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Tu sei qui: SezioniAttualitàEpidemia e liberazione: il senso di una lotta collettiva
Scritto da (Redazione), venerdì 24 aprile 2020 23:12:25
Ultimo aggiornamento venerdì 24 aprile 2020 23:12:25
di Paolo Russo*
Una mattina mi sono svegliato, anzi... ci siamo svegliati con un invasore sconosciuto e temibile, che ha innescato una fase complicata, un periodo triste e difficile per tutti. Una situazione nella quale il senso di comunità ha finito infine per prevalere e ha guidato i nostri atteggiamenti improntandoli alla collaborazione e alla responsabilità. Non è stato facile restare reclusi in casa, rinunciare ai rapporti sociali, ma in moltissimi ci sono riusciti, interiorizzando il senso di una lotta combattuta insieme agli altri.
Credo però che vadano evitate analogie semplicistiche con la lotta di 75 anni fa: il fascismo, le sofferenze che inflisse, la guerra, sono atrocità che incidono sulla nostra dimensione di uomini, chiamandoci a una riflessione ininterrotta su noi stessi e sul tipo di società che realizziamo. La dittatura non fu determinata da un virus, ma da concrete situazioni sociali, culturali ed economiche. Né fu sconfitta da un vaccino, ma dalla riappropriazione collettiva del senso di civiltà e di umanità. Al giorno d'oggi va bene sventolare bandiere e intonare inni, ma a chi retoricamente si inorgoglisce e accontenta di inni e di bandiere va rammentato che è assai più patriottico adempiere al proprio dovere di cittadini: rispettando la Costituzione, applicandone i principi, diffondendone i valori.
In questo 25 aprile speciale, vanno elogiati perciò i tantissimi italiani che si sono attenuti ad obblighi anche gravosi. Vanno elogiati tutti quelli che hanno continuato a fare il proprio dovere responsabilmente: operatori sanitari, forze pubbliche, volontari, lavoratori rimasti in servizio, imprese che hanno scelto di tutelare la vita prima che il profitto.
A chi continua invece a seminare odio, a disconoscere la storia divulgando rancore e incitando all'intolleranza e al disprezzo, vanno opposte le stesse ragioni che nel ‘45: la libertà va difesa contro le sopraffazioni, contro le ingiustizie, e contro l'ignoranza e l'egoismo che ne stanno alla base e che le animano. Partigiani ancora oggi, perciò: della verità e della conoscenza.
*docente in Diritto, Consigliere comunale di Minori
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