Tu sei qui: ChiesaDuomo di Ravello e Duomo di Amalfi: un seminario svela i segreti della loro arte simbolica
Inserito da (Admin), giovedì 2 giugno 2011 08:37:09
di Maria Carla Sorrentino
Lo scorso 20 maggio si è aperta a Ravello una tre giorni di approfondimento su arti sacre e liturgia. Nelle sale di Villa Rufolo, infatti, si è svolto a due anni dalla prima edizione il seminario "Il Duomo di Ravello e quello di Amalfi: simboli e immagini" nell'ambito del Master di II livello "Architettura, arti sacre e liturgia", organizzato dal Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, dall'Università Europea di Roma e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello.
L'argomento del seminario ha reso molto interessante i vari interventi dei relatori che partendo da un approccio al tema molto generale hanno poi ristretto il campo ponendo attenzione alle opere d'arte contenuti nei due scrigni della Costa d'Amalfi.
Dopo i saluti portati ai partecipanti dal sen. Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario, che ha sottolineato come sia importante per le comunità locali che intorno a due evidenze architettoniche religiose della Costa possa aprirsi un dibattito che ha finalità didattiche per coloro che sono chiamati a costruire, restaurare edifici di culto e ad operare nell'ambito dell'arte sacra, e l'introduzione ai lavori fatta dall'Ing. Salvatore Claudio La Rocca e dal Prof. Pietro Graziani, membri del Comitato Scientifico del Centro Universitario, hanno preso il via i lavori.
Tra i vari interventi, tutti particolarmente notevoli per il contenuto innovativo nella storia degli studi del settore, ha richiamato l'attenzione di tutti i partecipanti quello di Don Nicola Mattia che ha presentato un'approfondita analisi dei simboli che si incontrano nell'arte sacra con particolare rapporto con i luoghi delle Sacre Scritture a cui essi sono collegati. Il breve excursus sull'ambone Rufolo e su quello Rogadeo ha permesso di comprendere al meglio ciò che gli antichi coglievano più facilmente di noi nella simbologia legata ai bestiari e erbari medievali.
Qui la stella a sei punte che costituisce la decorazione che si ripete quasi ossessivamente sull'ambone è il simbolo di Gesù a cui si rivolge la Chiesa innamorata del suo Signore; il gallo e l'allodola, entrambi animali che cantano al sole nascente, simbolo di Cristo, sulla lastra laterale del pannello centrale, sono rivolti verso il lettorino dove veniva posto il Vangelo, mentre l'Agnello crociato, simbolo di Cristo stesso, guarda l'assemblea, posizione che ha un forte significato, considerato che l'allodola, tra tutti gli animali, è quella che ha più richiami al linguaggio simbolico: la Chiesa che si solleva verso Dio (relativamente al fatto che l'allodola si solleva orizzontalmente verso il sole che sorge), gli annunciatori del Vangelo che di fronte al mistero che Cristo sono in silenzio (l'allodola suole rimanere in silenzio nei campi di grano), la testimonianza stessa di Cristo che annuncia la Buona Novella (il canto dell'allodola); la Vergine Odegitria, del pannello laterale, accompagna lo sguardo dell'osservatore verso Cristo e la sua Parola che vengono proclamati dal diacono. Per quanto riguarda poi l'ambone Rogadeo, Don Nicola Mattia ha messo in evidenza che nulla era lasciato al gusto della committenza o alla sensibilità dell'artista ma anche dove alcuni aspetti sembrano rispondere a stilemi artistici proprio lì si nasconde il simbolo: la coda della pistrice disegna un otto che è simbolo dell'ottavo giorno, annuncio dell'eternità.
Il relatore ha poi posto l'attenzione sul fatto che il linguaggio artistico della Chiesa quando non trovava un corrispondente simbolo nelle figure reali pescava nella simbologia mitologica, come nel caso dell'araba fenice che, la leggenda vuole, quando sta per morire fa un nido alto e si lascia bruciare dai raggi del sole rinascendo poi dalle sue stesse ceneri, oppure si rifaceva ai miti che circondavano alcuni animali, come l'aquila che quando sta per morire vola verso il sole e da esso prende la forza per ritornare a vivere (simbolo del cristiano che prende forza dal battesimo in Cristo per cominciare una nuova vita).
