Tu sei qui: AttualitàMedicina verso l’abolizione del numero chiuso, ma nel frattempo cambia il test d’accesso: ecco come
Inserito da (PNo Editorial Board), martedì 9 gennaio 2024 09:39:14
L'ingresso alla facoltà di Medicina in Italia sta vivendo una fase di notevoli cambiamenti, con il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, che ha annunciato importanti modifiche per il test di ammissione, conosciuto come Tolc Med e gestito dal consorzio Cisia.
«Ora si cambia: è evidente che le regole per l'ingresso a Medicina ad oggi non hanno funzionato. Puntiamo a un meccanismo più equo che premi merito e conoscenze», ha detto.
Il suddetto esame, introdotto solo l'anno scorso, subirà una trasformazione radicale nella sua struttura, con le sessioni inizialmente previste per febbraio che saranno posticipate almeno fino alla fine di marzo per la prima sessione e tra aprile e maggio per la seconda, anche se le date definitive devono ancora essere fissate.
La ministra Bernini ha manifestato la sua contrarietà al "numero chiuso" per entrare a Medicina, sottolineando l'importanza di una progressiva e sostenibile apertura. Al Senato sono già state presentate due proposte di legge che mirano a creare un sistema più inclusivo e meritocratico, abolendo il numero chiuso.
Nonostante l'obiettivo di abolire il prima possibile il Tolc Med, è previsto un periodo di transizione, durante il quale gli studenti del quarto anno delle scuole superiori potranno ancora partecipare ai test.
Ecco la prima novità: le domande del nuovo test di ammissione a Medicina saranno selezionate da un'ampia banca dati aperta e accessibile al pubblico, consentendo agli studenti di esercitarsi sui quesiti prima dell'esame, secondo un modello simile a quello dell'esame per la patente di guida.
«Ma è solo una prima tappa: siamo già indirizzati su un percorso di riforma complessiva per l'iscrizione a Medicina. L'idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all'esito. La preparazione sarà nelle mani delle università, non più di corsi extra-accademici», ha dichiarato la ministra.
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