Tu sei qui: ChiesaDon Nello saluta Ravello: «Qui ho provato la bellezza di camminare tra la gente e seminare la speranza»
Inserito da (redazionelda), venerdì 9 febbraio 2018 20:42:43
A poche ore dal passaggio di consegne tra Don Nello Russo e Don Angelo Mansi alla guida della Chiesa di Ravello abbiamo salutato il nuovo parroco di Positano. Nello studio che affaccia su piazza Vescovado la scrivania è occupata da documenti e da faldoni sparsi. «Devo mettere in ordine le ultime carte» ci dice visibilmente indaffarato. Nella nuova canonica, nell'ultimo anno la sua casa, la valigia è sul letto, quella di un breve - quanto mai desiderato - viaggio.
Don Nello, allora, pronto a partire? Si aspettava di lasciare Ravello così presto?
Personalmente avevo pensato di trascorrere alcuni anni nella comunità ecclesiale di Ravello ma i nostri pensieri non sono quelli di Dio. Pertanto, resasi vacante la parrocchia che mi ha visto battezzato e generato alla fede e poi alla vocazione sacerdotale, il richiamo dei miei luoghi e della mia gente mi hanno portato ad accettare con viva gioia ed emozione la proposta di monsignor Soricelli all'indomani della nomina vescovile di Don Michele Fusco.
Quattordici mesi a Ravello sono stati pochi ma qual è stata la sua impressione circa "lo stato di salute" della nostra comunità religiosa?
Ravello non la conoscevo, poi ho imparato a conoscerla grazie alle persone, tante, che mi hanno manifestato la loro sete di speranza che alberga nei loro cuori e che ha bisogno di essere alimentata. Tanta buona gente. Ecco: qui ho provato la bellezza di camminare tra la gente e seminare la speranza nel nome del Signore. Mi piace, inoltre, ricordare il mio saluto alla Città di Ravello all'atto del mio insediamento: il richiamo a un'immagine a me molto cara e anche a San Giovanni XXIII: "la parrocchia, la chiesa locale, possa sempre essere come la fontana del villaggio dove tutti possono attingere acqua". In questi 14 mesi posso dire che sono stati in molti ad essere stati desiderosi di abbeverarsi a questa fonte e per questo ho cercato un'apertura totale di questa chiesa che non può permettersi di rimanere chiusa.
Può spiegarsi meglio?
Questa Chiesa di pietre dal passato glorioso oggi deve essere Chiesa viva, in cui ogni battezzato è chiamato ad essere pietra su pietra, unite dalla malta della grazia di Dio. Il mio ringraziamento va comunque a tutti e a ciascuno i quali hanno permesso ciò. Nella Città della Musica ho cercato di essere in armonia con tutti, mi spiace solo per qualche nota stonata, pur comprensibile, ma non in linea con il cammino della Chiesa di papa Francesco.
Probabilmente a Ravello una parte più conservatrice ha "opposto resistenza" rispetto a questo programma di Chiesa viva?
Io direi l'ha resa più ferma, ingessata, non consentendo la possibilità di una Chiesa aperta a tutti.
Quella di Ravello, cittadina conosciuta in tutto il mondo, è una chiesa prestigiosa perché capace di accogliere il mondo che passa da qui. Don Angelo, seppur ravellese, troverà una "casa" totalmente differente da quella che conosceva. Quale il suo "suggerimento"?
Questa parrocchia ha un ruolo prestigioso e importante: viene scelta per tanti matrimoni da coppie di tutto il mondo. Poi il legame con la chiesa Ortodossa attraverso San Pantaleone, venerato come San Nicola subito dopo Sant'Andrea, la rendono chiesa universale, punto d'incontro di diverse razze, lingue e religioni. Per questo deve essere aperta prima ai Ravellesi! E Don Angelo potrà proseguire questa tradizione sotto la protezione di Dio e di San Pantaleone.
Cosa augura Don Nello a Ravello e ai Ravellesi?
Vorrei innanzitutto continuare a sentirmi a casa qui augurando che la società ravellese possa sempre crescere con l'aiuto della comunità ecclesiale. I nostri paesi a forte vocazione turistica rischiano di perdere troppo facilmente la bussola della fede pensando unicamente al progresso economico. Ma è la fede che ci arricchisce realmente!
Grazie Don Nello, buon cammino nel suo ritorno a casa in cui potrà essere maggiormente apprezzato per le sue qualità.
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