Ultimo aggiornamento 47 minuti fa S. Pacomio abate

Date rapide

Oggi: 9 maggio

Ieri: 8 maggio

Ultimi 3 giorni

Ultimi 7 giorni

Ultimi 30 giorni

Intervallo di date

cerca

Habemus Papam, Robert Francis Prevost è papa Leone XIV

Il Vescovado Costiera Amalfitana

Il portale online della Costa d'Amalfi

Il Vescovado - Il portale online della Costa d'Amalfi Il portale online della Costa d'Amalfi

Pasticceria Gambardella a Minori, il gusto della tradizione in Costiera AmalfitanaSal De Riso Costa d'Amalfi, acquista i dolci del maestro pasticcere più amato d'Italia sul sito ufficiale Sal De Riso ShopMaurizio Russo, dal 1899 un’avventura lunga quattro generazioni. Distillati ed eccellenze, Elisir di limone, Limoncello 100% con limoni IGP Costa d'AmalfiHotel Covo dei Saraceni Positano, Albergo 5 Stelle in Costiera Amalfitana, affacciato sul meraviglioso fronte mare della città verticaleCaseificio "La Tramontina" - Prima Cotta, la Mozzarella di Bufala Campana fuori dal coro. Caseificio dal 1952, tradizione, sapori, esperienza casearia, QualitàConnectivia Fibra diretta e soluzioni tecnologiche avanzate per la tua azienda o la tuaSupermarket e Supermercati Netto, la convenienza a portata di clickPasticceria Pansa, una dolce storia lunga due secoliHotel Marina Riviera, Albergo 4 Stelle Superior, Leisure Lifestyle Hotel in Amalfi, Amalfi Coast, Albergo di Charme in Costiera Amalfitana, Luxury Hotel

Tu sei qui: Storia e StorieLa costruzione del Cimitero di Ravello (1817-1839)

Hotel Luna Convento Amalfi Provoloncino Amalfitano, con scorzette di Limone Costa d'Amalfi IGP firmato "la Tramontina"Frai Form Ravello del dottor Franco Lanzieri. Centro medico estetico, epilazione laser, efficace e indolorePietra di Luna Hotel a Maiori in Costiera AmalfitanaPalazzo don Salvatore Amalfi, Costiera Amalfitana, Dimore storiche, Exclusive AccommodationCardine SRL, lavori in quota, protezione, prevenzione, pannelli in fune d'acciaio, lavori di edilizia, interventi urgenti post frana, perforazione pareti rocciose, messa in sicurezza costone rocciosoPositano Destination, Your private taxi on the Amalfi Coast, Excursions, ToursAmalfi Coast Private Car, Tour, Transfer ed escursioni in Costiera AmalfitanaIl Limone IGP Costa d'AmalfiPorti di Amalfi, Pontile Coppola, Ormeggi in Costa d'Amalfi, Amalfi approdo turistico, Amalfi il porto

Storia e Storie

La costruzione del Cimitero di Ravello (1817-1839)

Inserito da Salvatore Amato (redazionelda), lunedì 2 novembre 2015 15:29:22

Acquista questo spazio pubblicitario inviandoci un messaggio con una richiesta di quotazione

di Salvatore Amato

Il fondo "Intendenza" dell'Archivio di Stato di Salerno, fonte preziosissima per la storia dei comuni della Provincia durante il periodo francese e borbonico, contiene una "serie" inerente alla costruzione dei "Camposanti" in tutto il territorio salernitano, le cui premesse normative sono riconducibili all'editto napoleonico di Saint Cloud del 1804, esteso al Regno d'Italia il 5 settembre 1806.

Nella Provincia di Principato Citra, l'antica distrettuazione del Regno meridionale corrispondente più o meno all'attuale Provincia di Salerno, le prime indagini sull'edificazione dei cimiteri risalgono al 1813, a seguito del disposto del 31 agosto dell'Intendente di Principato Citra, un funzionario che oggi corrisponderebbe, ovviamente con meno poteri, al Prefetto.

Il Decurionato del Comune di Ravello, nella deliberazione del 6 ottobre 1813, stabilì che il luogo idoneo per l'edificazione del Camposanto era la chiesa cadente di San Martino, che si trovava ad una distanza idonea dal centro abitato. Con ogni probabilità non se ne fece nulla e bisognò aspettare, con la restaurazione borbonica del 1816, la legge sui cimiteri dell'11 marzo 1817.

