Tu sei qui: AttualitàI nodi al pettine
Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), giovedì 8 ottobre 2015 10:00:55
di Antonio Schiavo
Non è nient'altro che una miserabile lotta di potere!
Per anni ci hanno riempito la testa, da bravi imbonitori, con belle parole, con dichiarazioni retoriche: l'amore e l'orgoglio di essere ravellesi, lo spirito di Ravello, il valore della Cultura (mi raccomando con la C maiuscola).
E tanti (molti in buona fede, forse) ci hanno creduto. Altri ci hanno lucrato (manco tanto): piccoli lavori stagionali, qualche biglietto gratis, un salarietto minimo garantito. Altri ci hanno costruito rendite di posizione.
Chi ha osato, negli anni, sospettare che qualcosa non andava, che sul nome di Ravello si giocava un'altra partita che poco aveva a che fare con la crescita della nostra cittadina, con la salvaguardia delle sua civiltà innata, è stato tacciato di disfattismo, di remare contro. Si è arrivati alle offese personali, forti di un supporto mediatico e politico che sembrava senza fine.
Intanto il nostro paese veniva ridotto a colonia. Orde di raccomandati e tirapiedi trapiantati in trasferta "a miracol mostrare" perché gli indigeni erano trogloditi, poi fiumi di danaro pubblico a sostegno delle megalomanie di vari Uomini della Provvidenza.
Ora si scopre (ma guarda!) che non era tutto oro quello che luccicava, si dice che i sodali di un tempo erano a conoscenza di irregolarità e che non le denunciavano, che le prebende per i posti di vertice non erano bruscolini, che forse quelli che venivano esaltati un tempo non erano così tanto disinteressati, che l'orgoglio di essere ravellesi costerebbe circa un milione di euro per quattro anni.
Non voglio sbagliarmi, ma il tutto assomiglia ad un film già visto: si era già parlato (se non erro) di documenti che l'altro Segretario generale avrebbe prodotto con dettagli sulla gestione della Fondazione. Poi, o forse siamo stati disattenti, la cosa non sembra aver avuto seguito. Oggi il nuovo Presidente rivela che qualcosa (qualcosa?) non andava nella precedente gestione, il Segretario generale uscente replica minacciando rivelazioni e addirittura chiede (ormai ci ha fatto il callo) un nuovo commissariamento.
Fuori le carte, porco Giuda!
Se ci sono, mettetele prima di tutto a disposizione dei concittadini. Ci avete inondato di manifesti, comunicati stampa (a corrente alternata) , proclami compiacenti e prezzolati. Siamo disposti anche a leggerne altri o, se proprio volete cambiare registro di comunicazione (ne avete Facoltà con la F maiuscola) rendetene edotti chi ci amministra o andate davanti ad un Giudice.
Ma smettetela con questi giochi al massacro del tanto peggio tanto meglio, con questi messaggi trasversali, metafora del "muoia Sansone" con quel che ne segue.
Ravello e i ravellesi hanno il diritto di sapere. La misura è colma!
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