Tu sei qui: Storia e StorieRavello: Le origini della Festa di 'San Pantaleone di Maggio'
Inserito da (redazionelda), venerdì 15 maggio 2015 13:28:55
di Salvatore Amato
Anche quest'anno, nella terza Domenica del mese di maggio, la Città e la Comunità Ecclesiale di Ravello celebreranno il ricordo della Traslazione della reliquia del sangue di San Pantaleone dalla ‘Fenestrella', il luogo situato sull'altare maggiore della Cattedrale ove era conservata dai secoli centrali del Medioevo, alla ‘nuova' Cappella, i cui lavori cominciarono agli inizi del 1632, come voto offerto dalla Città per lo scampato pericolo dai terremoti che colpirono il Regno di Napoli nel dicembre 1631.
La traslazione della reliquia avvenne definitivamente il 16 maggio 1661, come testimonia un pubblico atto rogato nello stesso giorno dal notaio scalese Nicola Campanile, ad futuram rei memoriam, a sancirne cioè il ricordo indelebile nel tempo.
Le celebrazioni furono presiedute dal Visitatore Apostolico Onofrio de Ponte, Vescovo di Lettere, con l'assistenza del Capitolo della Cattedrale di Ravello, allora composto dall'Arcidiacono Crispino Battimelli, dall'Arciprete Pietro Manso, dal Primicerio Cosma Manso, dal Tesoriere Mattia Mosca, e dai canonici Carlo Mandina, Pantaleone Di Lieto, Nicola Camera, Silvestro Di Palma e Alessandro Di Lieto. L'amministrazione civile era rappresentata da Pietro Confalone e Andrea Fusco, Sindaco ed Eletto dei Nobili, e da Antonio Camera e Sabato D'Amato, Sindaco ed Eletto del Popolo.
Le motivazioni del trasferimento della reliquia furono dichiarate nella lunga assertiva dell'atto, dalla quale si apprende che il Vescovo De Ponte, avendo verificato lo stato di pericolo in cui versava il luogo ove si conservavano, in una cassa di legno, la reliquia del sangue di S. Pantaleone e di altri santi, e soprattutto le condizioni fatiscenti della scala di legno attraverso la quale vi si accedeva, ne ordinava il trasferimento nella nuova cappella recentemente ultimata.
Le celebrazioni per la traslazione cominciarono la sera del giorno precedente, Domenica 15 maggio, quando, al canto del Deus Tuorum Militum, la reliquia venne calata dalla finestrella, esposta sull'altare maggiore e, dopo il canto dei vespri, fu portata in processione per le vie della città con grande partecipazione di popolo.
Al termine delle celebrazioni, la reliquia venne riposta nella finestrella e il mattino seguente, lunedì 16 maggio 1661, nuovamente estratta e processionalmente collocata nel ‘sanctuarium' della nuova cappella.
Oltre 350 anni sono passati da quel giorno del 1661 e moltissime cose sono cambiate da allora. Eppure anche oggi, nella terza Domenica di maggio, anche se in modo minore rispetto al 27 luglio, dies natalis del martire di Nicomedia, molti ravellesi accorrono in quella cappella per venerare la reliquia del sangue del santo Patrono, facendo propria l'esortazione del sacerdote ravellese Don Ferdinando Mansi, fermata per sempre nelle parole dell'inno latino a Lui dedicato: "ad hanc Cruoris inclity, fideles aram pergimus; Pantaleonis gloriam, opem fidemque pangimus", "a questo altare dell'inclito sangue accorriamo fiduciosi, di Pantaleone cantiamo la gloria, la potenza e la fede".
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