Tu sei qui: Economia e TurismoTurismo Religioso in Costa d'Amalfi: il fascino delle antiche liturgie della Settimana Santa
Inserito da (ilvescovado), sabato 8 aprile 2017 14:37:44
Di Giuseppe Liuccio
Ci sono tappe nel dispiegarsi dell'Anno liturgico che coinvolgono emotivamente l'animo ed accendono i riflettori sullo schermo della memoria a scandire i ritmi della fanciullezza e della giovinezza lontana. Una di queste è, fuori dubbio, la Settimana Santa con il susseguirsi di riti carichi di suggestioni e di emozioni. Assistiamo, in questa settimana, alla teatralizzazione di un evento che ha cambiato il corso della storia ed ha connotato di pensieri profondi e di tensioni ideali la nostra civiltà. Si tratta di un evento che da venti secoli rinnova il miracolo dello scandalo sublime di un Dio che si fa uomo ed attraverso il vilipendio della Croce, riscatta e redime l'uomo.
Oggi, come ieri, la gente affolla le chiese della Costiera, dalle sontuose cattedrali, cariche di storia e d'arte, alle collegiate decorose nelle linee architettoniche e negli arredi lignei, frutto dell'estrosa manualità di artigiani e artisti, alle chiesette dei villaggi, trafitte, alle vetrate povere, dai bagliori della primavera e fresche di profumi di campagna. Si comincia dalla Festa delle Palme, che vede il sacerdote officiante benedicente tra ali di popolo festante che agita ramoscelli di ulivo e fa da controcanto alla sonorità del latino che rievoca l'ingresso di Cristo a Gerusalemme: «Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum...». E lui, il sacerdote officiante, camice bianco e stola violacea, snocciola cantilenante il "Passio".
A sera, con le prime ombre, la scena è tutta di Ravello con la Via Crucis, che si snoda lenta per tutto il Centro Storico. Già la prima tappa è di straordinaria suggestione nella cornice della bellissima Piazza della Fontana Moresca carica di storia ed arte e nella Chiesa di Sant'Agostino, che costituiscono, già da sole, una cornice di intensa emozionalità alle prime due scene della teatralizzazione figurata. Si sale, poi, per viale D'Anna per sostare a Piazza San Giovanni del Toro davanti all'omonima Chiesa, vanto di Ravello e dell'intera costiera. Ed il pellegrinaggio d'amore e di cultura, oltre che di ritualità, attraversa la suggestiva via dei grandi alberghi per dove è passato e ha fatto storia il Turismo di qualità, anzi di eccellenza, del mondo, scende per Via Wagner, costeggiando il Duomo, imbocca via Roma festosa e colorata di attività commerciali per raggiungere la Chiesa di Santa Maria a Gradillo. Il ritorno è per Via della Marra, a memoria di antico castello per, poi, sbucare nell'accogliente Piazza Duomo gremita di fedeli per la tappa conclusiva con l'ultima postazione teatralizzata sul palcoscenico naturale della scalinata della storica monumentale Cattedrale.
E riesce difficile stabilire se i turisti dall'Italia e dal mondo subiscano più il fascino della monumentalità della storia prestigiosa e dell'arte millenaria della città, o lo spettacolo tanto insolito quanto suggestivo delle candele della lunga processione dei fedeli compunti e litanianti, lucciole d'amore in gara con le stelle che brillano nel blu lavagna del cielo a cupola dei Lattari o la dolce suggestione della commovente teatralizzazione della Passione di Cristo. E non sarà né la prima né la sola suggestione di questa settimana che riserva la Costiera. Ci saranno nei giorni a seguire i riti dell'ultima cena, della benedizione del pane, della lavanda dei piedi, dell'esaltazione del mistero sacramentale dell'Eucarestia del Giovedì Santo, i "sepolcri" del Venerdì, la benedizione dell'acqua e del fuoco (simbolo della vita che si rinnova) del Sabato, fino al trionfo della Pasqua nel tripudio delle campane e nella gloria della luce con nell'aria i passeri impazziti di sole, amore e voli.
Ogni giorno di questa settimana, per quanti, come me, che vivono nella sospensione della nostalgia della lontananza, è da vivere con grande partecipazione emotiva. Lo farò a Minori, dove le ritualità acquistano suggestioni coinvolgenti nella processione e nei canti dei "Battenti", nella scenografica Processione del Cristo Morto ad Amalfi, con il sottofondo degli struggenti canti di Tirabassi, che cadenzano il passo dondolante dell'Addolorata che fissa lo sguardo dolente sulla bara del Figlio Morto. A Minori, dicevo, le ritualità acquistano suggestioni coinvolgenti nella processione e nei canti dei "Battenti", che indossano un saio bianco con il cappuccio, ed in vita una cintura di canapa grezza che rappresenta le flagellazioni penitenziali. La prima parte, il pomeriggio del Giovedì Santo, sfila per le vie principali del borgo, mentre vengono annunciati gli ultimi momenti della vita di Gesù. I Battenti intonano il canto straziante nel cosiddetto "Ton'e vascie", "il tono basso". ll venerdì mattina, all'alba, i Battenti continuano la loro azione penitenziale intonando i canti della passione col "Ton'e coppe", il "tono di sopra". Ma la scena da pelle d'oca, il momento certamente più suggestivo sia a Minori che ad Amalfi, è la processione del Cristo Morto. Tutti i fedeli, compunti, si predispongono ad accogliere il lento e maestoso e mesto corteo della statua del Cristo e della Madonna in lacrime per la morte del Figlio ed, allora, tutti, indigeni e turisti di mezzo mondo, hanno la netta sensazione che la Costa merita più che mai l'appellativo di Divina.
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