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Tu sei qui: SezioniPoliticaNicola Amato: «Il colore della speranza nell’anno che verrà»
Scritto da (redazione), domenica 20 dicembre 2020 12:28:41
Ultimo aggiornamento domenica 20 dicembre 2020 12:28:41
Nicola Amato, consigliere comunale di minoranza del gruppo Ravello nel Cuore rivolge il consueto messaggio di auguri di Natale e in vita del nuovo anno alla cittadinanza all'insegna della speranza in questo periodo di grosse incertezze per tutti. Segue testo integrale.
L'anno 2020 volge al termine, è stato un anno che si farà ricordare come una tempesta che ha scosso anche gli alberi dai tronchi imponenti e dalle radici più profonde, che ha spazzato le nostre certezze, rendendoci tutti più fragili.
Il 2021 sta per spalancarci le sue porte, consapevole di avere l'arduo compito di somministrarci,a piccole dosi, pillole di quella normalità che tutti agogniamo.
Per noi Ravellesi l'anno che verrà sarà molto importante, innanzitutto perchè nella prossima primavera (Covid 19 permettendo) saremo chiamati ad esprimere il proprio voto per la governance del proprio paese con il rinnovo del consiglio comunale.
Ma il 2021 sarà sopratutto l'anno del vaccino anti virus, l'anno in cui famiglie e imprese ripartiranno con le dovute cautele, sarà l'anno del ritorno, seppur lentamente, alla vita veramente vissuta, ma anche l'avvio della nuova Fondazione Ravello, della rinascita del Tennis Club, etc.
In questi ultimi mesi la nostra vita è stata variamente colorata dal giallo, dall'arancione e dal rosso, colori notoriamente vivaci, un tempo sinonimo di allegria, che purtroppo hanno assunto il sapore della rinuncia, della graduale limitazione della nostra libertà e dell'agire quotidiano. Disposizioni nate con l'obiettivo di limitare il contagio e progressivamente debellare il virus.
Ma si sa in questi casi vale soprattutto la regola del buon senso di ciascuno di noi, per cui quanto di buono, per la nostra e l'altrui salute, si sarà prodotto in questi giorni con il nostro comportamento lo vedremo nei mesi a venire.
L'auspicio è che i colori tornino a fare il loro mestiere originario e che per mano dei bambini tornino solo a colorare i loro disegni, ma soprattutto c'è un solo colore che dovrà primeggiare e colorare l'anno 2021 e sarà il verde.
Quel verde che significa una sola cosa: speranza... .
Una speranza che è vita: vita per le famiglie, vita per le imprese, vita attraverso il lavoro ritrovato per tutti.
E la speranza va ben oltre il tessuto economico, sotto le macerie del coronavirus vi è un tessuto sociale da ricostruire e tutelare: l'essere comunità.
Tutto questo porta, fin da ora, ad un progetto di ripartenza vera per il nostro paese che va ben oltre il lumicino della politica che non può più permettersi primati o protervie.
Purtroppo però non ci sono vaccini adatti a curare l'indifferenza o l'egocentrismo delle persone qualunque ruolo esse rivestano nella società e nelle istituzioni.
L'augurio è che il tessuto sociale ed economico di questo paese riesca a parlare ma soprattutto a farsi capire dalle istituzioni in una sorta di coesione ipotizzata al bene per tutti.
E' nostro dovere pretendere che ciò accada, i muscoli e i toni della voce devono essere alzati solo ai tavoli della concertazione (ove tutti dobbiamo sedere!) e dove non c'è casacca che tenga. Tutti siamo doverosamente impegnati, tutti siamo responsabili e corresponsabili.
Sono questi i momenti in cui si lotta, madi una lotta costruttiva, finalizzata esclusivamente a portare i risultati che la gente si aspetta, risposte ai problemi veri che ci vengono rappresentati tutti i giorni, per essere costante punto di riferimento.
E solo così, insieme, ce la faremo a rialzarci!
Il contagio della speranza in tempi difficili è una delle medicine più efficaci per vedere spiragli di sole oltre la tempesta.
L'auspicio è che questa emergenza ci abbia insegnato qualcosa e che la speranza esca fuori da questo cumulo di macerie.
L'augurio per tutti noi è vivere questo Natale con sobrietà e rispetto delle regole ma al tempo stesso guardando fiduciosi al futuro con il coraggio e la speranza di cambiarlo.
Nicola Amato
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