Tu sei qui: Chiesa‘Sale in Zucca’, il 31 ottobre a Ravello è festa religiosa
Inserito da (redazionelda), martedì 25 ottobre 2016 14:15:39
Halloween in maschera con "dolcetto o scherzetto"? No grazie. A Ravello, la serata del 31 ottobre si trascorrerà con il "Sale in zucca": bambini dai ai 12 anni si ritroveranno alle 18 e 30 presso il Monastero di Santa Chiara per una serata all'insegna del divertimento legato al credo religioso.
L'ideaa è del giovane sacerdote Don Raffaele Ferrigno che ha già investito le mamme della preparazione di dolci e prelibatezze per la festa.
«È chiamata notte di Halloween e molti, i giovani soprattutto, non vedono l'ora di scatenarsi tra balli, maschere, vampiri, streghe e zucche - spiega Don Raffaele -. Per i cristiani, però, la sera del 31 ottobre è prima di tutto e soprattutto la notte dei Santi. Ecco perché va vissuta "col sale in zucca". Penso che non si possa seguire la strada della condanna, ma piuttosto quella dell'ironia. Va ribadita la necessità di richiamare il senso cristiano di questa festa e non restare culturalmente passivi, senza permettere che passi il messaggio pagano e dissacrante che può contenere, ma anche senza alzare palizzate. Ci sono tanti giovani cattolici che fanno festa senza per questo mettere in discussione la loro fede. Halloween è un fenomeno culturalmente complesso e quindi anche la nostra risposta deve essere complessa. Altrimenti, semplificando, rischiamo di escludere. Anche su questo tema vale il richiamo di Papa Francesco a includere sempre, educando, attraverso un accompagnamento saggio e paziente.
Ci chiedono addirittura le strutture della parrocchia.
Che fare? Documentarsi ed esserci!
P.Gulisano e B.O'Neill hanno scritto un libretto dal titolo "La notte delle zucche. Halloween: storia di una festa" (Ancora, Milano, 2006) dove affrontano il dilemma se tra la notte di Halloween e la festa cristiana dei santi c'è opposizione o continuità. Al termine della loro analisi arrivano ad affermare che questa festa può essere occasione per una riscoperta dei valori insiti
nelle ragioni che hanno dato origine a questa tradizione, "liberandola dalla dimensione puramente consumistica e commerciale e soprattutto estirpando la patina di occultismo cupo dal quale è stata rivestita". "Si faccia festa, dunque, una festa a lungo attesa, e si spieghi chiaramente che si festeggiano i morti e i santi, l'avvicinarsi dell'inverno, il tempo di una nuova stagione e di una nuova vita. Si festeggi san Martino, si mangino zucche, le fave e i dolci. Oratori, scuole e famiglie si impegnino in modo positivo e perfino simpatico affinché i bambini vengano educati a considerare la morte come evento umano, naturale, di cui non si debba aver paura. Tutto ciò, magari anche sotto la forma del gioco, può essere frutto di profonda riflessione e, perché no, di conversione. In fondo, non c'è nessuno che di fronte alla morte non si senta mettere in questione il proprio stile di vita, fosse pure per una volta all'anno ... all'inizio di novembre".
In visita alla famiglia, una sera della scorsa settimana, sono stato accolto dal nipotino rigorosamente vestito da piccolo fantasma. Avrei potuto rimproverare i suoi genitori, dimostrare il mio disappunto per questa palese conformazione alla mentalità consumistica, dimostrarmi freddo e distaccato. Sarebbe servito solo a me, a sentirmi a posto col mio dovere di zio prete. Ho preferito condividere i dolcetti della nonna, ricordare il nonno che egli amava tantissimo e provare a immaginarlo in cielo con Gesù felice del nostro pensiero».
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