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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieIl ruolo della Comunità Montana per la Costa d’Amalfi: battaglie e conquiste
Scritto da (redazionelda), domenica 31 ottobre 2021 11:01:31
Ultimo aggiornamento domenica 31 ottobre 2021 11:07:35
di Raffaele Ferraioli*
Non ricordo la data, ma non scorderò mai il grido di esultanza dell'amico Ezio Falcone, che Dio lo abbia in gloria, quando fu estratta dall'urna l'ultima scheda che dava vincente Donato Cufari - che Dio l'abbia in gloria - per l'elezione a primo presidente della Comunità Montana Amalfitana. Eravamo nella Sala Consiliare della Provincia di Salerno e fu un vero tripudio, riportato nei giorni successivi con ampio risalto da tutti i giornali. Il motivo per il quale la gioia fu particolarmente intensa era legato
alla vittoria di uno schieramento che si ribellava alle inveterate logiche della spartizione del potere con accordi di vertice, stipulati sulla testa degli iscritti.
Questo manipolo di "uomini liberi" da allora in poi scherzosamente chiamati Cugini di Campagna con chiara allusione alla loro appartenenza alle terre alte, costrette ai margini della fascia litoranea a sviluppo socio-economico più avanzato. La leadership di Cufari, fece presto ad affermarsi in questo gruppo che invocava un modo nuovo di fare politica e un maggiore impegno nel promuovere il riequilibrio territoriale della Divina.
In poche mosse Donato Cufari riuscì a farsi apprezzare per le sue qualità e seppe risolvere problemi atavici: la scelta giudiziosa di Tramonti quale sede dell'Ente; la rapida realizzazione della struttura burocratica; la preziosa collaborazione (del tutto nuova a quel tempo ) offerta ai Comuni per accelerare la metanizzazione dell'area; la battaglia vinta contro l'ELF, appena autorizzata all'installazione di piattaforme di estrazione petrolifera nel mare antistante Capodorso; la redazione del Piano di Sviluppo Socio-Economico affidata a Corrado Beguinot.
L'azione amministrativa efficace, concreta fece, fra l'altro piazza pulita delle battute spiritose dei soliti scemi del villaggio che cominciarono ad astenersi dalle denigrazioni del tipo: "Comodità Mondana", "a marennella" e così via.
Il nuovo Ente, istituito dalla legge n. 1102 del 1971, era chiamato a governare la cosiddetta dimensione intermedio, con i soliti, assurdi limiti di competenze storicamente presenti nel sistema dei poteri impotenti. Non era facile dare risposte ai cittadini per tutti i problemi dell'area. Sia le competenze che risorse disponibili erano assai limitate.
La Giunta Cufari non tardò, a dimostrazioni concrete di capacità e di efficienza che smentivano da sole ogni pregiudizio. La Comunità Montana Amalfitana diventò in pochi anni la cabina di regia, il crocevia della progettualità più significativa del territorio.
La staffetta del 1995 vide il passaggio del testimone al sottoscritto e la continuità dell'azione amministrativa con nuovi traguardi: la DOC dei vini Costa d'Amalfi, il riconoscimento UNESCO, la Strada del Vino, la Casa del Gusto, le attività di marketing e promozione turistica con la partecipazione a fiere e borse del turismo, la bonifica montana, lo spegnimento degli incendi boschivi, il riassetto idrogeologico, la collaborazione con il CUGRI per il monitoraggio del rischio frane, la programmazione negoziata e i due atti territoriali per oltre 130 miliardi di lire, la costituzione della Sviluppo Costa d'Amalfi s.p.d., il Piano Sintagma per il Riassetto della Mobilità, la valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari (limone, colatura, piennolo, rosoli tipici) e artigianali (ceste di tramonti, ceramica di Vietri sul Mare).
Un approfondimento a parte meriterebbe l'iniziativa della Programmazione Negoziata, portata avanti faticosamente nonostante l'ostracismo di alcuni personaggi-sanguisughe del nostro territorio. Essa si sviluppò in un clima di proficua collaborazione con il Comune di Cava de'Tirreni, il Comune di Agerola, la Provincia di Salerno, i Sindacati CISL, UIL e CGIL con i due Patti Territoriali: il "generalista" per il turismo, l'artigianato e i servizi e il"tematico" per la pesca e per l'agricoltura.
La dotazione finanziaria di questi due strumenti di crescita socio-economica della nostra area può ben essere classificata, cifre alla mano, come l'elargizione storicamente più cospicua da parte dello Stato: euro 51.010.000 + euro 14.071.178. Questi finanziamenti andarono per il 75% alle iniziative private e per il 25% alle infrastrutture pubbliche.
Il merito più grande di Donato Cufari e del suo gruppo dei Cugini di Campagna (o, se preferite, di Montagna) è stato proprio quello di aver ben operato e di aver accreditato l'Ente presso l'opinione pubblica.
La cancellazione - o quasi - delle Comunità Montane, intervenuta per mano di chi ci rappresenta a livello regionale e nazionale è stata una scelta scellerata che non ha giustificazioni valide e che andrebbe, pertanto, riesaminata e ridiscussa.
*già presidente della Comunità Montana "Penisola Amalfitana"
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