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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieUn piatto da Dio
Scritto da Antonio Schiavo (redazionelda), martedì 6 aprile 2021 13:20:11
Ultimo aggiornamento martedì 6 aprile 2021 13:22:47
di Antonio Schiavo
Cosa muove il meraviglioso meccanismo neurologico dei ricordi?
Un'immagine, un suono, una sensazione, un profumo?
In questo caso...un sapore.
Sì, un sapore: quello di uno stupefacente piatto di spaghetti a vongole; una sapiente miscela di pasta al dente, aglio e prezzemolo, olio quanto basta, vongole e se ti andava, qualche pomodorino del "piennolo".
Zia Nina ti aveva già accolto, cordiale come sempre, nella sua divisa d'ordinanza: gonna nera e camicetta bianca (anche d'inverno) con un bel grembiule, sempre lindo a dispetto del servizio svolto ai tavoli.
Federico che metteva a proprio agio i commensali tra un lazzo e una battuta, consigliando quello che, a suo parere, era il miglior nettare per accompagnare le pietanze.
E poi c'era lui, perennemente indaffarato dietro ai fornelli, quasi nascosto, anche per la conformazione fisica, tra mille pentole e padelle.
Lui, Salvatore Calce, senza tema di smentita uno dei più grandi lavoratori che il buon Dio ha regalato al nostro spicchio di terra degradante su quel mare che faceva e fa da sfondo al suo regno: il ristorante.
Ecco, quando ho appreso stamattina della sua scomparsa, prima che si incuneasse nella memoria il ricordo della suo viso sempre sorridente anche quando era madido di sudore dopo una giornata passata in cucina, della sua semplice e garbata capacità di accoglierti, alla disponibilità a venire incontro ai capricci di chi (come me ad esempio) preferiva la pasta al forno senza mozzarella, quando -dicevo - ho letto che Salvatore non c'era più - ho riassaporato d'incanto quella meraviglia della nostra arte culinaria che è lo spaghetto numero cinque o, se preferite, del vermicello a vongole.
E i tanti compleanni che mamma voleva festeggiare giù da lui, la mia festa di diploma di maturità con un esercito di compagni della mitica Terza B, il bidello Noschese e i professori. I banchetti estivi mentre una luna piena tracciava una scia tremolante sul mare calmo o, nelle notti buie, le cento lampare che punteggiavano l'ideale linea di confine verso Capo d'Orso.
Se i ravellesi oggi piangono Salvatore, sono convinto che, in Cielo, Nina e Federico hanno già apparecchiato per stasera una grande tavola con una magnifica tovaglia di lino bianco.
E, non importa se anche Lassù hanno fatto qualche stravizio per Pasqua e Pasquetta ma, vuoi mettere, chi resisterà allo spaghetto a vongole di Salvatore che sarà ancora una volta, senza rischio di blasfemia, un superbo piatto da Dio!
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