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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieLa scuola dei "Costaioli" di Maiori
Scritto da (redazione), domenica 31 gennaio 2021 09:17:42
Ultimo aggiornamento domenica 31 gennaio 2021 09:23:47
di Gabriele Cavaliere
Attivi tra la fine dell'800 e la prima metà del XX secolo, più che una scuola vera e propria i "Pittori di Maiori" o "Costaioli" (non tutti erano maioresi di nascita), presero parte al dibattito dalla cultura europea di quel periodo, divisa tra l'accademismo di maniera e nuove tendenze artistiche ed espressive.
I Maioresi Gaetano Capone (1845 - 1924), che viene considerato il "caposcuola" di questi pittori, Raffaele d'Amato (1857 - 1921), Antonio Ferrigno (1863 - Salerno 1940), Angelo Della Mura (1867 - 1922), Luigi Paolillo (1864 - Vietri sul Mare 1934), Luca Albino (1884 - 1952), Manfredi Nicoletti (1891 - Cetara 1978) e poi Gaetano Cimino (1884 -1957), Gaetano Conforti (1891 - 1971) ed ancora, i "costierini" Pietro Scoppetta (Amalfi 1863 - Napoli 1920), Antonio Rocco (Amalfi 1880 - San Paolo del Brasile 1943), Ignazio Lucibello (Amalfi 1904 - Roma 1970) e Paolo Caruso (Ravello 1908 - 1991), portarono sulla scena artistica internazionale una ventata di colore, di gioia, ma al tempo stesso d'intimismo.
Le loro opere, infatti, traevano ispirazione della figura umana, rappresentata nel suo quotidiano ma anche nel racconto popolare, e dal paesaggio, che raffigurarono come "spazio carico di tensioni e di inquietudini, di passionalità, ricercate nel movimento dei colori, nelle macchie, nelle vibrazioni cromatiche: è quello che Stendhal chiama la "disperazione della solitudine"" (Massimo Bignardi).
Questo modo di dipingere, decisamente di avanguardia, anticipatorio del celeberrimo movimento degli "Impressionisti" della Parigi di fine secolo, riscosse grande attenzione presso critica e artisti d'ogni derivazione, alcuni dei quali vennero a Maiori per incontrarli, confrontare le loro esperienze, in molti casi ad apprendere....
La storia dei Costaioli raggruppa esperienze molto diverse tra loro, storie di viaggi e di emigrazione - dal soggiorno parigino di Pietro Scoppetta a quelli più lunghi e sofferti di Ferrigno in Brasile e di Paolillo e Albino in Argentina, del trasferimento di Antonio Rocco a San Paolo del Brasile - e, a volte, storie di indigenza, spesso i dipinti furono scambiati con generi alimentari o per far fronte a piccole spese.
Ed ecco spiegato perché la maggior parte delle loro opere fa parte di collezioni private, sparse in tutto il mondo. Opere "pubbliche", per così dire, si possono ammirare nel Museo Provinciale di Salerno, nelle sale del Comune di Minori e di Ravello, nel museo Torre di Cetara, presso varie chiese di Maiori e presso il Palazzo Mezzacapo.
In particolare, nella Collegiata di Santa Maria a Mare e nel Convento di San Domenico sono custoditi dipinti di Gaetano Capone, un dipinto di Raffaele D'Amato è visibile nell'abside della chiesa della Madonna delle Grazie; nella chiesa di Santa Maria del Principio a Ponteprimario sono custodite opere di Angelo Della Mura e di Antonio Ferrigno.
Nel Palazzo Mezzacapo, infine, si possono ammirare dipinti di Capone e di Luca Albino e, di quest'ultimo in particolare, il superbo Paesaggio della Costiera vista da Maiori : un'inquadratura insolita: "...sintesi del grande repertorio offerto dalla natura di Maiori..." (M. Bignardi).
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