La normativa prevedeva l'ultimazione dei lavori entro il 1820, ma le vicende che interessarono il nostro Comune e le difficoltà connesse al pagamento dei lavori, protrassero la costruzione del cimitero fino al 1839. Come rivela, inoltre, il carteggio tra i Sindaci e l'Intendente, Ravello non aveva alcuna intenzione di investire ducati per la sua costruzione, a causa di urgenze di ben altra portata, di cui è testimonianza emblematica la relazione del 9 ottobre 1819, redatta dell'Incaricato delle Opere Pubbliche dell'Intendenza, Alfonso Gagliardi.

La strade che conducevano a San Martino, Minori, Casamosca, Casabianca, Castiglione, Gradoni e Civita dovevano essere ristrutturate in molti punti; la Cattedrale necessitava di molti interventi, ma non c'erano fondi; mancava pure il carcere, per il quale si ricorreva a quello di Minori, la casa del Regio Giudice, che aveva sede a Scala, e la caserma dei fucilieri.

Non c'erano fontane e bisognava canalizzare l'Acqua Sambucana, non solo per migliorare le condizioni degli abitati, ma per rendere più redditizie le poche attività sulle quali si basava l'economia cittadina: l'industria del vino, la molitura delle olive e l'allevamento. Per tali motivi e per non gravare la popolazione di ulteriori tassazioni, il Sindaco Pietro Fusco aveva suggerito di utilizzare per il seppellimento le chiese non più frequentate di Sant'Andrea del Pendolo e San Martino.

Nonostante le lamentele del consesso locale, l'iter amministrativo per la realizzazione del pubblico cimitero prese avviò nell'ottobre 1817, quando gli incaricati per la designazione del sito, il medico Cosimo Caselli e l'architetto Raffaele D'Amato, insieme al Sindaco e ai Decurioni di Ravello, percorsero il territorio per determinare il luogo idoneo per l'edificazione.

Lo individuarono in una vigna appartenente a Maria Imperato, confinante con la chiesa di San Martino vecchio. Verificata l'idoneità delle condizioni del terreno, gli incaricati procedettero alla redazione del progetto da sottoporre all'approvazione dell'Ingegnere Provinciale e del Ministero degli Affari Interni di Napoli, che diede parere favorevole il 18 marzo 1818. Il progetto, dal costo totale di 559 ducati e 18 grana, prevedeva di adattare il terreno ad un parallelogrammo lungo 37 e largo 9,22 metri.

L'accesso era garantito attraverso la chiesa di San Martino, tagliando una porzione di muro larga 1,3 e alta 2,6 metri. Infine, il primo solco per la sepoltura dei cadaveri doveva essere lungo 13, profondo 1,82 metri e largo 52 cm. Si procedette così all'appalto dei lavori, mediante avviso pubblico proclamato a voce dall'usciere comunale e affisso nei luoghi pubblici di Ravello e di Salerno.

Nell'agosto 1819 i lavori vennero appaltati ai fratelli Antonio e Luigi Conforti, originari di Calvanico, comune di Fisciano, ma dimoranti a Salerno, che avevano presentato un'offerta a ribasso d'asta del 5%, per cui il prezzo scese a 531 ducati e 23 grana. A metà settembre 1819 cominciarono i lavori, sotto la vigilanza di alcuni ispettori e periti, che non mancarono di constatare alcuni errori nell'esecuzione dell'opera e nei materiali utilizzati. Il Conforti, per "far lavori in economia", aveva poi sottratto alla strada sottostante, quella a est del terreno, una porzione per fare un'aggiunta ad un muro, rendendo angusto e pericoloso il tracciato della via.

I lavori proseguirono per diversi anni, seppure con diverse interruzioni, dovute al mancato pagamento delle somme dovute all'appaltatore, a causa delle difficoltà del bilancio comunale. A ciò si aggiunsero anche altri problemi, quali il pagamento del canone annuo di quattro ducati a Giovanni Mansi, proprietario del terreno cimiteriale, e le lamentele dei manovali assunti per la realizzazione dell'opera, che a causa del mancato pagamento dell'opera non percepivano nulla da diverso tempo.

Nonostante tutte queste difficoltà il cimitero venne terminato agli inizi del 1821 e l'Ingegnere Provinciale, Luigi Sorgente, fu incaricato di preparare la misura finale, per cui il costo totale scese a 452 ducati. Bisognava solo realizzare la porta d'ingresso, in legno di castagno, e il fosso per le sepolture.

