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Tu sei qui: SezioniLettere al Vescovado"Non è il titolo accademico o il ruolo politico ricoperto il metro di valutazione dell’importanza di una persona"
Scritto da (LdA Journals), domenica 8 maggio 2022 19:28:29
Ultimo aggiornamento domenica 8 maggio 2022 19:41:46
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera giunta in redazione da un lettore de Il Vescovado e rivolta alla nostra collaboratrice Maria Abate che, nella mattinata di oggi, ha partecipato all'intitolazione della piazzetta di Pucara a suo padre, lo chef Carmine Abate.
Ho avuto modo di seguire da remoto la cerimonia di presentazione della nuova toponomastica, tenutasi stamattina (domenica 8 maggio n.d.r.) presso l'Aula Consiliare del Comune di Tramonti.
Cara Maria, questo mio breve scritto è rivolto a te in particolare. Tra le cinque nuove intitolazioni, figura anche quello di tuo padre, lo chef Carmine Abate, scomparso tragicamente il 2 gennaio 2010 in seguito al distacco di un costone roccioso che ha travolto il tetto della struttura ricettiva dove lavorava. Il suo nome da oggi campeggia nella piazzetta di Pucara. Durante il tuo intervento hai acceso un giusto focus sull'importanza di una politica mirata a salvaguardia di un territorio estremamente fragile, soggetto a continui smottamenti, che nei "casi più favorevoli" si limita a provocare disagi alla circolazione mentre, "in quelli decisamente meno", conta vittime sul campo.
Complice l'emozione del momento, hai ammesso di esserti tu per prima stupita quando hai letto il nome di tuo padre tra coloro a cui il Comune di Tramonti aveva deciso di intitolare una strada, affermando che rispetto agli altri (medici ed ex sindaci) tuo padre non era poi così "importante".
Cara Maria, non è il titolo accademico o il ruolo politico ricoperto il metro di valutazione dell'importanza di una persona. Di tuo padre ho un ricordo nitido e mio personale: molti anni fa ero a cena in un ristorante della Costiera Amalfitana, mi ero stupita di come fossero delicati i piatti che avevo assaggiato e di come, ognuno di essi, sapesse esprimere un aspetto del nostro territorio. Tuo padre aveva un'arte: sapeva fondere in ogni ricetta il mare e la montagna, con un'armonia di sapori che era un piacere prima alla vista e poi al palato. Arrivati al dolce assaggiai una delizia al mascarpone che, chiudendo gli occhi, ancora ricordo quanto fosse buona! Chiesi alla proprietaria chi l'avesse preparata e lei mi rispose che era lo stesso che si era occupato anche del primo e del secondo piatto. Lo vidi spuntare dalla porta della cucina, una presenza "importante", avanzava al centro della sala per raccogliere il giusto merito quasi imbarazzato. Ringraziava e sorrideva chiudendo gli occhi e chinando il capo di lato. Proprio come fai tu.
Se il ricordo di quella splendida cena, a distanza di tanti anni, è ancora vivo in me, immagina quante altre persone, anche turisti, assoceranno alla loro visita in Costiera Amalfitana la maestria e la versatilità dell'arte di tuo padre. Anche questo è un modo per far conoscere la nostra terra, l'aspetto più verace e quotidiano, quello che declina la vivacità dell'estro con le note armoniche dei prodotti locali, di mare e di terra. Tuo padre era un'artista della cucina, umile e lavoratore. Non era meno importante degli altri. Non dirlo più.
Un abbraccio.
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