Tu sei qui: Storia e StorieLa pizza nel giorno dei Morti
Inserito da (redazionelda), venerdì 2 novembre 2018 08:19:23
Anche quest'anno si rinnova il tradizionale rito delle visite al Cimitero in occasione del 2 novembre, giornata dedicata alla Commemorazione dei Defunti. Questo pomeriggio, presso la Chiesa di San Martino di Ravello, la consueta Messa commemorativa sarà seguita dalla benedizione delle tombe. In questo giorno particolare tutti noi ci "fermiamo", rivolgendo il nostro pensiero a chi non c'è più.
Al Cimitero di Ravello, memoria storica della nostra cittadina, c'è chi prega, chi versa una lacrima per la sempre attuale nostalgia di coloro che sono stati chiamati, magari anzitempo, sul piano più alto dell'esistenza; ma c'è anche chi sfila indifferente, chi fuma, chi parla al telefonino e ad alta voce.
Recarsi al Campo Santo è anche l'occasione per scoprire, per caso, tombe di persone e personaggi conosciuti in vita, di quei "Pantaleone" dai cognomi tipicamente ravellesi, ai quali è inevitabile non riservare un fiore del nostro mazzetto. Ed è anche il momento propizio per rincontrare molti dei nostri concittadini che vivono lontani da Ravello, tornati a casa per rendere omaggio ai propri defunti.
E come ogni anno il Comune di Ravello ha fatto deporre le corone floreali presso l'ossario della chiesa di San Martino e sulla tomba di Nevile Reid, il botanico scozzese che nella seconda metà dell'800 contribuì non poco alle fortune moderne di Ravello. Ma il 2 novembre è anche tradizione gastronomica che vede protagonista la pizza di grano sulle tavole delle famiglie ravellesi.
Il grano inteso come simbolo della vita e della fertilità in tutte le culture e le religioni: per raccogliere il chicco di grano bisogna recidere la spiga - ucciderla - e il chicco, solo dopo essere morto, a sua volta, sottoterra, rinascerà in una nuova spiga. Il grano viene allora associato nello stesso tempo anche alla morte e alla resurrezione e diviene il simbolo del continuo e incessante ciclo di morte e rinascita della natura. Morte e rinascita, vita che nasce dalla morte.
Cibarsi di grano nel giorno dei Morti viene così ad assumere, oltre che virtù rituale, valore propiziatorio per garantire continuazione alla vita e prosperità. Nella tradizione culinaria italiana il grano è presente sopratutto nelle regioni meridionali e della Magna Grecia.
Fino a qualche decennio fa erano in molte le case di Ravello a possedere forni a legna per la produzione di pane, pan biscotto e farinacei vari e, nel giorno della commemorazione dei Defunti, era consuetudine cucinare i semplici impasti di grano, con la sola aggiunta di salsa di pomodoro, olio, aglio, origano e magari acciughe, ma senza alcun condimento di carne.
Alimenti semplici e genuini, ritenuti da sempre le pietanze dei poveri e che in questo giorno, probabilmente, consentivano alle nostre nonne di dedicare minor tempo alla cucina per potersi recare al cimitero con il resto dei familiari, ai tempi in cui le famiglie erano organizzate in maniera severa, rispettosa, patriarcale.
Ancora oggi vive a Ravello questa affascinante tradizione: non a caso in tutte le pizzerie cittadine sono queste, ore davvero convulse, in un giorno, il 2 novembre, che per noi è soprattutto la data dell'anno in cui siamo maggiormente consapevoli che i nostri cari Defunti sono i nostri angeli custodi, guida in quanto di buono riusciamo a compiere ogni giorno. Proprio come sosteneva Sant'Agostino: "Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dov'erano ma ovunque noi siamo".
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