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Tu sei qui: SezioniEconomia & TurismoNonostante la disoccupazione anche per l'estate 2022 il comparto turistico fa fatica a trovare lavoratori
Scritto da (Redazione LdA), martedì 26 aprile 2022 17:01:02
Ultimo aggiornamento martedì 26 aprile 2022 17:01:02
Nonostante il tasso di disoccupazione all'8,5%, in Italia non si trovano lavoratori stagionali. Nonostante l'estate imminente, gli alberghi e gli stabilimenti balneari si trovano in difficoltà: all'appello mancherebbero ben 250mila lavoratori.
Un tema che ormai si ripropone ciclicamente e che, secondo il ministro del Turismo Massimo Garavaglia dipende in parte anche dal reddito di cittadinanza. «C'è chi preferisce fare tre giorni a chiamata e non andare oltre proprio per prenderlo», ha dichiarato, suggerendo di «individuare eventuali correttivi del reddito onde attenuarne gli effetti distorsivi nel mercato del lavoro nel settore turistico».
«Le risorse impiegate per i sussidi dovrebbero essere invece usate per ridurre il costo del lavoro per favorire l'aumento delle retribuzioni», ha suggerito invece Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari (Silb), sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno.
Altri sindacati, però, sostengono che la colpa sia dei contratti poco allettanti. «I lavoratori mancano perché molte aziende propongono contratti inaccettabili: 10, 12 ore di lavoro al giorno senza giorni di riposo per 900/1200 euro al mese - ha spiegato Danilo Deiana, segretario territoriale della Filcams, intervistato dalla Nuova Sardegna -. Ci sono due tipi di imprese. Da una parte quelle che fanno assunzioni in regola, secondo il contratto nazionale. Dall'altra quelle che assumono i lavoratori con contratti part time, per risparmiare, e li obbligano a lavorare anche 10 e 12 ore al giorno, magari anche senza riposi sette giorni su sette, in condizioni quasi disumane, con retribuzioni all inclusive tra i 900 e i 1200 euro al mese».
Secondo il sondaggio online di Lavoro Turismo, realizzato in collaborazione con Italia a Tavola, quest'autunno solo il 3% dei lavoratori (che ha partecipato al sondaggio) ha rifiutato l'impiego perché usufruiva del reddito di cittadinanza. Dal sondaggio è emerso altresì che il 55% degli intervistati ha poi lavorato più del dovuto, dalle 9 alle 12 ore, e non ha nemmeno avuto adeguati turni di riposo.
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