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Tu sei qui: SezioniDai ComuniLa voragine nel parcheggio dell’Ospedale del Mare
Scritto da (redazione), lunedì 25 gennaio 2021 17:34:49
Ultimo aggiornamento lunedì 25 gennaio 2021 17:36:19
di Rita Di Lieto
È stata dissequestrata, per dieci giorni, l'area sottoposta ai sigilli dalla procura, per consentire le indagini sulle responsabilità del crollo di parte del parcheggio dell'Ospedale del Mare di Napoli.
Ciò per ripristinare le condotte idriche andate distrutte a causa del cedimento del parcheggio, avvenuto dopo un lungo periodo di intense piogge.
Commissionato allo studio romano IaN+ nel 2004, pochi anni dopo l'approvazione del nuovo modello ospedaliero nazionale, sviluppato dalla Commissione Ministeriale presieduta da Umberto Veronesi e coordinata da Renzo Piano, l'Ospedale del Mare si trova a Ponticelli e dista 5,50 Km. dalla Stazione centrale di Napoli di Piazza Garibaldi e 5 Km. dall'aeroporto di Capodichino.
Il nome stesso di Ponticelli evoca piccoli corsi d'acqua o di lagni, canali ove si convogliano le acque stagnanti o piovane. E anche quello della sua strada principale, via Argine, centro di attività economiche ed industriali napoletane quali il centro commerciale Auchan e la Wirpool, evoca un fiume. Inoltre, a Ponticelli il contadino in dialetto è chiamato ‘o parulàn, che il Dizionario etimologico di C. Iandolo definisce "ortolano, venditore di ortaggi" e fa derivare il termine da parùla, "campo di ortaggi", Etim.: Accus. lat. palude(m).
Ponticelli oggi con Barra e S. Giovanni a Teduccio fa parte della VI Municipalità della Città Metropolitana di Napoli e confina a nord con Volla, in napoletano ‘A vólla, termine derivante
"da <vol> (acque, sorgenti, fiume) e <-la> variante dialettale osca che significa villaggio, abitato, quindi villaggio ubicato in zona con forte presenza di acque e, quasi certamente di acquitrini e paludi". (M. Falso, Geografia e popoli al di qua e al di là del Garigliano, Caramanico ed., Scauri 2020).
Proprio a Volla, alle falde del Monte Somma, il cono più basso e più a nord del complesso vulcanico "Somma-Vesuvio", sgorgava il fiume Sebéto, da molti definito leggendario, mitico.
Il Sebéto era il fiume che bagnava l'antica città greca di Neapolis. Le città in genere si sviluppavano nei pressi dei fiumi ed erano importanti a tal punto che in alcune monete napoletane, coniate tra il IV e il V sec. a. C., sul verso vi era inciso il suo nome greco Sepeithos (che corre impetuoso), e sul recto Neapolites (napoletano).
I greci convogliarono parte delle acque sorgive del Sebéto nell'Acquedotto della Bolla, appunto da Volla, unendo con cunicoli le cave da cui avevano estratto il tufo con cui avevano costruito la città. Fu un primo salasso delle sue acque.
Il Sebéto si divideva in due rami, il primo sfociava tra piazza Borsa e piazza Municipio, dove c'era l'antico porto; il secondo scorreva in direzione di Poggioreale e passava sotto il ponte della Maddalena.
Eruzioni vulcaniche, terremoti e maremoti, nonché le colmate, sia le naturali con l'accumulo di detriti alluvionali nell'alveo, sia quelle eseguite nel corso dei secoli a seguito della progressiva espansione della città, lo hanno fatto interrare. Lo citavano però nei loro scritti Virgilio, Tito Livio e Stazio. Sappiamo quindi da loro che il Sebéto era il confine tra Neapolis (città nuova, nella parte pianeggiante) e Parthenope (poi Palepolis, città vecchia, sulla collina di Pizzofalcone) e che il console Pubilio Filone per conquistare ai romani il golfo di Napoli accampò il suo esercito alla foce del Sebéto per porre l'assedio alle due polis greche.
Petrarca, a Napoli nel 1340, alla ricerca del virgiliano Sebéto, rimase deluso perché lo trovò ridotto a un rigagnolo. Gianbattista Marino lo definì "tanto ricco d'onor, povero d'onde". Malgrado ciò, quel fiume era sempre presente nell'immaginario collettivo e diventava una leggenda che generava altre leggende.
Nel 1635, il viceré di Napoli Manuel Zuñiga y Fonseca, conte di Monterey, fece edificare una fontana monumentale dedicata al Sebéto da Cosimo Fanzago che la progettò e si fece aiutare dai figli per le sculture. Oggi la bella Fontana del Sebéto troneggia sul lungomare di Mergellina in Largo Sermoneta.
Tuttavia di tanto in tanto dalle viscere della terra il fantasma del mitico fiume riappare per testimoniare la sua passata esistenza.
In uno scavo nei pressi di Porta Mercato è stata rinvenuta un'epigrafe in marmo di età imperiale che rappresenta un tempietto con la scritta P. Mevius Eufychus aedicolam restituit Sebeto, "P. Mevio Eutico ha riconsacrato un'edicola al Sebeto", un'edicola votiva che addirittura ne attesta il culto.
Nel 2009, durante i lavori per la costruzione del Treno ad Alta Velocità, in località Tavernanova zampillò dal sottosuolo acqua di risorgiva; non fu possibile eliminare l'acqua perché il getto era continuo. Fu necessario realizzare delle condotte a cielo aperto per lo scolo dell'acqua fino all'estremo confine fra Casalnuovo e Volla.
Nell'ottobre 2018, nell'ex macello comunale di Napoli a Poggioreale, poiché acque che sgorgavano dal sottosuolo rendevano la zona un acquitrino, una commissione di tecnici si è recata sul posto in seguito alle proteste degli abitanti, per le dovute verifiche ed ha scoperto che si trattava di purissime acque sorgive.
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