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Chiesa

Il messaggio per la 55esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali

Papa Francesco: "Per raccontare la realtà occorre andare e vedere, no a informazione fotocopia"

"Dalla crisi dell'editoria rischio informazione appiattita" afferma il pontefice che sottolinea l'importanza dei media: "Senza ci sarebbe il rischio di raccontare la pandemia con gli occhi dei ricchi". E invita a smascherare le fake news

Inserito da (redazionelda), domenica 24 gennaio 2021 09:54:31

"Pensiamo al grande tema dell'informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in "giornali fotocopia" o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell'inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, "di palazzo", autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell'editoria rischia di portare a un'informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più "consumare le suole delle scarpe", senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni".

Lo si legge nel messaggio di Papa Francesco per la 55esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest'anno si celebra, in molti Paesi, il 16 maggio, Solennità dell'Ascensione del Signore.

 

"Se non ci apriamo all'incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero", prosegue il Papa. La rete moltiplica la capacità di racconto, ma ci sono rischi "La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze", ma "sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche". "Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. Tale consapevolezza critica - continua il messaggio - spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere".

 

Grazie al coraggio dei media, senza di loro impoverimento per l'umanità "Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiosità, un'apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all'impegno di tanti professionisti - giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi - se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita non solo per l'informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità" si legge ancora nel messaggio del Santo Padre. "C'è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una "doppia contabilità".

 

Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti. Chi ci racconterà l'attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell'Asia, dell'America Latina e dell'Africa? - prosegue il Pontefice nel suo messaggio - Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l'ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri".

 

Smascherare le fake news, tutti siamo responsabili "Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere" conclude il Papa, a proposito dei "rischi di una comunicazione social priva di verifiche", in cui "le notizie e persino le immagini sono facilmente manipolabili", "anche solo per banale narcisismo". Senza "demonizzare lo strumento", occorrono "una maggiore capacità di discernimento" e "un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti".

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