Tu sei qui: SportFootball Leader 2016, da Amalfi Fabio Capello attacca l’Aia: «Arbitri obbligati a mentire»
Inserito da (redazionelda), martedì 24 maggio 2016 23:53:14
È iniziata oggi ad Amalfi, l'edizione 2016 del "Premio Football Leader" che si concluderà il 26 maggio. Ad aprire la kermesse il convegno organizzato dall'Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio) dal titolo "Il rapporto tra arbitri e allenatori. Riflessioni e approfondimenti" svoltosi nella suggestiva cornice degli Arsenali della Repubblica. Sono intervenuti Fabio Capello, vincitore del "Premio alla Carriera", Narciso Pisacreta, vice presidente dell'Aia, il direttore di Tuttosport Paolo De Paola, Cristiano Giaretta, ds dell'Udinese,, Federico Balzaretti dirigente della Roma, l'arbitro Daniele Orsato ed il presidente dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri. Presente in sala anche Capello e Gianpiero Gasperini, tecnico del Genoa.
«Non è una vittoria per l'arbitro allontanare un allenatore dalla panchina - ha rivelato Orsato - . Molto spesso mi sono trovato con allenatori che non hanno la pazienza. E' quello che spesso ripeto loro a fine partita. Bisogna averne tanta soprattutto con gli arbitri più giovani. Così come fanno con i calciatori più giovani. A livello dilettantistico, nei campetti di periferia emulano i comportamento dei grandi professionisti».
Pisacreta: «In Italia quando si parla di arbitri lo si fa sempre in accezione negativa. Si parla sempre dei loro presunti errori mettendoli difronte a telecamere ed episodi. C'è una cultura sbagliata nel nostro paese riguardo i direttori di gara. Non c'è una visione unitaria. C'è da dire però che quando le squadre italiane non sono in finale nelle competizioni internazionali, a rappresentare il nostro paese sono sempre i nostri arbitri. Lo stesso vale anche per gli allenatori, che rappresentano con orgoglio l'Italia all'estero, venendo sempre più spesso apprezzati».
Importante nella disputa tra allenatori e arbitri, è il ruolo delle società. «Su questo le dirigenze devono cercare di smorzare gli animi cercando di sensibilizzare i giocatori - ha dichiarato Cristiano Giaretta, direttore sportivo dell'Udinese - A Udine settimanalmente organizziamo riunioni con giocatori e allenatori. Vengono spesso ex arbitri a parlarci di come i direttori di gara preparano le partite. Molto spesso gli allenatori si preparano proprio come i giocatori. L'arbitro può sbagliare tanto quanto sbagliamo noi. Bisogna smorzare gli animi. Quando i tre punti sono importanti perdiamo spesso lucidità. Dobbiamo però limitarci un po' tutti».
Capello: «Racconto un aneddoto, Roma-Atalanta di qualche anno fa: parte una parola dalla panchina, l'arbitro Trentalange viene verso di me e mi caccia. Io dico 'guardi che non sono stato io, non ho detto nulla', poi sono stato allontanato. Ho fatto opposizione tramite la giustizia sportiva, l'arbitro è stato interpellato successivamente e ha confermato che ero stato io. Mi sono beccato un turno di squalifica e otto mila euro di multa. Perché è accaduto così? Perché voi li obbligate a dire delle bugie. Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate, un calciatore va a terra e viene premiato con un fallo a favore. Io vado in giro per il mondo, il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto. Moviola in campo? Un tecnico lavora un anno intero, poi viene punito da un errore arbitrale. Al Mondiale con l'Inghilterra sono andato a casa per un errore simile. Il calcio va sempre più veloce, però poi la tecnologia non viene applicata».
Gasperini: «Il rapporto allenatore-arbitro è migliorato notevolmente negli ultimi anni. C'è maggiore comprensione e meno episodi eclatanti. Bisogna confrontarsi sui contrasti che sono la bellezza del calcio. Ormai sono puniti quelli in scivolata, ma ci sono anche altri che fanno scattare il giallo. Questo crea sbandamento, disorientamento. Perché non c'è la stessa valutazione. Dovremmo confrontarci sulla questione contrasti».
Federico Balzaretti ha parlato a chi gli chiedeva dell'operato dei direttori di gara in campo. «Ci sono tante situazioni che devono riguardare solo quello che accade nei novanta minuti e dopo dare spazio ad altro. Bisogna sensibilizzare ragazzi, famiglie e genitori perché i ragazzi di oggi saranno gli uomini del domani, il settore giovanile deve servire come educazione. Quando un calciatore o un genitore sbaglia nei riguardi di un arbitro, bisogna avere la forza di punirlo duramente. Noi in Italia siamo bravi a trovare degli alibi, ma dobbiamo fare un passo avanti. La moviola in campo può aiutare nelle decisioni oggettive che all'arbitro sono sfuggite in quel momento. Bisogna togliere alibi in merito alle decisioni arbitrali, io da calciatore ho avuto un buon rapporto con gli arbitri».
Ulivieri: «A me preoccupa lo spettacolo e le interruzioni e tutto quello che va in questa direzione a me fa paura. Sulle valutazioni: non ci potrà essere mai uniformità, ma neanche fra noi quando esprimiamo giudizi sugli arbitri.
Noi tutti dovremmo avere una visione d'assieme, ma soprattutto dedita al miglioramento dello spettacolo. Quest'anno abbiamo assistito a tante belle partite, stiamo assistendo ad un calcio che sta cambiando».
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