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Tu sei qui: SezioniNecrologiLorenzo Imperato, l'ultimo testimone del passaggio dalla dittatura all'Italia democratica
Scritto da (redazionelda), domenica 18 luglio 2021 17:12:27
Ultimo aggiornamento domenica 18 luglio 2021 17:18:48
di Salvatore Sorrentino*
È finita un'epoca!
Con la dipartita del professore Imperato, termina, a Ravello, la memoria vivente del passaggio dal Fascismo alla Democrazia, dalla Monarchia alla Repubblica, dalle Amministrazioni comunali del sindaco Mansi alle mie, dai maestri di una volta ai maestri di oggi.
Lorenzo Imperato ha vissuto da ragazzo la formazione alla scuola dura della dittatura, alla scuola dell'obbedisco.
Nello svolgimento della sua professione di maestro ha, ovviamente, conservato qualcosa dell'educazione ricevuta: è stato infatti duro, ma comprensivo, con i suoi alunni; non ha esitato a bocciare, ma ha contribuito al recupero degli allievi; di conseguenza mal ha sopportato, soffrendone pure, il passaggio dalla scuola in cui s'è formato a quella che ha formato i nuovi cittadini.
Lorenzo Imperato ragazzo ha visto, con i propri occhi, passare il Governo dell'Italia dalla forma dittatoriale a quella democratica: non ne ho sicura testimonianza, ma credo di non sbagliare se dico che ha visto, con i propri occhi, entrare nel palazzo dell'Episcopio, e uscirne, il primo Governo dell'Italia libera.
E, finalmente, in questa nuova Italia, non ha esitato a contribuire all'amministrazione della sua città, collaborando con un altro cittadino che s'era formato alla scuola del Fascismo: il sindaco Lorenzo Mansi.
Col sindaco Mansi ha pure fatto parte della Giunta Municipale, assieme anche a qualche suo collega, e fino alle elezioni del 1970, allorché se ne era staccato da un pezzo, non condividendone più i modi, da lui ritenuti ancora non completamente modernizzati.
Siamo, così, giunti alle nuove generazioni, del tutto postfasciste, con l'inserimento, in amministrazione comunale, delle nuove leve, quelle formatesi alla scuola della democrazia e della repubblica parlamentare: i giovani ravellesi neo laureati, il professor Vincenzo Palumbo e lo scrivente, entrambi immessi immediatamente in Consiglio e in Giunta, quali assessori effettivi.
Il professore Imperato era stato, ovviamente, contrario alla nuova formazione amministrativa di Ravello, continuando ad esserlo anche quando, pochi mesi dopo il suo insediamento, il sindaco Mansi, logorato dalle fatiche e dalle difficoltà amministrative del dopoguerra, ci lasciava, orfani del nostro Capo.
Abbiamo, però, saputo reagire e continuare l'amministrazione della città, portando pure una ventata di novità, innovazione, gioventù, e uomini formatisi alla scuola della Democrazia e della scuola per tutti.
Il professore Imperato ha continuato l'opera soprattutto culturale a favore della sua città, collaborando col fratello, don Peppe, alla creazione dell'Associazione "Ravello Nostra".
Abbiamo, in questa nuova era ravellese, avuto modo di migliorare pure i nostri rapporti politici; quelli umani sono sempre stati educati, civili, leali. In questo nuovo clima, abbiamo collaborato, creando numerose iniziative culturali, culminate, durante la mia attività politico-amministrativa, in un'emissione di due francobolli sulle due monumentali Ville, Rufolo, nel 1980, e Cimbrone, nel 1981, le cui celebrazioni furono entrambe affidate alla Ravello Nostra, e da questa egregiamente gestite.
Mai, in Italia, la stessa città aveva avuto il privilegio dell'emissione di due francobolli commemorativi, in due anni consecutivi. Nemmeno Roma.
Agli eredi, in particolare alla signora, maestra Michela, e al figlio avvocato Paolo, che ne ha ereditato la visione culturale e politica, i sensi del mio più vivo cordoglio, nel ricordo di un ravellese benevolo, corretto, onesto.
*sindaco emerito di Ravello
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