Nel pomeriggio del primo giorno si è dato spazio all'intervento sulla legislazione riguardante la tutela dei beni culturali, affidato al Prof. Pietro Graziani, il quale in un'ampia panoramica che ha presentato la situazione antecedente e poi successiva all'unità d'Italia ha voluto porre l'attenzione su come poi sia difficoltoso poter definire una tutela completa dei beni culturali ecclesiastici quando essi si trovano non solo sul territorio nazionale ma anche all'estero dovendo far riferimento a legislazioni tra loro molto diverse dove anche la terminologia non appare univoca. Il secondo giorno ha visto l'intervento di Mons.
José Manuel Del Rio Carrasco, Sottosegretario della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, che ha posto l'attenzione sul patrimonio culturale ed artistico della Chiesa diffuso nel mondo e soprattutto su come coloro che operano nell'ambito dell'architettura e dell'arte religiosa devono tener presente la tradizione e la liturgia, senza i cui riferimenti le opere possono non rispondere alla missione della Chiesa, che è avvicinare gli uomini al Vangelo. Interessante la lezione tenuta poi da Mons. Capomaccio sugli amboni Rogadeo e Rufolo del Duomo di Ravello, lezione svoltasi nel Duomo stesso e che ha visto la partecipazione attenta anche dei numerosi turisti che hanno potuto godere di un cicerone d'eccezione per la loro visita.
Mons. Capomaccio, partendo dal ruolo importante dell'ambone riscoperto con il Concivio Vaticano II, che rimanda non solo alla dignità della Parola ma anche al messaggio e alla presenza di Cristo stesso nella Parola proclamata, ha evidenziato gli elementi artistici ma soprattutto simbolici dei due amboni: nel Rogadeo i cerchi che decorano la lastra inferiore rappresentano la profezia a sinistra, la sapienza a destra mentre i due centrali sono il tempo ante legem e il tempo sub lege (con Riferimento a Paolo ai Romani 6,14), mentre al centro vi è il simbolo del tempo sub gratia: la tomba vuota di Cristo.
Interessante la lettura dell'ambone Rogadeo con i riferimenti agli stilemi artistici di Nicola di Bartolomeo da Foggia, che riproduce nella decorazione l'ambientazione dell'annuncio della Resurrezione: le numerose figure e decori floreali riportano al giardino dove le donne seppero che Cristo era risorto. Nuovamente viene evidenziata l'importanza della Vergine Odegitria come compartecipatrice della missione salvifica di Cristo.
Il pomeriggio, invece, è stato dedicato all'intervento di Mons. Salvatore Vitiello, direttore del Master, che ha enucleato il problema della trasmissione della Parola e della presenza di Dio durante la sua proclamazione in un discorso più ampio del rapporto dialettico tra liturgia della Parola e liturgia dell'Eucaristia. Interessante anche l'interevento del Prof. Morello sul significato del Duomo di Amalfi e quello di Ravello nella storia civile dei due centri urbani.
La serata del sabato si è conclusa per i partecipanti al seminario ma anche per tutta la comunità ravellese con la partecipazione alla liturgia eucaristica animata dal Coro Gregoriano "Laudate Dominum" di CaiazzO, che ha fatto da cornice alle celebrazioni in occasione del 350 anniversario della traslazione della reliquia del sangue di S. Pantaleone nella cappella del Sacramento. La domenica mattina è stata dedicata all'intervento del Rev. Prof. Lang, che ha trattato del rapporto dell'arte con la liturgia in un percorso di sinossi dei testi scritti nel corso degli anni da Papa Benedetto XVI, allora ancora Cardinale Ratzinger, e all'analisi del Prof. Molfetta sulla progettazione degli edifici religiosi.
La tre giorni si è rivelata, quindi, molto proficua per aggiungere altri particolari alla conoscenza delle nostre bellezze architettoniche e soprattutto per continuare quel percorso grazie al quale ciò che i nostri avi hanno saputo realizzare possa ancora parlare quel linguaggio di fede che fu il motivo per cui furono realizzati. Se noi sapessimo utilizzare a pieno quello stesso linguaggio potremmo senza alcun dubbio permettere a molti di cogliere il Mistero attraverso la bellezza dell'arte.
(fonte: Incontro - per una Chiesa Viva)
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