Tu sei qui: MondoSigiIl ricordo di Bartolo Bonito a 10 anni dalla morte
Inserito da (Admin), mercoledì 1 marzo 2023 07:18:25
di Sigismondo Nastri
"Ma quei d'Amalfi, cui la lunga spada era misura, a patria più lontana andavano..." (Gabriele d'Annunzio).
Ogni volta che un mio conterraneo - nato in Costiera, voglio dire, o originario della nostra zona - sale agli onori della ribalta perché s'è fatto valere, dando lustro così alla sua terra, per capacità, qualità professionali ed umane, mi si riempie il cuore di gioia. Lo scrissi in un post datato 6 aprile 2000. Feci anche dei nomi, solo a mo' di esempio, sapendo quanto sia difficile portare avanti una sorta di censimento.
Se ne troverebbero davvero tanti tra i contemporanei, attivi in tutti i campi, e quelli ormai a riposo, dopo una vita di lavoro intensa e ricca di soddisfazioni. E anche tra quanti, trapassati e dimenticati dalle comunità di appartenenza, restano presenti nella memoria di coloro che li hanno conosciuti o ne hanno sentito parlare.
Avevo già trattato l'argomento nel mio blog (MondoSigi, ndr) il 1° marzo 2013, esattamente dieci anni fa, chiedendo che si puntasse a creare un albo dei personaggi eccellenti della Costa d'Amalfi che in Italia e nel mondo hanno dato o danno lustro alla loro terra. Magari solo per consegnare a ciascuno [personalmente, o ai familiari, nel caso di persone defunte] un attestato di benemerenza. L'idea mi torna oggi alla mente, scorrendo la lettera - che mi è stata data da leggere - di Oscar Luigi Scalfaro, all'epoca ministro dell'Interno, poi diventato Capo dello Stato, indirizzata al dottor Bartolo Bonito in occasione del suo collocamento a riposo.
E' datata 26 novembre 1986. «Nel corso della Sua carriera - scriveva Scalfaro - Ella ha dimostrato di possedere uno spiccatissimo spirito di iniziativa ed eccellenti qualità organizzative e direttive, testimoniate peraltro dai numerosi riconoscimenti ricevuti». E questo, in particolare, «nell'espletamento delle impegnative funzioni di Questore nelle province di Forlì e L‘Aquila e di dirigente l'Ispettorato Generale "Viminale"».
Una carriera, quella di Bartolo Bonito (Amalfi 24.3.1922-Roma 3.1.2013), lineare, tutta svolta nel delicato settore della Pubblica Sicurezza. Con queste tappe fondamentali: Vice commissario (1949); Commissario capo (1961); Vice questore (1962); Capo Commissario di P.S. di Villa Glori-Parioli a Roma (1964); Dirigente dell'Ufficio di P.S. presso la Rai-Tv e poi Dirigente dell'Ufficio di P.S. presso l'Università di Roma (1965); Direttore della Divisione "Ordine pubblico e stranieri" al Ministero dell'Interno (1973); Dirigente superiore e Questore di Forlì (1980); Ispettore generale di P.S. presso la Camera dei Deputati (1981); Questore dell'Aquila (1982); Dirigente l'Ispettorato Generale di P.S. "Viminale" (1984); Prefetto (1986).
Non credo di averlo conosciuto, se non di vista. Non ne ho ricordi. D'altronde aveva tredici anni più di me [che sono prossimo a compierne 88] ed era andato via da Amalfi giovanissimo, subito dopo aver conseguito la laurea. Non ci tornava spesso. Conoscevo bene, però, il padre, don Michele, rinomato ebanista, che aveva la falegnameria in Via Pietro Capuano, dirimpetto al portone dell'edificio dove abitava don Alfonso Di Salvio, collega di mio padre, un anziano signore di raffinata cultura, dal quale - ero ragazzino - andavo di pomeriggio per il doposcuola.
Michele Bonito l'ho frequentato fino al 1960 quando, divenuto anziano, ha chiuso quel laboratorio, che aveva avviato, reduce dal fronte, alla fine della prima guerra mondiale. Abitavo a Valle dei Mulini e, passando di là, mi fermavo sempre per scambiare con lui qualche parola. Era un uomo saggio e buono, maestro nel lavoro e nella vita, premiato con medaglia d'oro al merito nel 1959 e insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto nel 1970.
Tale padre, insomma, tale figlio. Come dice il proverbio, è dal frutto che si conosce l'albero [o viceversa, che fa lo stesso].
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