Tu sei qui: CulturaTre poesie estive di Giannino di Lieto, voce autentica di Minori
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 11 agosto 2025 08:49:19
Tre componimenti che profumano di mare, di vento e di luce mediterranea, in cui la memoria si intreccia alla vita quotidiana e ai gesti antichi della Costiera Amalfitana. Mater, Lama della zecca e Marmorata appartengono alla voce limpida e personale di Giannino di Lieto (Minori, 1930 - 2006), poeta del Secondo Novecento capace di sfuggire alle mode per seguire un proprio, inconfondibile itinerario creativo.
Nei suoi versi, la parola diventa materia viva che racconta la gente, i luoghi e le emozioni di un tempo, con un'attenzione affettuosa al dettaglio e al respiro del paesaggio.
A riproporle oggi ai lettori è il figlio, avv. Giovanni Maria di Lieto, che ne custodisce e tramanda la memoria, invitando a leggere l'estate non solo come stagione, ma come condizione dell'anima.
Mater
Nella vecchia casa
coi muri scambiati
sabbia e scoglio
aspetta una mamma
in mano un rosario
che venga qualcosa
di là dal mare
una barca
una vela
una voce il vento porterà
d'antico amore
di grotta in grotta
fluttuanti
per ombre
cocenti di giorno.
*****
Lama della zecca
Una conchiglia
la notte
senti
la voce del mare
il desiderio
placato sulla sabbia
i piedi nudi
io ti sorprendo
le mani
a fare scudo al seno
implorante felicità senz'occhi.
*****
Marmorata
A mezzogiorno si prende la barca
andiamo a far l'uva:
nel giardino l'avaro
dorme si sa nella grotta
accovato fra paglia e saggina
sotto la poppa
i panni arrotolati
in mezzo le povere scarpe
sono già da risuolare.
È calmo settembre
e l'acqua tagliata dai remi
ci svela dal fondo le secche
le spine dei ricci.
Passiamo la torre
rovesci di palma
ma quando s'approda
c'è chi è nervoso:
l'uva è matura che cresce
sopra gli scogli.
La buttano giù come viene
quanta ne buttano con gli
acini verdi.
Stride un gabbiano
un segnale si torna
prima le donne
avanti fratelli si salta
è chiuso il cancello.
Come uccelli becchiamo la pigna
che pende di mano al più svelto
si ride si sente al contatto
il lieve tepore
delle carni nude
si ride si ride.
*****
Giannino di Lieto (Minori, 1930 - 2006) è stato una figura esemplare della poesia italiana del Secondo Novecento, sempre incline allo smarcamento rispetto alle mode o alle tendenze imperanti (Massimo Migliorati).
È stato un poeta che ha svolto un raffinato discorso in modo tutto proprio, al di là dei comuni moduli della poesia italiana. Alla ricerca della Poesia Nuova, di una propria visione della poesia, della parola, della storia ("piccole grandi parti di vivere consumato per amore").
Opere, Interlinea 2010 (saggi di Giorgio Bàrberi Squarotti, Maurizio Perugi, Luigi Fontanella, Ottavio Rossani), raccoglie in un solo volume l'intera produzione letteraria di Giannino di Lieto.
"Tu non perisci
non sei distrutto
resta fra la gente il tuo nome
esiste il tuo nome tra gli dei"
(Dai testi delle Piramidi)
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