Tu sei qui: Storia e StorieI molini di Minori e la produzione della pasta: una straordinaria storia da tramandare
Inserito da (redazionelda), venerdì 15 gennaio 2021 10:33:25
di Gabriele Cavaliere
Tra il XVIII e la prima metà del XX secolo la produzione della pasta, insieme alla fabbricazione della carta e alla coltivazione dei limoni, rappresentava il settore produttivo più importante in vari paesi della Costiera Amalfitana. Veri e propri "distretti industriali", dove si producevano farina e carta, sorgevano nella vallate di Positano, di Atrani, Amalfi, Minori, Maiori e nel Fiordo di Furore. Le fabbriche venivano insediate in quei luoghi disagevoli per poter sfruttare le acque dei torrenti, come forza motrice per i macchinari che molivano la farina e trituravano gli stracci da cui si ricavava la carta, e per le correnti d'aria, che servivano ad asciugare i fogli di carta.
Minori, una delle realtà più dinamiche nel territorio costiero, si presentava come una sorta di città-laboratorio: "'o cunciert e Mnure", dove si producevano limoni, carta, e la famosa "Pasta della Costa".
I mulini disseminati lungo il tratto del fiume Reginna Minor (o Reginnolo) erano perennemente in funzione per trasformare in farina il grano che veniva acquistato nella piana di Paestum, in Calabria e in Sicilia. Capienti bastimenti a vela trasportavano i sacchi di grano fino alla spiaggia minorese, dove venivano scaricati a spalla e, sempre in spalla, (in buona parte spalle femminili, ma parleremo delle "furmechelle" - così sono state definite le portatrici che avanzavano ordinate in fila - in un'altra sede) il grano veniva portato ai mulini disseminati lungo la valle del fiume Reginna, dove veniva molito. La farina veniva poi trasportata (sempre in spalla!) negli "'ngiegni" (il termine indicava sia i laboratori di produzione che i macchinari, semi-manuali e particolarmente "ingegnosi"), dove la farina veniva trasformata in "pastafina"- tubetti, acini di pepe, anelletti, semi di melone - in maccheroni e in "pasta longa" - spaghetti, ziti...
La pasta appena uscita dalla macchina veniva stesa ad asciugare al sole, con arte e dedizione, per evitare che "canniasse" (per non permetterle di vetrificarsi, cioè, a causa di un'essiccazione troppo rapida). Una volta pronta, la pasta veniva confezionata in pacchi da cinque chili, le "ncartate", realizzate con la carta prodotta dalle cartiere locali e, sotto il marchio commerciale di Pasta della Costa, veniva stivata in casse di legno e caricata sulle "barcelle". «maccheroni, oltre a paste minutamente lavorate, che per la perfetta qualità sono le migliori del regno, si spediscono in Napoli, Sicilia, Calabria, Livorno, Genova, Marsiglia e talvolta fin a Rio de Janeiro». (Matteo Camera - Istoria della città e costiera di Amalfi, ...
Paese di "Pastari", così recita un antico adagio popolare, nella prima metà del XX secolo a Minori si contavano ben 54 ‘ngiegni tanto che, per sostenere l'attività, su impulso di due facoltose famiglie minoresi (in accesa competizione tra di loro) sorsero addirittura due istituti di credito. I due conflitti mondiali fermarono tutto, una timida ripresa fu tentata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale ma, lentamente, ci si dovette arrendere alla modernizzazione dei cicli produttivi e ai limiti rappresentati della logistica costiera, che impediva (e impedisce ancora oggi) ogni possibilità di proseguire l'attività (qualsiasi attività) su larga scala...
In allegato alcune foto che raffigurano l'attività di produzione della pasta ma, in particolare, nella foto orizzontale si può vedere dettagliatamente la pasta stesa ad essiccare sul lungomare California. Luogo che Richard Craven nel 1821 ebbe a definire nel suo Tour trought the Southern provinces of Kingdom of Naples by the Hon «un'isola dorata e profumata»...
Guardando da sinistra verso destra, si possono vedere la "pastafina" messa ad asciugare su grandi teli stesi sul "lungomare"; le "barcelle" tirate in secca; la "pasta longa", appesa sulle canne; infine il pastificio che insisteva nel palazzo dove oggi ha sede la Pro Loco di Minori.
Dell'antica produzione pastaia resistono a Minori la tradizione di fare la pasta in casa, in occasione di feste e ricorrenze - ricci, fusilli, lagane, cavatielli e, soprattutto, ndundari, piatto comandato per festeggiare Santa Trofimena - e l'antico nomignolo affibbiato ai Minoresi dagli abitanti degli altri paesi della Costa, ovvero "cul gjanghe" (sederi bianchi), in ricordo dei vestiti imbiancati di farina dei tanti protagonisti del "Cuncierto e Mnure"...
Se sei arrivato fino a qui, significa che apprezzi il nostro impegno nel fornire notizie libere e accessibili a tutti.
Per garantire un ambiente sicuro per i nostri lettori, abbiamo rimosso tutta la pubblicità invasiva, i cookie e i tracciamenti di terze parti.
Tuttavia, per continuare a offrirti un'informazione di qualità, il tuo aiuto è fondamentale. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Sostieni Il Vescovado!
Scegli il tuo contributo con
Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!
Per dispositivi Apple |
Per dispositivi Android |
![]() |
![]() |
rank: 102972106
A 97 anni compiuti, con 73 anni di ministero sacerdotale vissuti interamente tra le varie parrocchie di Tramonti, don Francesco Amatruda continua instancabilmente a coltivare la sua più grande passione dopo la fede: la storia del suo amato territorio. Sabato 9 agosto alle ore 19:00, presso il sagrato...
Un viaggio nel tempo tra storia, leggenda e bellezza senza tempo: è quello che offre il documentario "Amalfi, la città del sole", prodotto dalla RAI nel 1964 e oggi riproposto dal gruppo Cava Storie. Un omaggio straordinario alla Costiera Amalfitana, firmato dal regista e autore Italo De Feo, con il...
di Sigismondo Nastri - Gli atranesi erano fieri, e lo sono ancora, della festa che organizzano il 22 luglio, nella ricorrenza della protettrice, Santa Maria Maddalena. L'indimenticabile Michele Buonocore, vigile urbano, ma anche poeta e cultore della storia e delle tradizioni locali, mi recuperò i versi...
Non ama stare sotto i riflettori, preferisce risolvere problemi in silenzio, con garbo e determinazione. Eppure, quando si parla di eccellenza nell’ospitalità di lusso, il suo nome emerge inevitabilmente tra i grandi protagonisti del settore: Paolo Lorenzoni, romano classe 1953, ha chiuso un capitolo...
Oggi, caro lettore, Voglio giocare con ironia, che in fondo è una perla di verità mascherata da sorriso. Penso all'arte del Kintsugi e ai Giapponesi. Ma anche a Napoli e ai Napoletani. Perché, a pensarci bene, il Kintsugi potrebbe benissimo essere nato a Napoli, magari tra un vaso rotto e 'a nonna ca...