Tu sei qui: AttualitàNaspi lavoratori stagionali, ecco la circolare INPS: tutto rimandato?
Inserito da (admin), mercoledì 13 maggio 2015 08:54:28
Hanno atteso a lungo con apprensione ma alla fine è arrivata. I lavoratori stagionali italiani possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per adesso: l'INPS ha infatti emesso ieri la circolare numero 94 del 2015 recante le istruzioni per l'applicazione della Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione che da quest'anno ha sostituito Aspi e Mini Aspi. Il rinnovato assetto degli ammortizzatori sociali, rientrate nel complesso della Riforma del Lavoro disegnata dal governo Renzi, era finito subito nel mirino dei lavoratori stagionali che ne uscivano con le ossa rotte. La mobilitazione, che abbiamo seguito e raccontato, è partita in rete grazie a Facebook e Change.org.
Senza volerci addentrare troppo nei commi della circolare (per consultarla cliccare qui: tutti i dettagli sono al punto 2.5 "durata della prestazione", con una serie di tabelle specifiche che invitiamo ad analizzare attentamente con un esperto di fiducia) risulta evidente che, in sede di attuazione, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale abbia stabilito, probabilmente anche su impulso di lavoratori, parti sociali e governo, una serie di linee guida che in alcuni casi fanno salve provvisoriamente le vecchie regole.
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è intervenuto, in serata, su Facebook: «Ai tanti lavoratori stagionali che mi hanno scritto in queste settimane: l'INPS ha pubblicato ieri la circolare che disciplina la Naspi. In virtù del meccanismo di calcolo per la prestazione previsto dalla circolare e che vale per tutti i lavoratori - spiega - nel 2015 gli stagionali mantengono sostanzialmente la tutela che avevano in precedenza».
Tutto a posto? Niente affatto. La circolare dell'INPS non è una legge ma soltanto un insieme di linee guida che l'Ente emana per applicare i provvedimenti legislativi. Ciò vuol dire che l'allarme lanciato nelle scorse settimane, stando così le cose, resterà intatto per il futuro. Considerata la lentezza del legislatore italiano, il consiglio è di organizzarsi cercando di cogliere quante più occasioni lavorative possibili di durata più lunga di sei mesi. L'impressione, nemmeno tanto velata, è che il governo voglia effettivamente mettere mano alla materia "imponendo" qualche mese di lavoro in più a tutti. Solo che, come accade molto spesso in politica, quando si mette in pratica una decisione impopolare si fa fatica a comunicarla chiaramente e ci si rifugia nei cavilli e nei tecnicismi della burocrazia. Ovviamente non tutti potranno immediatamente riprogrammare la loro vita in funzione dei cambiamenti in atto manifestati soltanto implicitamente: anche per questo, la speranza è che a pagare non siano come al solito gli ultimi.
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