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Tu sei qui: SezioniLettere al VescovadoIo, guarito dal Covid (mai avvertito), sospettato e giudicato dalle chiacchiere del paese
Scritto da (Redazione), martedì 28 aprile 2020 11:00:29
Ultimo aggiornamento martedì 28 aprile 2020 11:06:26
Ha osservato ben 36 giorni di isolamento dopo il suo rientro, il 21 marzo, dalla Svizzera, dove ha lavorato durante la scorsa stagione invernale. Malgrado non avesse mai mostrato alcun sintomo, Andrea S., 25 anni, risulta positivo al Covid-19. L'8 aprile la conferma dalle analisi del tampone a cui era stato sottoposto. Il primo contagiato nella Città della musica.
La ripetizione del test, dodici giorni dopo, restituisce la negatività, confermata il 25 aprile, per la definitiva guarigione. Una vera e propria liberazione per Andrea che sta benissimo, come lo è stato per oltre un mese, e che ha deciso di scrivere una lettera al Vescovado raccontando la sua esperienza, giudicata in paese con sospetto. L'esperienza di Andrea, dimostratosi esemplare nell'osservazione dell'autoisolamento a tutela della salute dei suoi familiari e dei suoi concittadini, ci ricorda che tutti noi possiamo essere potenziali asintomatici e che soprattutto il virus ha oramai perso la sua iniziale virulenza. Bisogna comunque continuare a osservare le regole igieniche e di distanziamento sociale volte al contenimento dei contagi.
Caro Direttore,
sono Andrea, il ragazzo che Lei nei Suoi articoli ha sempre identificato con discrezione usando la definizione "ragazzo 25enne".
Le scrivo perché desidero fortemente, finita questa mia "avventura", fare dei ringraziamenti. Come prima cosa voglio ringraziare Lei che ha sempre scritto i Suoi articoli relativi alla mia vicenda in modo perfettamente equilibrato e soprattutto totalmente veritiero, in modo particolare in relazione alle mie condizioni di salute che sin dal principio sono state sempre ottime e ringraziando il Signore lo sono tuttora e spero lo saranno per molti, molti anni ancora.
Voglio continuare ringraziando di cuore tutti coloro che mi sono stati vicini con telefonate, videochiamate e messaggi di affetto, quali la mia famiglia, i miei amici più stretti e le persone che magari mi conoscono anche meno di loro ma che comunque mi vogliono bene.
Volevo farLe presente, caro Direttore, che nonostante io sia rimasto totalmente isolato per 36 giorni, tantissimi cittadini di Ravello sono stati per tutto questo tempo i miei occhi e le mie orecchie in tutto il paese, per cui due parole le voglio dedicare anche a quei pochi che io spero tanto, solo perché spinti da una profonda ignoranza (relativa alla questione Covid-19) e non certo da una strisciante cattiveria che è però purtroppo insita nel genere umano, sin dal primo giorno hanno messo in giro, in modo totalmente falso, notizie sul mio stato di salute facendo circolare la voce che avevo costantemente la febbre alta, oltre 39 gradi (forse me la venivano a misurare loro senza che io nemmeno me ne accorgessi?) e una forte tosse persistente, due parole a quei pochi che hanno detto falsamente, anche al Signor Sindaco, che io avevo avuto e avevo contatti con i miei genitori e che per questo doveva fare di tutto per fargli fare il tampone e a proposito di ciò a me e a loro è rimasto il rimpianto di non avere dichiarato il falso dicendo che li avevamo avuti i contatti, sfruttando così la situazione per poterli fare, ma non ne siamo stati capaci perché i loro genitori a loro e loro a me e ai miei fratelli, hanno insegnato che bisogna essere onesti e sinceri in ogni vicenda della vita. Ci sono poi anche altri pochi che ne hanno detto delle altre, ma non voglio dilungarmi oltre tediando Lei e i Suoi lettori e anzi alla fine di tutto voglio fare dei ringraziamenti anche a queste persone perché sono stati per me, loro malgrado, una spinta determinante che mi ha tanto aiutato a trascorrere con pazienza la mia quarantena.
Per chiudere voglio ringraziare tutte le Autorità coinvolte nella vicenda per il loro fattivo operato.
Finalmente sono guarito e me la voglio godere tutta.
La saluto
Andrea
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