Tu sei qui: PoliticaAppalti pubblici, Progetto per Minori: «Noi antimafia minorese»
Inserito da (redazionelda), lunedì 17 agosto 2015 11:11:35
Torna d'attualità a Minori la vicenda degli appalti pubblici assegnati dal Comune e contestati dall'opposizione che tanto aveva fatto discutere nel recente passato, con una prosecuzione giudiziaria della bagarre. In una nota il gruppo Progetto per Minori si definisce "antimafia minorese" , forte della richiesta di archiviazione inerente il procedimento penale avviato dalla ditta in seguito alle prime dichiarazioni dei consiglieri comunali Fulvio Mormile e Giovanni Proto che, in un manifesto, avevano fatto riferimenti alla presunta vicinanza alla mafia della ditta.
«Sono giunti chiari i procedimenti giudiziari nei confronti di quella ditta che ha avuto appalti nel nostro comune e che, fin dall'inizio del nostro mandato, avevamo segnalato, ricevendo in cambio denunce per diffamazione», scrivono in una nota Mormile e Proto.
«La vera politica - si legge - ha l'obbligo di prendere le distanze da questi mondi e noi sentiamo sulle nostre spalle la responsabilità di salvaguardare la nostra terra. La reazione furibonda del sindaco nei nostri confronti sulla richiesta di istituire una commissione trasparenza non ci fa desistere dal chiedere con maggiore determinazione l'immediata Istituzione di una commissione permanente sulla trasparenza, che abbia contezza di ogni pubblico appalto; l'immediata rescissione del contratto alla Smart Project, atto che proponemmo già un anno fa, colpita da interdittiva antimafia (prot. 6187/2015) e di cui nonostante le reiterate richieste, non ci hanno ancora reso conto; l'immediato avvio di discussione sull'esito delle indagini condotte dal procuratore Paternoster, ( Reg. 8782/2014) che ha acquisito una copiosa documentazione dalla Procura di Palermo sui legami tra Saiseb ed il noto criminale Totò Riina, sull' informativa giudiziaria (pro. 9/73) da cui si evince che la società ancora non aveva esibito al comune certificazioni antimafia».
La complessa vicenda ha visto finire in tribunale Proto e Mormile a seguito della denuncia-querela della società Saibem Tor di Valle S.p.a.: l'accusa per i due consiglieri era di aver accostato l'azienda al boss mafioso Totò Riina tramite manifesto. Dalla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero presso il tribunale di Salerno Giovanni Paternoster si legge che, per verificare la veridicità della notizie, è stata fatta richiesta alla Procura di Palermo che ha trasmesso la documentazione. Paternoster, nel documento datato 9 febbraio 2015, scrive che «sulla scorta di quanto si desume dalla lettura degli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Palermo» non ritiene sussistano i presupposti del reato di diffamazione «attese che le notizie pubblicate sul manifesto risultano in buona parte corrispondenti agli esiti delle attività investigative effettuate nell'ambito dei vari procedimenti penali». Per il PM, poi, «sussisteva un evidente interesse pubblico alla pubblicazione della notizia» e non era ravvisabile «una volontà offensiva nei confronti dell'ente querelante». Paternoster ritiene la notizia di reato infondata in quanto i fatti a cui si fa riferimento «riassumono essenzialmente la realtà della vicenda». Per queste ragioni, dunque, è arrivata la richiesta di archiviazione al GIP che, pertanto, rilancia l'azione del gruppo cittadino.
«Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola» scrivono Mormile e Proto a chiusura della nota, citando Giovanni Falcone.
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