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Attualità

La Costiera che crolla, distrutta da vincoli assurdi

Inserito da (redazionelda), venerdì 3 gennaio 2020 10:13:50

di Pierluigi Califano*

 

"Cient nunn'è nient acceretter ‘u ciuccio" (che tradotto significa questo: a furia di minimizzare i sintomi della malattia l'asino ammalato morì). Così esordiva mio nonno quando voleva commentare una situazione in cui, davanti ad un problema, la superficialità la faceva da padrona. Ed è quello che direbbe ahimè oggi per descrivere l'attuale situazione in Costiera Amalfitana. Sono decenni che il nostro sistema territoriale è al collasso e oggi, come ieri, sento solo dire "nunn' è nient"! Tutto è iniziato circa trent'anni fa: nel 1987 viene emanata una legge Regionale (la 35/87 denominata "PUT") che mirava alla salvaguardia paesaggistica di tutti i comuni costieri. Un piano innovativo al tempo che salvò la Costiera da cementificazione certa negli anni del boom economico. Nel frattempo la vocazione turistica della Divina diventava predominante nello scenario internazionale rendendo ad alta redditività gli immobili turistici della fascia costiera a scapito dei terreni collinari sempre più abbandonati perché improduttivi anche a causa di una sempre meno redditività del limone sul mercato globale. E qui cominciano i primi "nunn' è nient".

Siamo ai primi anni del 2000 e porzioni sempre più vaste di territorio agricolo sono coltivate ormai soltanto dagli ultimi contadini settantenni che solo per amore della propria terra, ereditata dai padri, coltivano e gestiscono i terrazzamenti. Già in questo periodo si levano i primi timidi appelli da parte di molti studiosi: il sistema terrazzato della costiera è al collasso, senza una politica di tutela e gestione tra poco si arriverà al punto di non ritorno. Appelli che vengono soffocati dal più incisivo e marcato "nunn' è nient"....quello che con il silenzio di istituzioni e politici minimizzava il problema dicendo più di una volta: la costiera è un presepe e come tale va preservato....in fondo cosa ci manca? Da allora la corsa verso il baratro è stata inarrestabile. Anno dopo anno sulla costiera è stato un aumentare di "nunn' è nient". Questa volta concretizzatisi in una marea di divieti, prescrizioni, vincoli, limiti. Il traffico paralizza la costiera? Nunn' è niet...tanto "i pulman e le macchine portano soldi".

Di secondaria importanza che la gente muoia perché non riesce ad arrivare in ospedale o che la vivibilità dei residenti risulti ormai sempre più ridotta... La costiera ha un piano urbanistico (PUT) obsoleto? Nunn' è niet...invece di aggiornarlo limitiamo quanto più possibile gli interventi sul costruito e non ci poniamo più il problema. Questo, e lo dico senza timore di smentita, è la mentalità applicata dalla Soprintendenza di Salerno, dall'autorità di bacino e da tutti gli enti regionali che hanno dovere di "salvaguardare" il nostro territorio...da oltre quindici anni. Inutili i nostri appelli. Noi tecnici siamo visti come i cementificatori, come i pirati che vogliono distruggere il territorio deturpandolo. Noi invece siamo l'ultimo avamposto di una società che vuole vivere in questo territorio ma che per farlo deve averne la possibilità solo grazie ad un sistema di regole certe ed applicabili per tutti gli attori del sistema. E allora siamo noi a lanciare un appello a De Masi, Scurati e Padre Enzo: usate le vostre capacità per gettare ponti tra chi vive e lavora in costiera e chi la gestisce e "dovrebbe" tutelarla. L'appello fatelo alla Soprintendenza che blocca qualunque tipo di intervento anche di recupero o ripristino dei terrazzamenti nascondendosi dietro la finta volontà della "tutela e difesa del paesaggio". Dimenticando che il paesaggio della costiera deve la sua bellezza all'armonia tra costruito e paesaggio naturale. Bloccare il costruito significa influenzarne negativamente anche il patrimonio paesaggistico naturale.

L'appello fatelo ai politici e tecnici regionali, provinciali, comunali che privi di una visione d'insieme condannano la costiera all'isolamento ed all'abbandono. L'appello fatelo agli ambientalisti che fingono di voler tutelare il paesaggio ma nella realtà vogliono salvaguardare solo "la cartolina" senza salvaguardare il sistema che ha generato quella "cartolina". L'appello fatelo alla regione per modificare ed aggiornare il PUT con strumenti di gestione urbana già esistenti e per non far crollare la costiera tutta distrutta da vincoli assurdi, interpretazioni legislative sempre più limitative e una burocrazia egemonica e paralizzante. Usiamo le nostre forze e capacità per unire tutti questi attori intorno ad un tavolo, davanti ad un progetto concreto da condividere. Questo è quello che vorrei leggere nel vostro prossimo articolo. Non dite anche voi "nunn' è nient" ...la costiera ormai è al collasso e non potete, non possiamo, più far finta di non vedere.

 

*ingegnere, presidente APCA (Associazione Professionisti Costiera Amalfitana)

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