenzione.
In senso meno negativo o malevolo può assumere il significato di una persona che si adatta a tutte le situazioni.
Tanto speinne e tanto appienne:
Il prezzo minore non è quasi mai sintomo di quelità, si può anche dire:
‘O sparagno nun è maje guaragno.
Nun sputà ‘mcielo ca ‘nfaccia te torna:
Attenzione ad esprimere pareri, malignità o sentenze senza motivo o, peggio, per cattiveria.
E' ‘ncriccata ‘a cola:
E' scomparso improvvidamente quando si è accorto di aver torto. Ha tagliato la corda.
Sta facenno carne ‘e puorco e maccarune:
Sta agendo in maniera incontrollata. Si sta dando alla pazza gioia senza ritegno. Fa quello che vuole senza limiti.
Chi paga prima è male servuto:
Mai pagare in anticipo se non si vogliono avere brutte sorprese. Gli arabi dicono che prima di pagare vogliono "VEDERE CAMMELLO".
‘A legge ‘e Menure quatto jorne dura:
Proverbio un po' campanilistico che si riferisce a comportamenti poco duraturi o estremamente volatili nonostante l'impegno preso o la promessa fatta.
Oggi è fera chiena: Quando c'è tanto da fare o c'è molta folla non attesa ,a il piùdelle volte benvenuta.
Chillo ‘o sape addo' dorme ‘o piecoro:
Si dice di qualcuno che è lungimirante o sa dove gli altri vogliono andare a parare.
Aggio ‘ntiso ‘o fieto ‘e miccia: Ho capito che qualcosa mi puzzava, che c'era qualcosa che non andava e ho evitato un errore o di impelagarmi .
Nun se lascia cu ‘e piere si nun se tene cu ‘e mane:
E' un uomo buono per tutte le stagioni. Non si lascia mai sorprendere dagli eventi sapendo sempre qual è il miglior partito da scegliere. Analogamente:
E' comm' ‘a nu gatto: care sempe cu ‘e quatto zampe ‘n terra.
E mò ‘o truove ‘nu cappiello pe' ‘sta capa!:
Quando ci si trova di fronte ad una persona incontentabile.
Quanno ‘ a cosa è chiù zuzzosa è sicuro chiù gustosa: Il cibo più è saporito, grasso o condito anche in eccesso più è appetibile.
Vide ‘ cielo che te mena:
Si dice quando la sorte ti riserva belle sorprese.
A Sante nun fa vute e a criature nun prumettere:
Mai sbilanciarsi specie in momenti particolari o con determinati interlocutori.
(continua)
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