NecrologiAddio Aureliano, al funerale fumogeni e striscione dei “Boys” granata [FOTO]

Addio Aureliano, al funerale fumogeni e striscione dei “Boys” granata [FOTO]

Inserito da (redazionelda), mercoledì 23 maggio 2018 18:32:44

di Angelo Sammarco

Aureliano è stato un inno alla vita, ovunque sia andato, con chiunque sia stato ha sempre donato amicizia e gioia.

L'esuberanza di Aureliano arrivava dagli occhi,dal suo sorriso, prima ancora che dalle parole. In questi ultimi tempi questa sua innata qualità, almeno nei miei confronti, si era accentuata. Bastava che arrivasse nel negozio ed esclamasse un semplice "Wé" per farmi sobbalzare, era la luce. Come quando è venuto prima di Pasqua, per me è stato quello il giorno della resurrezione. Sensazioni che possono descrivere tutti quelli, un numero incalcolabile, che hanno avuto la fortuna di stare con lui e lo hanno amato.

 

Quarantacinque anni intensi, intrisi di bontà, divertimento e tanta concretezza. Abbiamo trascorso lunghi periodi esaltanti, allegri, spensierati.

 

Gli anni delle moto, delle discoteche, delle corse sulla Y10 al mercato ortofrutticolo di Napoli dove una volta ci rifilarono un mezzo pacco per due giubotti di pelle. Gli anni di quando siamo diventati pazzi per la Salernitana e con la Renault 5 rossa di Annamaria andavamo ovunque. La mitica finale al San Paolo, l'esodo leggendario, partimmo quasi in cento da Minori e si fuse il motore della macchina, ma a noi non ce ne fregava, dovevamo festeggiare la "B" e lo facemmo alla grande.

Gli anni dei Boys Granata, coinvolgemmo un paese intero, delle domenica in curva, della trasferta col treno a Verona, quella dei "pochi al Bentegodi". La mentalità. Ieri mi ha telefonato Marco Apicella e insieme agli altri vogliono tributare l'affetto degli ultras. Onore a voi ragazzi.

Gli anni dei tornei di calcetto, il memorial "Cammarota", il karate, la bici, il body building, la corsa, eri incontenibile,una forza della natura.

 

Gli anni delle nottate del 27, dell'auto piena di fuochi, dei cenoni in compagnia, momenti che aspettavamo con trepidazione di vivere per un anno intero e poi onoravamo con tutti i crismi.

La finale del mondiale in America con tutta la banda a casa tua, sul più bello si surriscaldò il televisore e per continuare a guardarla dovemmo soffiare all'interno con un cartone, fino ai rigori.

 

Le estati nel magazzino di limoni dove tra un lavoro e l'altro non lasciavamo in pace nessuno, sul' ammuin', ancora mi rimbombano nelle orecchhie le urla di tua mamma e di zio Enzuccio.

Gli anni della politica, delle riunioni a Napoli, delle notti ad attaccare manifesti in tutta la costiera, come quando ti sei candidato alle elezioni provinciali, della sede che prendemmo a Maiori e per mantenerla vendevamo il cartone facendo a gara col "centodenti" a chi lo raccoglieva prima.

Per l'ideale hai avuto grande rispetto e sei stato rispettato. Come quando ti sentisti male a Messina ed eroicamente fermasti il camion prima di perdere i sensi. In una terra lontana, al tuo capezzale arrivarono gli esponenti di Forza Nuova, inviati dal segretario nazionale Roberto Fiore, per starti vicino.

 

Quando arrivammo non riuscivi a parlare e a muoverti, ma tu ai miracoli ci hai abituati. Dopo poco tempo, dopo esserti leccato l'ennesima ferita, come un leone ti sei rialzato e sei ripartito con nuovi orizzonti davanti e altri obiettivi. Ti sei avvicinato sempre di più al nostro Dio.

Una adorazione esemplare, un grande servitore di Nostro Signore, che ancora oggi molti non comprendono. Per Aureliano a differenza della massa la fede non è ostentazione ed interpretazione di comodo della Dottrina, ma è osservanza delle rigide regole Divine, nel tempo modificate dall'uomo a seconda dei cambiamenti e degli umori. Semplicemente questo.

Accanto a te Nadia, una grande donna, una grande moglie, una grande mamma. Il cuore si è fermato, tu no. Tu continui a vivere in Annamaria, Alessandra, Trofimena, Vincenzo, Caterina, in tua madre e tua sorella Alessandra e in tutti quelli che ti hanno amato e sempre lo faranno, ricordando i tempi belli ogni quando ne avremo l'occasione.

 

Quarantacinque anni che ne valgono mille per quello che hai fatto e che sei riuscito a dare, se penso che poi sono stati intervallati anche da tanti frangenti negativi allora rimango sempre più convinto di aver avuto la fortuna di stare con un guerriero unico, gente con la tua stessa storia non ne conosco, anche Nadia a volte diceva: "Allora ho sposato veramente Highlander?".

 

Quando accusasti il malore a Messina mi trovavo a casa, di fronte alla finestra c'era la montagna, la prima cosa che mi venne da fare allora fu pregare Maria Santissima Avvocata, te l'ho raccontato anche in seguito. Il tuo saluto è arrivato il giorno dopo la sua festa, a distanza di dieci anni. La Madonna ti accolga e dacci la forza di combattere come hai fatto tu e continuerai a fare a fianco a Dio. Ciao Aurelià!!!

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