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Tu sei qui: SezioniNecrologiSe un Paradiso c’è, un posto è riservato a Mamma Rosa
Scritto da (Redazione), venerdì 24 luglio 2020 11:40:52
Ultimo aggiornamento sabato 25 luglio 2020 11:36:17
di Antonio Schiavo
Si dice che di mamma ce n'è una sola. Dal punto di vista biologico è sicuramente così, ma i percorsi di vita di ognuno di noi ti presentano figure femminili che ti danno affetto e supporto quasi al pari di chi ti ha generato.
Nel mio caso Rosa ha rappresentato proprio questo dono avuto in sorte. Mamma premurosa e attenta di sei figli accuditi come cuccioli finché la salute glielo ha consentito, ha aperto la sua casa e il suo cuore ai figli adottivi che, appunto, quelle strade imprevedibili e spesso impervie dell'esistenza conducevano a lei.
Ho vissuto molti anni a Roma, i primi sicuramente difficili. Era la prima volta che mi allontanavo da Ravello o, comunque, dalla mia famiglia: poca esperienza e il misero compenso della borsa di studio vinta alla RAI, camera ammobiliata prima in Piazza Vittorio e poi ai Colli Albani.
Felice, sì, ma disorientato, frangenti imprevisti e problemi connessi alla giovane età e al primo confronto con il lavoro appassionante ma duro. Insomma, con la vita, con le sue mille sfaccettature non sempre agevoli da affrontare.
Un angelo caduto in volo, così l'avrebbero descritta e cantata Mogol e Battisti. Mario o Alessandro mi invitarono una domenica a pranzo e la seconda mamma Rosa si propose, in maniera straordinariamente sincera e disinteressata, a diventare un punto di riferimento per i miei giorni romani. Fu mamma, sorella, confidente, curò con amore mali fisici e psicologici, mi aiutò a superare attimi di tristezza e delusione.
Braccia aperte, sempre, e parole giuste.
Oggi leggo che ci lascia; i nostri ultimi incontri sono stati paradossalmente (visto il suo carattere aperto e gioviale) scanditi da silenzi. Probabilmente non mi riconosceva più altrimenti mi avrebbe regalato uno di quesì suoi abbracci forti, pieni di affetto.
Sono convinto che, se un Paradiso c'è, in posto sicuramente le è stato riservato. A noi, che rimaniamo finché Dio vorrà, resta il ricordo della sua allegria, della sua bontà e del suo realismo quando per rincuorarti ti diceva, alternando napoletano e romanesco: "Antò nun te preoccupá: ‘a vita è tutta nu tiatro".
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