Tu sei qui: AttualitàLe ragioni (possibili) di una vittoria, le cause (possibili) di una sconfitta
Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), martedì 5 ottobre 2021 16:26:47
di Antonio Schiavo
Sono quasi le sette di sera del quattro ottobre duemilaventuno, da circa mezz'ora le ombre stanno calando su Ravello, fra poco sarà buio.
Per la lista del Sindaco uscente però è buio pesto già dall'inizio del pomeriggio. Dalle prime schede scrutinate il messaggio che il popolo della nostra cittadina ha voluto esternare con forza inaudita è stato chiaro: il colpo di coda del vecchio leone non c'è stato, nonostante una campagna elettorale condotta con vigore e senza esclusione di colpi.
Insieme per Ravello, capeggiata da Paolo Vuilleumier ha stravinto, al di là di ogni più rosea previsione.
Partendo da Ravello, domenica scorsa portavo con me una convinzione smentita in parte dall'esito delle urne: da mesi avevo ipotizzato la vittoria di questa compagine.
In uno dei miei ultimi articoli politici su questo giornale avevo parlato, sbilanciandomi e attirando non poche critiche, che l'ex Sindaco Vuilleumier poteva mettere in ghiaccio lo spumante dopo le traversie degli ultimi mesi della sindacatura Di Martino.
A fine agosto supponevo che fossero circa 200 i voti di scarto rispetto a Rinascita Ravellese.
Assistendo on line grazie all'opera meritoria de il Vescovado che ha portato la piazza elettorale di Ravello in tutta Italia e non solo e, venerdì, in presenza mi era sembrato che la forbice si fosse ridotta senza, comunque,, mettere in discussione la vittoria finale di Insieme per Ravello. Parlando con i candidati di tutte le tre liste mi ero spinto ad una previsione, assolutamente non scientifica ma basata esclusivamente sulla valutazione del "sentiment" percepito, che vedeva quest'ultima squadra avanti di un gruzzolo di consensi che andava dagli 80 ai 120 voti.
Avevo visto estremamente in affanno Ravello va Oltre sui cui voti ritenevo che, con la consueta abilità, si sarebbe fiondato il Sindaco uscente capace, di riffa o di raffa, di riassorbirne una buona parte.
Così non è stato e il dato "estivo" si è confermato, se possibile rafforzandosi.
Anche il richiamo finale di Di Martino all' "amico ritrovato" è servito a poco a fronte della lamentata mancata difesa dello stesso amico al momento del bisogno nelle intricate vicende della Fondazione che quest'ultimo, con tutta probabilità, si è legata al dito allontanandosi (almeno alla fine) dal campo di battaglia, come un novello Cincinnato.
Detto questo, cerco ora su richiesta del Direttore che si fida evidentemente delle mia modesta esperienza e competenza, di leggere in traslucido i dati finali con una prima analisi ponderata del risultato e di quanto potrebbe averlo determinato.
In primo luogo va data atto al neo-Sindaco di aver saputo mantenere, nei cinque e più anni che lo speravano dalla precedente sconfitta, oggettivamente salda la sua compagine, limitando le fibrillazioni che pure ci sono state al suo interno legate a più o meno legittime ambizioni personali e di ricambio generazionale.
Sta di fatto che, al momento cruciale, pur con qualche mal di pancia, il gruppo è apparso coeso impostando una campagna elettorale netta nelle descrizione del malcontento locale al termine del quinquennio DeMartiniano, lasciando invero un po' ai margini l'illustrazione dei progetti a venire.
La strategia ha pagato ed evidentemente i "sensori" piazzati sul territorio nell'ultimo scorcio di sindacatura hanno prodotto segnali inconfutabili.
Il reclutamento di nuovi componenti in lista, uomini di cultura e buon senso civico, ha fatto il resto.
Sull'altra sponda Di Martino non è riuscito, nonostante la baldanza con la quale si è presentato alla cittadinanza, a far valere il peso di quanto realizzato nonostante il lungo, terribile periodo della pandemia ma che ha scontato, a suo danno, quella che è parsa ai più una strumentale accelerazione finale delle opere messe in cantiere.
Certo, come spesso ho avuto modo di dirgli negli accesi confronti ai quali ad onor del vero non si sottrae, ritengo che abbia sottovalutato la diaspora, per certi versi eterodiretta ("dagli amici mi guardi Iddio") non compensata dagli innesti in lista dell'ultima ora.
Anche il tanto sbandierato foglio bianco delle supposte mancate realizzazioni dell'amministrazione Vuilleumier evidentemente non è stato condiviso dall'elettorato.
Lodevole l'impegno del Dottor Di Palma nel mettere insieme una terza lista che però aveva, almeno nelle percezione dei ravellesi, due criticità di fondo: poco circostanziate e quasi camuffate dal ridotto tempo a disposizione sul palco le motivazioni che portarono al tip tap amministrativo di Cantarella cui sono state addebitate soprattutto le mancate dimissioni da consigliere comunale.
Tardive invece quelle di Di Palma i cui dissapori con il Sindaco, a dar credito a quanto lui stesso ha detto nei comizi, risalivano a ben prima degli ultimi Consigli Comunali quando non gli sarebbe stata riconosciuta la pur meritevole opera durante l'emergenza Covid.
Su tutto, al netto delle diversità caratteriali e di personalità dei due o della impossibilità lamentata di pensarla diversamente su qualche argomento, il mancato rispetto di un patto di alternanza sullo scranno più alto del Municipio è stato visto dagli elettori, a mio modesto avviso, come un intrigo di palazzo che poco o nulla ha a che fare con i veri problemi del paese e con le sue prospettive.
Per non dilungarci, di queste e della realtà con cui si dovrà confrontare Vuilleumier parleremo fra qualche giorno.
Non ci rimane per ora che augurare buon lavoro alla squadra vincente affinchè sia degna del mandato conferitole in maniera così netta e indiscutibile.
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