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Tu sei qui: SezioniCronacaAmalfi, riduzione delle misure interdittive ai 6 parcheggiatori sospesi
Scritto da (redazione), martedì 20 ottobre 2020 11:41:39
Ultimo aggiornamento martedì 20 ottobre 2020 12:59:21
Il Tribunale di Salerno accoglie parzialmente l'appello delle difese dei sei parcheggiatori amalfitani, dipendenti della municipalizzata Amalfi Mobilità, destinatari della misura cautelare di sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio.
Per i sei indagati l'ipotesi di reato di truffa aggravata (per uno di loro l'aggiunta di favoreggiamento).
Con ordinanza che porta la data odierna, la Sezione del Riesame (presidente Gaetano Sgroia, giudici Enrichetta Cioffi e Annamaria Ferraiolo) ha ridotto la misura cautelare dei sei indagati che il Gip Alfonso Scermino aveva fissato in un anno.
Per tre di loro è stata dimezzata (6 mesi), per altri due ridotta a 8 e per uno a 9 mesi.
Confermata, comunque, la valutazione del Gip circa la truffa aggravata, non quella del peculato.
A difendere le ragioni degli imputati gli avvocati Felice Lentini, Francesco Gargano e Giovanni Torre che si sono visti accogliere, seppur parzialmente, l'appello proposto al Riesame.
Per i tre assistiti dell'avvocato Gargano il riesame ha dichiarato inutilizzabili tutte le intercettazioni sia in relazione al reato di truffa che di favoreggiamento.
Si attende ora la conclusione delle indagini e l'avvio del processo.
I FATTI
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Amalfi era partita in seguito a segnalazioni da parte di alcuni avventori del parcheggio sul porto, di una inusuale consegna della somma da pagare per il servizio direttamente all'ausiliario alla sosta, invece che inserirla nell'apposita cassa automatica.
L'operazione, denominata "Berma Parking", in ragione del nome del parcheggio oggetto d'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno, ha visto, dall'ottobre dello scorso anno, mirati servizi di osservazione e pedinamento condotti dai militari diretti dal capitano Umberto D'Angelantonio.
I Carabinieri hanno voluto vederci chiaro, verificando personalmente le condotte poste in essere dai sei parcheggiatori: effettivamente, grazie anche all'acquisizione di alcune telecamere di videosorveglianza, è stato possibile accertare che gli indagati, in oltre 300 episodi riscontrati in soli tre mesi di osservazione, dopo aver verificato mediante l'apparecchio elettronico che conteggia il tempo effettivo di sosta, si facevano consegnare la somma dovuta per il parcheggio dai numerosi turisti che avevano usufruito del servizio e, invece di inserire il dovuto nell'apposita cassa continua, intascavano il denaro, restituendo agli avventori un chip coin "scarico", che apriva la sbarra posta all'uscita del parcheggio.
In altre circostanze, invece, gli operatori invitavano gli utenti ad attendere in auto nell'area di uscita dal parcheggio, riscuotendo direttamente il denaro previsto per la sosta e consentendo l'uscita delle vetture con l'attivazione manuale della sbarra, mediante l'apposito pulsante di emergenza, bypassando così l'utilizzo della cassa automatica.
Già lo scorso 14 ottobre, i militari dell'Arma avevano tratto in arresto un altro dipendente della municipalizzata di 65 anni, per i medesimi fatti, colto nella flagranza del reato di farsi consegnare da alcuni malcapitati viaggiatori, chiaramente ignari di quanto stava accadendo, la somma di danaro per il pagamento del parcheggio, ricevendo in cambio (anche in quel caso) un chip coin, preventivamente scaricato, per uscire con la loro vettura.
Per comprovare le condotte criminose, i turisti, lasciata l'area di sosta, venivano invitati in caserma dai Carabinieri per riferire nel merito, dove hanno confermato per filo e per segno quanto loro accaduto.
Visti gli elementi raccolti, univoci e fortemente concordanti, nell'arco dei mesi in cui si è svolta l'indagine, supportata anche da attività tecniche di intercettazione telefonica, il GIP del Tribunale di Salerno ha emesso nei confronti degli indagati - che hanno cagionato alle casse comunali un danno di circa 10mila euro - la misura della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio o servizio per dodici mesi, con interdizione totale dalle attività ad esse inerenti.
Le indagini proseguiranno per approfondire se ci sia il coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.
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