Nel 1826 l'opera era stata pagata quasi interamente e nel 1828, con Real Decreto del 12 dicembre, veniva ordinata l'ultimazione dei cimiteri entro l'1 gennaio 1831, nonché la realizzazione delle cappelle cimiteriali, degli alloggi per i custodi e dei luoghi per l'inumazione. Con deliberazione decurionale del 30 aprile del 1829 il Comune di Ravello stabilì di edificare la cappella cimiteriale nella fatiscente chiesa di San Martino, allora appartenente alla Parrocchia di Santa Maria del Lacco, ma la scarsa disponibilità economica e i lunghi tempi di realizzazione portarono il consesso cittadino a differire ulteriormente il termine di apertura del pubblico camposanto e a decidere, nella riunione del 15 gennaio 1839, di destinare temporaneamente a cappella cimiteriale la chiesa di San Trifone.

In quella seduta venne nominato a primo custode l'inserviente comunale Giovanni Mansi e a becchini Pietro Mansi e Giuseppe Conte. Tutto ciò stabilito, il giorno successivo, 16 gennaio, a norma dell'articolo 5 della già ricordata legge sui cimiteri dell'11 marzo 1817, alla presenza del II eletto Saverio Rispoli, si procedette alla chiusura a gesso di tutte le sepolture che erano utilizzate allora a Ravello: le fosse delle chiese e delle cappelle e alcuni orti di pertinenza delle parrocchie, destinati alla sepoltura di coloro che morivano a causa di malattie epidemiche.

Da quel giorno i defunti di Ravello vennero sepolti nel cimitero comunale di San Martino, mentre le tumulazioni vennero praticate per lungo tempo nella cripta della chiesa di Santa Maria a Gradillo. Insomma, a vent'anni dall'inizio dei lavori, il cimitero ravellese apriva le sue porte, dopo enormi difficoltà, incomprensioni e il pessimismo degli amministratori, che più volte lo avevano definito inutile, memori forse della diffidenza del Foscolo, che pure si era chiesto all'inizio de "I sepolcri": "All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?".

Se sei arrivato fino a qui, significa che apprezzi il nostro impegno nel fornire notizie libere e accessibili a tutti.

Per garantire un ambiente sicuro per i nostri lettori, abbiamo rimosso tutta la pubblicità invasiva, i cookie e i tracciamenti di terze parti.

Tuttavia, per continuare a offrirti un'informazione di qualità, il tuo aiuto è fondamentale. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Sostieni Il Vescovado!

Scegli il tuo contributo con

Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!

Per dispositivi
Apple
Per dispositivi
Android

Galleria Fotografica

rank: 106748101

Storia e Storie

Il rito dei truocchi: a Tramonti il fieno si lavora ancora come una volta

Il rito del truocchio Quando il sole scalda le colline e l’erba falciata dorme stesa sulla terra, inizia il rito antico del truocchio. Si aspetta il tempo giusto, quello che solo gli occhi esperti sanno riconoscere: quando il fieno è asciutto, leggero, profumato. Due persone, legate non solo dalla fatica...

Sarno, a 27 anni dall’alluvione ferita ancora aperta: «Mai più 5 maggio, mai più impreparati»

Sono trascorsi 27 anni dalla tragica notte del 5 maggio 1998, quando una colata di fango e detriti scese a oltre 70 chilometri orari dal Pizzo d'Alvano, travolgendo i comuni di Sarno, Quindici, Bracigliano, Siano e San Felice a Cancello. Il bilancio fu devastante: 161 vittime, migliaia di sfollati, interi...

La Tragedia di Superga: 76 anni fa il destino spezzò il sogno del Grande Torino

Torino, 4 maggio 1949. Un boato squarcia il silenzio sulla collina di Superga. Alle 17:03, il Fiat G.212 della compagnia ALI, siglato I-ELCE, si abbatte contro il muraglione posteriore della basilica. A bordo, l’intera squadra del Grande Torino, di ritorno da Lisbona dopo un’amichevole organizzata per...

Vincenzo Palumbo - "il Professore" - nel ricordo di Secondo Amalfitano: l'uomo che ha insegnato il valore dell’amicizia vera

"Non tutti gli amici sono uguali. Alcuni attraversano il tempo con noi, mutando forma ma non sostanza, restando presenti anche quando i ruoli cambiano, le stagioni della vita si susseguono, e il mondo intorno sembra trasformarsi. Vincenzo Palumbo, per Secondo Amalfitano, è stato questo: un punto fermo,...

Il letto sbarrato contro l’eruzione: a Pompei la straziante scena nella casa di Elle e Frisso

Il letto di traverso a sbarrare la porta della camera da letto per proteggersi dalla furia del Vesuvio, i resti di alcune vittime e gli oggetti quotidiani, segnali di una vita, poi bruscamente interrotta e che ancora una volta raccontano l'unicità di Pompei e dei suoi ultimi istanti prima della fine....