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Sport

Il Colonnello Calcagni vola verso l'oro: da pilota di guerra a campione mondiale

Atletica. "Mai arrendersi": il Colonnello Calcagni ai campionati mondiali in India

L'ufficiale vittima di una malattia contratta durante una missione di pace in Bosnia trasforma la disabilità in forza per conquistare record mondiali e ispirare migliaia di persone

Inserito da (Admin), sabato 27 settembre 2025 12:44:35

Carlo Calcagni è atterrato a Nuova Delhi con la stessa determinazione che lo ha accompagnato dai cieli di guerra alle piste di atletica. Il Colonnello del Ruolo d'Onore dell'Esercito Italiano, 56 anni, affronta i Campionati Mondiali di Atletica Paralimpica portando con sé una storia straordinaria: da pilota militare vittima dell'uranio impoverito a campione mondiale dei 100 metri categoria T72."Sono arrivato a Nuova Delhi con la Nazionale italiana per i Campionati del Mondo di Atletica Paralimpica", ha scritto sui social, ribadendo il motto che lo accompagna da sempre: "MAI ARRENDERSI, nonostante tutto e tutti, costi quel che costi".

La carriera di Calcagni inizia l'8 gennaio 1988 con l'arruolamento nell'Esercito. Brillante allievo della Scuola di Paracadutismo di Pisa, si classifica primo nel corso per pilota di elicottero e viene assegnato al 20° Gruppo Squadroni "ANDROMEDA" di Pontecagnano. Le sue abilità eccezionali lo portano a partecipare alle operazioni più delicate: dall'operazione "Vespri Siciliani" dopo la strage di Falcone alle missioni in Campania e Calabria. Nel 1996 arriva l'incarico che cambierà per sempre la sua vita: la Bosnia-Erzegovina, dove viene inviato come pilota unico del primo contingente italiano. Durante le missioni di evacuazione medica, Calcagni salva numerose vite umane, guadagnandosi due elogi e un encomio per l'eccellenza del suo servizio. Ma l'esposizione all'uranio impoverito durante quella missione di pace avrà conseguenze drammatiche.

Nel 2002, durante un allenamento ciclistico, il corpo di Calcagni smette di rispondere. La diagnosi è devastante: gravissime patologie multiorgano causate dalla contaminazione da metalli pesanti contratta in Bosnia. Nel 2005 ottiene il riconoscimento della malattia dipendente da causa di servizio e nel 2009 viene iscritto nel Ruolo d'Onore. La sua quotidianità diventa un calvario medico: oltre 300 compresse al giorno, sette iniezioni di immunoterapia, ossigenoterapia per 18 ore quotidiane. Eppure, il motto "Mai arrendersi" diventa la sua bussola. Nel 2014, grazie al protocollo tra Ministero della Difesa e Comitato Italiano Paralimpico, inizia la sua seconda vita sportiva.

Prima della malattia, Calcagni aveva conquistato 15 titoli italiani di ciclismo su strada, diventando "migliore atleta dell'Esercito Italiano" nel 2001. Tornato a gareggiare su un triciclo, i successi arrivano immediati: due medaglie d'oro ai Mondiali di paraciclismo nel 2015 e tre ori agli Invictus Games 2016 di Orlando. Il 2024 segna l'apice della sua carriera: ai Mondiali di Kobe stabilisce il record mondiale dei 100 metri T72 con 15.39. Quest'anno, al Grand Prix di Marrakech, migliora ulteriormente il primato portandolo a 14.92, primo atleta a infrangere la barriera dei 15 secondi nella sua categoria.

Ai Mondiali di Nuova Delhi, al via oggi e fino al 5 ottobre, Calcagni rappresenta una delle punte di diamante della squadra italiana. Sarà impegnato nei 400 metri T72, distanza di cui detiene il primato mondiale. "La mia disabilità non è un ostacolo, ma un valore aggiunto", ha dichiarato al suo arrivo, confermando quella filosofia che lo accompagna da sempre. "Molti di noi lottano, soffrono, resistono e, soprattutto, continuano a credere. La mia forza siete Voi, con le Vostre voci, i Vostri sogni, le Vostre speranze", ha scritto rivolgendosi ai suoi sostenitori.

Insieme agli oltre mille atleti provenienti da 107 Paesi, Calcagni porta allo Jawaharlal Nehru Stadium molto più di una semplice partecipazione sportiva. Incarna il messaggio che ripete sempre: "Io sono quello che vedete, in tutto il mio splendore, diverso da ciò che è scritto nelle cartelle cliniche, e sono qui per sfidare la malattia".

La sua presenza in India rappresenta il simbolo vivente che i limiti esistono solo nella mente e che la vera forza nasce dalla capacità di trasformare il dolore in speranza. Da pilota che salvava vite nei cieli della Bosnia a campione che ispira il mondo, Carlo Calcagni continua la sua missione più importante: dimostrare che si può sempre rinascere.

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